23.a settimana tempo ordinario
Avvenne il 10 settembre…
1622 – Carlo Spinola con altre 51 persone fra laici e consacrati è martirizzato a Nagasaki Giappone
1823 – Simón Bolívar nominato presidente del Perù
1846 – Elias Howe brevetta la macchina per cucire.
1898 – Elisabetta di Baviera (Principessa Sissi) è assassinata dall’anarchico Luigi Lucheni
1919 – L’Austria e le potenze Alleate firmano il Trattato di Saint-Germain-en-Laye che riconosce l’indipendenza di Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia e Regno di Jugoslavia.
1977 – Con l’esecuzione di un criminale reo di torture e omicidio, è usata per l’ultima volta la ghigliottina in Francia; la pena capitale verrà poi abolita nel 1981.
Aforisma di G. K. Chesterton
“Dovremmo interessarci al lato più nascosto e reale di un uomo, in cui risiedono non i vizi che mostra, ma le virtù che non può mostrare.”
Preghiera Colletta
O Padre, che ci hai liberati dal peccato e ci hai donato la dignità di figli adottivi, guarda con benevolenza la tua famiglia, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l’eredità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno

Nacque nel 1245 a Castel S. Angelo in Pontano diocesi di Fermo. A 14 anni entrò fra gli eremitani di S. Agostino di Castel S. Angelo come oblato, cioè ancora senza obblighi e voti. Più tardi entrò nell’ordine e nel 1274 fu ordinato sacerdote a Cingoli.
La comunità agostiniana di Tolentino diventò la sua «casa madre» e suo campo di lavoro il territorio marchigiano con i vari conventi dell’Ordine. Dedicava buona parte della giornata a preghiere e digiuni, asceta che diffondeva sorriso, un penitente che metteva allegria.
Lo sentivano predicare, lo ascoltavano in confessione o negli incontri occasionali, ed era sempre così: veniva da otto-dieci ore di preghiera, dal digiuno a pane e acqua, ma aveva parole che infondevano serenità. Molti venivano da lontano a confessargli ogni sorta di misfatti, e andavano via arricchiti dalla sua fiducia gioiosa. Sempre accompagnato da voci di miracoli, nel 1275 si stabilì a Tolentino dove resterà fino alla morte il 10 settembre 1305.
Parola di dio Luca 6,12-19
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo.
Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Riflessione di Thich Nhat Hanh (monaco buddista)
Le buone notizie non vengono stampate. Le buone notizie le stampiamo noi. Ne tiriamo un’edizione speciale ogni momento e vorremmo che la leggessi. La buona notizia è che sei vivo e che l’albero di tiglio è ancora lì, e svetta saldo nel rigido inverno.
La buona notizia è che hai splendidi occhi che toccano il blu del cielo. La buona notizia è che il tuo bambino è lì davanti a te, e che tu hai due braccia disponibili. Abbracciarsi è possibile. Si stampa solo ciò che non va. Guarda ognuna delle nostre edizioni speciali: noi offriamo tutto ciò che va. Vogliamo che tu ne tragga beneficio e che ci aiuti a proteggerle.
Lì, sul marciapiede, un fiore di tarassaco ci offre il suo splendido sorriso e canta la canzone dell’eternità. Ascolta! Hai orecchie in grado di udirla. China il capo. Ascoltala. Lasciati dietro il tuo mondo di dolore e di preoccupazioni e sii libero. L’ultima buona notizia è che puoi farlo.
Intenzione di preghiera
Preghiamo per i bambini di Gaza, dell’Ucraina e di tanti altri paesi ai quali è stato tolto tutto, il futuro, la vita e la gioia a causa delle guerre, perché dal loro dolore innocente germini la pace.
Don’t Forget! Lettura spiegata Della Divina Commedia
DIVINA COMMEDIA INFERNO CANTO 5° 4.a parte

INCONTRO CON PAOLO E FRANCESCA (73-108)Dante nota che due anime volano accoppiate ed esprime il desiderio di parlare con loro. Virgilio invita Dante a chiamarle, cosa che il poeta fa con un appello carico di passione. I due spiriti si staccano dalla schiera di anime e volano da lui, come colombe che vanno verso il nido: sono un uomo e una donna, e quest’ultima si rivolge a Dante ringraziandolo per la pietà che dimostra verso di loro. Poi si presenta, dicendo di essere nata a Ravenna e di essere stata legata in vita da indissolubile amore con l’uomo che ancora le sta accanto nella morte; furono entrambi assassinati e la Caina, la zona del IX Cerchio dove sono puniti i traditori dei parenti, attende il loro uccisore.
