XVIII settimana Tempo Ordinario
Aforisma di S. Domenico di Guzman
“Abbiate la carità, conservate l’umiltà, possedete la povertà volontaria”.
Preghiera del giorno
Guida e proteggi, o Signore, la tua Chiesa per i meriti e gli insegnamenti di san Domenico: egli, che fu insigne predicatore e difensore della tua verità, sia nostro intercessore davanti a te e ci mantenga nella via che è Gesù verità e vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
S. Domenico di Guzman
Nato nel 1170 a Caleruega, villaggio della Castiglia (Spagna), si distinse fin da giovane per carità e povertà. Convinto che si dovesse riportare il clero all’austerità di vita che era alla base dell’eresia di Albigesi e Valdesi, fondò a Tolosa l’Ordine dei Frati Predicatori che, nato sulla Regola agostiniana, si rinnovò, basandosi sulla predicazione itinerante, la mendicità (per la prima volta legata a un ordine clericale), una serie di regole monastiche e lo studio.
Domenico si distinse per rettitudine, spirito di sacrificio e zelo apostolico. Le Costituzioni dell’Ordine attestano chiarezza di pensiero, spirito costruttivo ed equilibrato e senso pratico che fanno del suo Ordine uno dei più importanti della Chiesa.
Sfinito dal lavoro ed estenuato dalle penitenze, il 6-8-1221 morì circondato dai suoi frati, nel suo amato convento di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l’aveva. Gregorio IX suo amico, lo canonizzò il 3 luglio 1234.
Parola di Dio del giorno Matteo 15,1-2.10-14
In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!».
Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?».
Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
Riflessione don Arturo rilegge don Bepo
Don Bepo ha sempre custodito nel cuore il pensiero che “Dio ha un sogno per ciascuno di noi”. Non siamo frutto del caso, ma “ciascuno è stato desiderato, voluto, amato” fin dal principio. Ciascuno è nato con una vocazione, un progetto su misura, una missione tagliata su di lui, non secondo criteri di prestigio umano, ma a misura del cuore di Dio, che fin dal grembo materno ci ha guardato occhi amorevoli.
La nostra preziosità, unicità e individualità non dipendono dalle circostanze esterne, ma da Colui che ci ha scelto con un amore senza confini. E portiamo a compimento la nostra missione non quando confidiamo nei carri e nei cavalli (come dice il salmo) ossia nella nostra forza e abilità umana, ma quando ci facciamo piccoli e ci abbandoniamo tra le mani di Dio.
È bello pensare che nelle mani di Dio c’è posto per tutti: e chi si mette nelle sue mani, porta a termine la propria vocazione missione, che non è fotocopia di nessun altro, ma è unica e originale. E da questa originalità affidata alle braccia di Dio, ognuno saprà tirar sempre fuori nuovi motivi per rimettersi in gioco e far germogliare di nuovo l’impegno, il coraggio, la forza e l’entusiasmo…tutti ingredienti che fanno rinascere in noi la voglia di metterci la faccia nelle sfide di ogni giorno, in quelle piccole e in quelle che capitano una volta sola nella vita.
Intenzione di Preghiera
Preghiamo il Signore perché apra i nostri occhi e il nostro cuore alla conoscenza della verità così da poter essere guide credibili delle persone a noi affidate.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
JAMES ENSOR: ENTRATA DI CRISTO IN BRUXELLES
1886 – Olio su tela – 252 x 431 cm – J. Paul Getty Museum – Los Angeles USA
Il pittore belga JAMES SIDNEY EDOUARD, Barone di ENSOR (1860–1949) era una personalità introversa e misantropa, che trascorse gran parte della sua vita nella sua città natale, dedicandosi a una pittura che fu una delle manifestazioni più significative di quel periodo e si pose al centro della cultura del tempo. Oggi presentiamo la sua opera più nota e significativa, considerata blasfema al punto che fu obbligato per tutta la vita ad esporla solo nel suo studio.
Come annunciato dal titolo, il disegno raffigura un ipotetico ingresso trionfale di Gesù a Bruxelles: in suo onore viene realizzata un’immensa parata, così sgargiante e carnevalesca da apparire ridicola e quasi sinistra. La cittadinanza è accorsa in massa all’evento, ma nessuno dei partecipanti guarda il Cristo che si fatica a cogliere, minuscolo com’è, al centro della scena. Fra la folla c’è di tutto; chi chiacchiera, chi giudica, chi critica, chi si diverte, chi si fa largo, chi si bacia. Il quadro presenta con crudezza l’allontanamento del popolo dai valori del Vangelo.
Sotto l’effetto di banali slogan (Vive la sociale, Vive Jesus le Roi de Bruxelles) ed esaltata dalla musica della banda militare, la folla composta da persone in maschera (l’unico ad esserne senza è Gesù che però ha il volto del pittore) è pronta ad accogliere e poi a tradire il figlio di Dio esattamente come duemila anni fa. Nel quadro si legge la denuncia nei confronti di una società formata da uomini privi di personalità e facilmente strumentalizzabili: non a caso la gente è trascinata da un gendarme (= forza bruta del potere) e più indietro, alla destra del Cristo, si nota la scritta Fanfara dottrinaria, che ribadisce il vuoto indottrinamento della massa circostante, mentre le autorità sul palco, guardano la marea umana che avanza.
In questo quadro complesso, politicamente scorretto e difficile da interpretare sono rappresentati e insieme deformati gli eventi della società belga ed europea del tempo: nella scena tutto è mescolato, nessuna persona (eccetto il Cristo) è se stessa, ma nient’altro che una maschera, mentre una forza misteriosa rovescia la folla al di fuori del quadro e in questo che sembra un immenso carnevale, si colgono le avvisaglie della tragedia che di lì a pochi decenni investirà l’Europa. Cristo è presente, ma neppure lui sembra più in grado di fermare l’avanzata tragica della società verso la sua rovina…
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