mercoledì 11 novembre ’20

     

     

    nell’immagine un dipinto di Fern Isabel Coppedge

     

     

    XXXIIa Settimana t. Ordinario

     

    Proverbio del Giorno

    “Quando parli, procura che le tue parole siano meglio del silenzio”. (Proverbio indù)

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    O Dio, affidiamo a te i malati e le loro famiglie: guarisci corpo, mente e spirito e rendili partecipi del Mistero pasquale di tuo Figlio. Aiuta i membri della società a svolgere bene ognuno il suo compito e rafforza tra di noi lo spirito di solidarietà. Sostieni i medici e gli operatori sanitari, gli operatori sociali e gli educatori e aiuta quanti hanno bisogno di risorse per la loro salute. Sei Tu infatti a guidare il corso della storia dell’uomo e il tuo amore può cambiare in meglio la nostra vita. Dona fede salda a chi crede in te, affinché possa compiere la missione che hai loro affidato. Per Cristo nostro Signore.

     

    Martino di Tours

    Nato in Pannonia (Ungheria) da pagani, si arruola nella cavalleria imperiale e presta servizio in Gallia. In quest’epoca si colloca l’episodio di lui che con la spada taglia in due il mantello militare, per difendere un povero dal freddo. Battezzato torna in Gallia, dove è ordinato prete. Nel 361 fonda a Ligugé la comunità di asceti, 1° monastero d’Europa. Nel 371 è eletto vescovo di Tours. Si impegna a fondo per la cristianizzazione delle campagne. Muore a Candes nel 397

     

    La Parola di Dio del giorno Luca 17,1-6

    Gesù attraversava Samaria e Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».». 

     

    Riflessione del giorno (Frammenti di Vita)

    Due novembre di qualche anno fa. Nel cimitero in tanti si recano alla tomba dei loro cari per un fiore, un lumino, una preghiera. Una nonna guarda il nipote che poggia una rosa sulla lapide presso la foto del nonno, recita una breve preghiera, e notando che il ragazzo non apre bocca, suggerisce: “Quando non ci sarò più, non disturbarti a venire al cimitero: sei giovane e questo non è posto adatto alla tua età”. Il nipote annuisce senza cambiare espressione e: “Scusa nonna, ma mi aspettano i miei amici” dice e se ne va. Ricordo che da piccoli, nei giorni dei morti, la mamma ci portava al cimitero a pulire e ornare la tomba dei nonni, ad accendere lumini e a pregare; le persone si fermavano a fare due chiacchiere e il tempo passava veloce in quei momenti di intimità e serenità. Donne anziane vestite di nero raccomandavano ai bambini di pregare perché –dicevano- altrimenti i morti sarebbero venuti di notte a “tirarci le gambe”. Le minacce non impressionavano più di tanto e non ci toglievano il sonno; ma la nostra preghiera della sera finiva immancabilmente con il Requiem per “i noscc poèr morcc”. Non si può non rimanere impressionati invece dal fatto che oggi qualcuno raccomandi ai nipoti di dimenticarsi dei loro nonni…come se ce ne fosse bisogno.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per la Caritas diocesana e per chi compie meritorie opere a favore degli ultimi e dei poveri

     

    Don’t forget

    Onomastico di don Martino Campagnoni del PSV di Clusone – Giornata Caritas di Bergamo

     

    Santi della carità

    S. Giovanni Elemosiniere

    556-617

     

    Giovanni nasce, verso il 556, nell’isola di Cipro, nella città di Amatonte, dove il padre Epifanio è governatore. Sin dall’infanzia si manifestano in lui i segni della santità e la carità verso poveri e i diseredati. Ubbidendo alla volontà dei genitori, è avviato agli studi e al matrimonio, sebbene egli fosse riluttante. Dal matrimonio nascono due figli che, però, prematuramente muoiono insieme alla moglie. Libero dai legami terreni, si dedica a Dio e ai poveri che chiama “miei padroni e signori”. La fama della sua santità si diffonde in tutto l’Oriente e alla morte del Patriarca di Alessandria d’Egitto, Giovanni, per acclamazione del popolo, sale sulla cattedra vescovile. Trasforma la città in centro di studi e di virtù cristiane, crea ospedali e case di riposo e ogni giorno distribuisce l’elemosina a circa 7.000 poveri (da qui l’appellativo di “Elemosiniere”). Muore intorno al 617. La fama della sua santità si diffonde nel mondo orientale e arriva anche in Europa, grazie all’espansione di Venezia, che dal 1500 ne ospita il corpo nella chiesa di San Giovanni Battista in Bragora.

     

     

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