Mercoledì dell’ottava di Pasqua
Aforisma dagli Atti degli Apostoli
Disse Pietro allo storpio: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!”.
Preghiera del giorno colletta
O Dio, che ci dai la gioia di rivivere la risurrezione del Signore, fa’ che mediante la liturgia pasquale che celebriamo nel tempo possiamo giungere alla gioia eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
S. Zeno di Verona
Zeno che proveniva dall’Africa, forse dalla Mauritania (l’attuale Marocco), dal 362 fino alla morte fu vescovo di Verona, dove fondò la prima chiesa. Dovette confrontarsi con il paganesimo e l’arianesimo, che confutò nei suoi discorsi.
Gli iscritti di questo santo Vescovo ricordano quelli di più affermati scrittori africani e ci danno notizie importanti su di lui e la sua attività pastorale.
Preoccupazione primaria di Zeno fu quella di confermare e rinforzare clero e popolo nella vita della fede, soprattutto con l’esempio della sua carità, dell’umiltà, della povertà e della generosità verso i bisognosi.
Parola di Dio del giorno Luca 24,13-35
In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso.
Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Riflessione del giorno Testimonianze di catecumeni
Testimonianze di giovani e adulti che negli ultimi anni sono stati battezzati a Roma la notte di Pasqua. «Sono svedese, nata in una famiglia atea. Ho cantato in chiesa in un coro e soprattutto nei momenti duri, quando arrivavo in chiesa con il cuore pieno di disperazione e angoscia, sentivo l’amore di Dio e tornavo a casa molto più serena.
Quando andavo a Messa sentivo spesso la sua presenza così forte che cominciavo a piangere». «Finalmente anch’io avrò un nome, poiché alla nascita mi hanno dato solo due cognomi, uno dei quali è Alaramadji che significa “Dio fa le cose per bene”». «Prima di credere in Dio, in Cina, ero un fannullone; ossessionato da internet, giocavo online giorno e notte, ero lontano dai normali ritmi di vita; i miei genitori erano “stressanti”».
«La presenza di una comunità che, nonostante le innumerevoli contraddizioni di ogni giorno, si impegna a tracciare il perimetro del bene tenendo fisso lo sguardo su Gesù, costituisce una risorsa importante, poiché ci invita a “spogliarci” l’anima delle maschere che i tempi ci hanno cucito in volto».
«Mio padre militava nel partito comunista cubano e in famiglia dovevamo seguire le regole rigide dettate dal comunismo e una di queste regole prevedeva di non frequentare la Chiesa e di non partecipare a manifestazioni religiose».
«Pensavo che avrei potuto vivere con l’uomo che amo solo per qualche anno, fino a quando la morte ci avrebbe separati e ognuno -secondo le tradizioni giapponesi – si sarebbe reincarnato chissà dove e chissà quando…ma ora so che la morte non ci separerà e vivremo per tutta l’eternità».
Intenzione di preghiera per il giorno
Per i catecumeni che la notte di Pasqua hanno ricevuto il battesimo, perché la luce e gioia del Risorto abitino sempre in loro.
Don’t Forget! Storia dei Martiri Cristiani
Martiri Messicani 3.A PARTE
L’INDIPENDENZA MESSICANA
La rivoluzione americana (1765-1783) contro gli Inglesi e quella francese (1789-1799) contro il Re, con la Dichiarazione di indipendenza redatta da T. Jefferson (la prima) e la proclamazione dei diritti dell’uomo (la seconda) provocarono in Latino-America, Messico compreso, rivolte separatiste dalla madrepatria spagnola. Nel 1809 era morto l’eroe indipendentista Melchor de Talamantes.
Il 16-9-1810 il prete creolo Miguel Hidalgo y Costilla (oggi eroe nazionale), partì dalla città di Dolores Hidalgo nello stato di Guanajuato alla guida di un esercito formato da popolazioni indigene contro la dominazione spagnola. Il movimento poi si allargò: creoli (i coloni bianchi al vertice dell’economia locale), meticci e indigeni si allinearono contro i Gachupines (spagnoli nati nelle metropoli alla guida del potere politico).
Il primo atto di indipendenza venne firmato il 6-11-1813, con il nome di Atto Solenne della Dichiarazione di Indipendenza. Nel 1820 ci fu la svolta nella lotta indipendentista con l’accordo tra i generali Agustín de Iturbide e Vicente Guerrero. L’atto di indipendenza del Messico è firmato il 28-9-1821. Il 4-10-1824 il Messico si dota di una costituzione e nasce la Repubblica.
Ma nell’autunno 1835 i coloni americani del Texas (cioè l’85% della popolazione) si ribellano contro l’autorità del Messico e dopo la battaglia di S. Jacinto dell’aprile 1836, proclamano la “Repubblica del Texas”. Guatemala e l’effimera Repubblica di Yucatán dichiarano la secessione: quest’ultima è reintegrata dal Messico dopo due tentativi. Il Texas indipendente, nel 1846 è annesso dagli Stati Uniti. Nel 1846 scoppia la guerra tra Messico e USA che dura dal 1846 al 1848.
Le truppe americane dopo la battaglia di Chapultepec 14-9-1847 issano la bandiera a stelle e strisce sul Palazzo Nazionale: Città del Messico è occupata. La guerra finisce con la firma del Trattato di Guadalupe Hidalgo e il riconoscimento da parte del Messico del Rio Grande come confine col Texas. Il Messico è costretto a cedere più del 40% di territorio (circa 2.000.000 di km²) agli Stati Uniti. California, New Messico, Arizona, Nevada, Utah, la maggior parte del Colorado e del Wyoming diventano territori USA.
Nessun commento
È possibile postare il commento di prima risposta.