RACCONTO DI FRANCESCA. DANTE SVIENE (109-142)
Dante, turbato, per alcuni istanti resta in silenzio, gli occhi bassi. Virgilio gli chiede a cosa pensi e Dante risponde di essere colpito dal desiderio amoroso che condusse i 2 alla perdizione. Poi chiama Francesca per nome e le chiede in quali circostanze iniziò la loro relazione adulterina. Francesca risponde che è doloroso ricordare il tempo felice quando si è miseri, ma se Dante vuole sapere l’origine del loro amore allora glielo dirà. Un giorno lei e Paolo leggevano per divertimento un libro, che parlava di Lancillotto e della regina Ginevra. Più volte la lettura li indusse a cercarsi con lo sguardo e li aveva fatti impallidire. Quando lessero il punto in cui era descritto il bacio dei due amanti, anch’essi si baciarono e interruppero la lettura del libro, che fece da mezzano della loro relazione. Francesca parla e Paolo in silenzio, piange; Dante turbato sviene.
97-99: Siede la terra dove nata fui su la marina dove ‘l Po discende per aver pace co’ seguaci sui.
100-102: Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.
103-105: Amor, ch’a nullo amato amar perdona mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona.
106-108: Amor condusse noi ad una morte: Caina attende chi a vita ci spense”. Queste parole da lor ci fuor porte.
109-111: Quand’io intesi quell’anime offense, china’ il viso e tanto il tenni basso, fin che ‘l poeta mi disse: “Che pense?”.
112-114: Quando rispuosi, cominciai: “Oh lasso, quanti dolci pensier, quanto disio menò costoro al doloroso passo!”.
115-117: Poi mi rivolsi a loro e parla’ io, e cominciai: “Francesca, i tuoi martìri a lagrimar mi fanno tristo e pio.
118-120: Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri, a che e come concedette Amore che conosceste i dubbiosi disiri?”
121-123: E quella a me: “Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria; e ciò sa ‘l tuo dottore.
124-126: Ma s’a conoscer la prima radice del nostro amor tu hai cotanto affetto, dirò come colui che piange e dice.
127-129: Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto.
130-132: Per più fiate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse.
133-135: Quando leggemmo il disiato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso,
136-138: la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante”.
139-141: Mentre che l’uno spirto questo disse, l’altro piangea; sì che di pietade io venni men così com’io morisse.
142: E caddi come corpo morto cade.
100-102: L’amore, che si attacca subito al cuore nobile, prese costui per il bel corpo che mi fu tolto, e il modo ancora mi danneggia.
103-105: L’amore, che non consente a nessuno che sia amato di non ricambiare, mi prese per la bellezza di costui con tale forza che, come vedi, non mi abbandona neppure adesso.
106-108: L‘amore ci condusse alla stessa morte: Caina attende colui che ci uccise». Essi ci dissero queste parole. 109-111: Quando io sentii quelle anime offese, chinai lo sguardo e lo tenni basso così a lungo che alla fine Virgilio mi disse: «Cosa pensi?»
112-114: Quando risposi, dissi: «Ahimè, quanti dolci pensieri, quanto desiderio portarono questi due al passo doloroso!»
115-117: Poi mi rivolsi a loro e parlai dicendo: «Francesca, le tue pene mi rendono triste e mi spingono a piangere.
118-120: Ma dimmi: al tempo della vostra relazione, in che modo e in quali circostanze Amore vi concesse di conoscere i dubbiosi desideri?»
121-123: E lei mi disse: «Non c’è nessun dolore più grande che ricordare il tempo felice quando si è miseri; e questo lo sa bene il tuo maestro.
124-126: Ma se tu hai tanto desiderio di conoscere l’origine del nostro amore, allora farò come colui che piange e parla al tempo stesso.
127-129: Un giorno noi leggevamo per svago il libro che narra di Lancillotto e di come amò Ginevra; eravamo soli e non sospettavamo quel che sarebbe successo.
130-132: Più volte quella lettura ci spinse a cercarci con gli occhi e ci fece impallidire; ma fu solo un punto a sopraffarci.
133-135: Quando leggemmo che la bocca desiderata di Ginevra fu baciata da un simile amante, costui, che non sarà mai diviso da me,
136-138: mi baciò la bocca tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse; quel giorno non leggemmo altre pagine».
139-141: Mentre uno spirito diceva questo, l’altro piangeva, così che io venni meno a causa del turbamento, proprio come se morissi.
142: E caddi come un corpo privo di vita.
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