martedì 8 novembre ’16

    XXXII Settimana tempo Ordinario

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    O Dio, Padre degli orfani e delle vedove, rifugio agli stranieri, giustizia agli oppressi, sostieni la speranza del povero che confida nel tuo amore, perché mai venga a mancare la libertà e il pane che tu provvedi, e tutti impariamo a donare sull’esempio di colui che ha donato se stesso, Gesù Cristo nostro Signore. Egli è Dio…Amen

     

    Beato Giovanni Duns Scoto   

    Nacque tra 1265 e il 1266, in Scozia da cui il soprannome «Scoto». Sin da bimbo entrò in contatto coi francescani. Terminati gli studi in teologia si dedicò all’insegnamento a Oxford, Parigi e Colonia dove avrebbe dovuto fronteggiare la confutazione delle eresie Ma morì pochi mesi dopo l’arrivo, il 08-11-1308. Giovanni è considerato grande maestro della teologia cristiana. Giovanni Paolo II lo ha definito «cantore del Verbo incarnato e difensore dell’Immacolato Concepimento di Maria».

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Lc 17,7-10)

    In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 
    Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». 

     

    La riflessione del giorno (Erri De Luca: Migranti)

    Non fu il mare a raccoglierci, noi raccogliemmo il mare a braccia aperte.  Il mare non è un fiume che sa il viaggio, è acqua selvatica. Siamo gli innumerevoli – raddoppia ogni casella di scacchiera – Lastrichiamo di corpi il vostro mare per camminarci sopra; non potete contarci: se contati aumentiamo, figli dell’orizzonte che ci rovescia a sacco. Nessuna polizia può farci prepotenza più di quanto già siamo stati offesi. Faremo i servi, i figli che non fate, le nostre vite saranno i vostri libri di avventura. Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino, l’odore che perdeste, l’uguaglianza che avete sottomesso. Da qualunque distanza arriveremo a milioni di passi, noi siamo i piedi e vi reggiamo il peso. Spaliamo neve, pettiniamo prati, battiamo polvere, raccogliamo il pomodoro e l’insulto. Noi siamo i piedi e conosciamo il suolo passo a passo, noi siamo il rosso e il nero della terra, Un oltremare di sandali sfondati, il polline e la sabbia nel vento di stasera. Uno di noi, e per noi tutti, ha detto: Non vi sbarazzerete di me! Va bene, muoio, però il terzo giorno resuscito e ritorno.

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché un po’ tutti impariamo a parlare di meno e ad ascoltare di più.

     

    Don’t Forget! Prima di parlare di migranti, leggere questi dati, please…

    Dal 1993 la popolazione italiana ha smesso di crescere. Il saldo fra nascite e morti per la prima volta nella storia d’Italia vira in negativo e, fatta eccezione per il 2004 e il 2006, continuerà a diminuire. Nel 1993 noi italiani eravamo 57 milioni; da allora siamo diminuiti di 800.000 così che oggi siamo 56 milioni. Come mai a fine 2015 eravamo 61.000.000? Coi 5 milioni di stranieri che hanno occupato i vuoti prodotti dalla denatalità. Italia 2015: 485.000 nati e 647.000 morti = 160.000 italiani in meno. Dalla nascita del Regno d’Italia (1861) il dato delle nascite è in assoluto il più basso mai verificato. L’anno scorso sono giunti in Italia 160.000 stranieri! Le cifre si commentano da sole. Tasso di natalità: in Italia è il più basso del mondo: 8 per mille: ci stiamo estinguendo? Sembrerebbe il primo caso nella storia di suicidio volontario di un intero popolo. Non saranno gli stranieri a garantire la continuità a cui abbiamo rinunciato? Aspettativa di vita in Italia: 84,84 anni. Siamo al 2° posto, dopo il Giappone. Il dato però ci dice che siamo un paese vecchio: l’età media che in Italia è di 45 anni, in Africa è di 18.

    gingol

     

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