martedì 6 ottobre ’20

     

    XXVIIa Settimana Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno

    Ognuno è libero di far quel che crede: ne deve solo affrontare le conseguenze (Tibet)

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    O Padre, che ci ascolti se abbiamo fede quanto un granello di senapa, donaci l’umiltà del cuore, perché cooperando con tutte le nostre forze alla crescita del tuo regno, ci riconosciamo servi inutili, che tu hai chiamato a rivelare le meraviglie del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

     

    Bruno (Brunone)

    Nato in Germania nel 1030 e vissuto tra il suo paese, Francia e Italia, dove morì nel 1101, professore di teologia e filosofia, sceglie la strada eremitica. Trova 6 compagni e il vescovo Ugo di Grenoble li aiuta a stabilirsi in una località detta «chartusia» (chartreuse in francese). Lì si costruiscono un ambiente per la preghiera comune e 7 baracche dove ciascuno vive pregando e lavorando. Da Papa Urbano II ottiene autonomia e riconoscimento per la Grande Chartreuse. In Calabria costruirà un altro monastero nel luogo dell’attuale Serra San Bruno

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 10,38-42)

    In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Dal Blog di Luigi Accattoli)

    «Maresciallo, ho fatto una sciocchezza. Venga, ho appena ucciso una donna a Trinitapoli»: il maresciallo dei Carabinieri è di stanza a S. Ferdinando di Puglia e si chiama Giuseppe Francioso. Riceve quella chiamata il 30 dicembre 2009. A Trinitapoli trova il conoscente accanto al cadavere di Diana L. Nell’altra stanza un bimbo di dodici anni che dorme. Quel bimbo il maresciallo lo conosce: la mamma prostituta, il padre un pregiudicato che non l’ha voluto riconoscere. Il maresciallo lo seguiva da sei anni e una volta l’aveva avuto ospite in casa per un mese, in attesa che fosse accolto in una comunità. Vedendolo dormire a pochi passi dalla mamma morta decide di chiederlo in adozione. Perciò chiama suo figlio Benito, anch’egli carabiniere, e gli dice di prendere il bambino e di portarlo a casa loro, da “mamma Piera” che è la mamma di Benito e la moglie di Giuseppe. Le pratiche per l’adozione hanno termine l’8 luglio 2010 e questo è stato il commento del ragazzino: «Sono contentissimo come una belva».

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per l’immenso popolo cinese e per i cristiani di quella grande nazione

     

    …Don’t forget! “I 1.000 quadri più belli del mondo”

    FRANÇOIS BOUCHER: VULCANO CONSEGNA A VENERE ARMI PER ENEA  1757 - 320 x 320 cm - Musée du Louvre - Parigi.

    FRANÇOIS BOUCHER: VULCANO CONSEGNA A VENERE ARMI PER ENEA 1757 – 320 x 320 cm – Musée du Louvre – Parigi.

     

    François Boucher nacque a Parigi nel 1703. Il padre era disegnatore di pizzi e pittore di scarsa fama. François si espresse assai precocemente, iniziando a lavorare come apprendista a soli 17 anni. Imparò anche l’arte dell’incisione ed ebbe come allievi Fragonard e David. Morì il 30 maggio 1770 a Parigi. Boucher è uno dei massimi rappresentanti dello stile rococò che si sviluppa in Francia nella prima metà del Settecento come evoluzione del tardo barocco. Il termine deriva dal francese rocaille, un tipo di decorazione eseguita con pietre, rocce e conchiglie, utilizzate come abbellimento di padiglioni da giardino e grotte. Il rococò si distingue per l’eleganza e la sfarzosità delle forme, caratterizzate da ondulazioni ramificate in riccioli e arabeschi floreali, presenti nelle decorazioni, nell’arredamento, nella moda e nella produzione di oggetti. Lo stile tende a riprodurre il sentimento tipico della vita aristocratica libera da preoccupazioni o del romanzo leggero. A fine secolo il rococò sarà a sua volta rimpiazzato dallo stile neoclassico.

    Il quadro che presentiamo è un classico esempio dello stile rococò e rappresenta un tema mitologico: mentre Enea si trova nella città del re Evandro in Arcadia, sua madre Venere si reca dal dio del fuoco Vulcano convincendolo a creare armi per il figlio affinché possa sfidare in battaglia gli abitanti della città laziale di Laurento e il suo antagonista Turno, re dei Rutuli (vedi Eneide). La scena, che si svolge all’aperto, rappresenta appunto il dio Vulcano seduto tra i “ferri del mestiere” della sua fucina mentre comincia a consegnare una spada a Venere assisa sulle nubi e circondata da puttini amorosi e da altre divinità femminili colte in languidi atteggiamenti. Altri putti sostengono l’elmo e ai piedi di Vulcano appare la faretra con le frecce e il resto dell’armatura, in un tripudio di festoni floreali, nubi cangianti e natura lussureggiante.  Nonostante il tema sia drammatico (la consegna delle armi fa pensare alla guerra imminente) il pittore immerge la scena in un’atmosfera molle e sensuale, in un malizioso rimando di reciproche allusioni che trasformano l’episodio di per sé tragico, in una specie di gioco amoroso tra Vulcano e la dea dell’amore, Venere e le sue ancelle. Del resto Boucher, negli ambienti aristocratici e cortigiani era apprezzato proprio per l’erotismo esplicito di certi suoi dipinti.    

     

     

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