martedì 7 novembre ’17

    XXXI settimana del tempo ordinario

     

    nella foto un immagine di David Hockney

     

    Proverbio del giorno (Etiopia)

    Quando a richiamare la capra nell’ovile sono in molti, questa finisce per restare fuori tutta la notte.

     

    Iniziamo la giornata pregando

    Ti preghiamo, Signore, per tutti i parenti, amici, conoscenti che nel corso di questi anni ci hanno lasciati. Per coloro che in vita hanno avuto fede in te, che in te hanno riposto ogni speranza, che ti hanno amato, ma anche per coloro che di te non hanno capito nulla e che ti hanno cercato in modo sbagliato e ai quali infine ti sei svelato come veramente sei: misericordia e amore senza limiti. Fa’ o Signore che veniamo un giorno tutti insieme a fare festa con te in Paradiso. Amen.

     

    VILLIBRORDO

    A trent’anni divenne prete, dopo insieme a 11 compagni si dedicò a evangelizzare Frisia (Paesi Bassi) e parte della Germania. La consacrazione episcopale, ricevuta a Roma, avvenne nel 695, nella festa di S. Clemente, così che il papa gli diede il nome di Clemente. Per parecchi anni, percorse la Frisia, la Fiandra, il Lussemburgo e le rive del Reno predicando e costruendo conventi. Dopo una vita di preghiera e impegno pastorale, morì a 81 anni.

     

    La Parola di Dio del Giorno (Lc 14,15-24)

    Gesù disse: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato.  Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli invitati assaggerà la mia cena». 

     

    La riflessione del giorno (Frammenti di vita al Patronato)

    Che l’offerta gratuita di cibo, vestiti e ospitalità provochi non gratitudine, ma sospetto o pretese, è esperienza quotidiana nell’ambito della solidarietà e accoglienza. Per questo, stanchi delle continue ed eccessive richieste, avevamo riunito gli ospiti per parlare della Provvidenza divina che soccorre “gratuitamente e generosamente” i suoi figli. “Per darvi da mangiare, ospitarvi, aiutarvi in ciò di cui avete bisogno, occorrono soldi e tanti: noi da soli non potremmo far nulla se Dio non provvede” avevamo detto, snocciolando cifre e aiuti a conferma del soccorso divino. Alla fine l’applauso ci aveva convinti di aver toccato le corde giuste. Ma era solo un’illusione. Finito l’incontro infatti, molti si sono avvicinati, formulando un’identica richiesta (variavano solo i quantitativi): “Visto che per te è così facile trovare i soldi, perché non chiedi alla Provvidenza di aiutarmi con…”. Insomma hanno inteso che se la Provvidenza si fidasse davvero dei poveri, il denaro lo darebbe direttamente a loro! Conclusione: continuiamo ad aiutare ospiti e bisognosi rinunciando a dare troppe spiegazioni e lasciando che ognuno la pensi come gli pare.   

       

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti gli ex-allievi, collaboratori e dipendenti defunti del Patronato

     

    Don’t forget!  10 CONSIGLI PER CHI VUOLE PRATICARE LA CARITA’

    2) UMILTA’. Per aiutare davvero i poveri, occorre sentirsi poveri. Cosa significa? Anzitutto essere consapevoli che «Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8,9). Solo una grave mancanza di fede infatti può farci sentire ricchi e autosufficienti; ma chi è così non aiuta nessuno o al massimo può dare solo ciò che si ha, cioè i soldi. L’umiltà di cui si parla consiste nel ritenersi poveri a tal punto che si è salvati solo per grazia: chi l’ha capito vede nel povero non un inferiore da portare al suo livello, ma un fratello con il quale condividere il dono ricevuto da Dio. Chi l’ha capito, non si sente migliore di nessuno, è lieto di quel che fa e si accontenta di dare del poco che ha e può dare, senza la pretesa di arrivare dappertutto e a tutti. E sarà benvoluto dai poveri perché capiranno che gli assomiglia e che vuole loro davvero bene.   

     

     

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com