Mercoledì 11 settembre 2024

     

    XXIII settimana T. Ordinario

     

    Avvenne l’11 settembre…

    1714 – Barcellona, nella guerra di successione spagnola, si arrende alle armate spagnole e francesi.

    1944 – Le prime truppe statunitensi varcano i confini della Germania.

    1961 – Nasce il WWF.

    1973 – Cile: Golpe di Augusto Pinochet; Salvador Allende viene ucciso nell’attacco al Palazzo presidenziale.

    2001 – Attentati 11-9-2001: 4 aerei vengono fatti schiantare sui due grattacieli del World Trade Center, sul Pentagono e in un campo in Pennsylvania, causando migliaia di vittime.

     

    Aforisma di MILAN BEŠTIĆ (1952-2016)

    Firmarono un trattato di amicizia. L’inchiostro non si era ancora asciugato, che il sangue si era già coagulato.

     

    Preghiera

    O Padre, che ci hai liberati dal peccato e ci hai donato la dignità di figli adottivi, guarda con benevolenza la tua famiglia, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l’eredità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    S. GIOVANNI GABRIELE PERBOYRE

    Nato a Montgesty nel 1802 e ordinato sacerdote a Parigi nel 1826, Giovanni Gabriele Perboyre desiderando ardentemente di darsi alle missioni estere si recò in Cina e nel 1832 approdò a Macao. Qui esercitò il suo apostolato tra i cristiani nonostante i pericoli della persecuzione. Tradito da uno dei suoi discepoli, fatto prigioniero, fu torturato a lungo e subì il martirio a Outchanfou l’11 settembre 1840.

    Tra i cristiani rimasti fedeli, alcuni presero il corpo e gli diedero sepoltura nel luogo della sua predicazione, dove rimase finché non venne traslato nella Casa Madre della Congregazione dei Preti della Missione (Lazzaristi). Fu beatificato il 10-11-1889 e fu canonizzato il 2-6-1996. La sua memoria liturgica ricorre l’11 settembre.

     

    Parola di Dio del giorno luca 6,20-26

    Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo.

    Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.

    Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

     

    Riflessione di Nunzio Galantino: abitare le parole

    Non so quanti, nel mezzo di una vita segnata da avversità, sarebbero disposti a far proprie le parole di Catone il Vecchio: «Le avversità domano e ammaestrano; le cose favorevoli sogliono sviare dal pensare e dal comprendere rettamente» (VII,3). Non lo saprei proprio immaginare. Soprattutto quando la parola avversità assume il volto della delusione per un tradimento, della lacerazione affettiva per la perdita di una persona cara o della malattia che, per la sua gravità, sembra escludere la prospettiva di ripresa.

    Queste esperienze le chiamiamo avversità perché creano disorientamento e provocano disagio. Né fatalismo né vittimismo trasformano le avversità in opportunità di crescita, come ci assicura Catone. Le avversità non sono sinonimo di crescita, anzi, con una certa frequenza si trasformano in rabbia, cinismo e aggressività. Per quanto negativi, si tratta di emozioni e di atteggiamenti che attendono di essere riconosciuti ed accettati. Rinunziando a vivere in fuga dalle avversità e senza nutrirsi di ottimismo cieco e senza sfumature, fonte inevitabile di autoinganno e terreno di coltura per sterili sensi di colpa o sentimenti di inadeguatezza.

    L’invito a trasformare gli ostacoli in potenzialità e le avversità in opportunità rischia di essere una pura emissione di suoni, una comoda ma inconcludente via di fuga, finché non ci si decide a considerare parte della propria vita la rabbia, la tristezza o la sofferenza che certe avversità portano con sé. Tentare solo di reprimerle vuol dire sentirsi presto chiamati a prendere atto che ci stiamo logorando dall’interno, perdendo altri pezzi di noi. E se ingaggiassimo con noi stessi una faticosa ma nobile battaglia alla ricerca di nuove strade per ricomporci in modo diverso, risollevandoci dopo eventi negativi, senza sottostimare quanto di bello comunque colora, in alcuni momenti, le nostre giornate?

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per coloro che ad ogni età soffrono a causa della malattia mentale, perché ad essi siano offerte le cure necessarie dalle strutture sanitarie e l’amore dei fratelli.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    I Martiri Cristiani del Perù

     

    BREVI CENNI GEOGRAFICI

    Il Perù è uno Stato del sud-America che confina a nord con Ecuador, a nord-est con la Colombia, a est con il Brasile, a sud-est Bolivia, a sud col Cile e a ovest con l’oceano Pacifico. Il territorio di 1.285.220 km² fa del Perù il 3° del Sudamerica dopo Brasile e Argentina. Gli abitanti sono 34.352.720. La forma di governo è Repubblica Presidenziale; il Presidente è Dina Boluarte e il 1° ministro Gustavo Adrianzén.

    Il pil pro capite di 6.525 $ (2012) lo colloca all’84º posto nel mondo. Il Perù è un paese in via di sviluppo con alto indice di sviluppo umano, livello di reddito medio-alto e tasso di povertà del 19%. È una economia con tasso di crescita medio del 5,9%, e ha uno dei tassi di crescita più rapidi del mondo, con una media del 9,6%.

    La popolazione è multietnica composta da amerindi, europei, africani e asiatici. La principale lingua parlata è lo spagnolo (anche se molti parlano quechua o aymara) con una miscela di tradizioni che ha portato a grande varietà culturale, visibile nell’arte, letteratura, musica e cucina. Il paese può essere diviso in 3 zone: la costa, a ovest, è una stretta pianura, in gran parte arida, a eccezione delle valli create dai fiumi stagionali.

    La Sierra: regione delle Ande, costituita da altopiani con vette oltre i 6000 m. di altezza (Huascarán 6768 m). La Selva: formata da un vasto bassopiano attraversato da grandi fiumi (come il Marañón e l’Ucayali) che danno origine al Rio delle Amazzoni.

     

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