Mercoledì 12 gennaio 2022

     

    I.A settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma del giorno di N. Gomez Davila

    Da sempre, in politica, patrocinare la causa del povero è stato il mezzo più sicuro per arricchirsi.

     

    Preghiera del giorno di Edel Quinn

    Padre, tu mi ami: Tu sai ciò che fai, Tu hai esperienza e non sbagli i colpi…Tu sei l’artista; io sono la pietra da scolpire, tocca a Te fissarmi nella tua forma.

    Le prove della vita sono un sacramento della tua volontà: fa’ che io non renda inutili questi tuoi gesti, con le mie impazienze. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Aelredo di Rievaulx

    Nato a Hexham (Inghilterra) nel 1109 da nobile famiglia, trascorse la giovinezza come paggio alla corte del re David I di Scozia, dove fu compagno di studi e di giochi di Enrico, figlio del sovrano.

    Durante una missione (1135) compiuta a Rievaulx (Yorkshire) per incarico del re, entrò nel monastero cistercense fondato nel 1131 sotto gli auspici di san Bernardo. Maestro dei novizi nel 1141, l’anno seguente fu inviato con dodici compagni a Revesby nel monastero appena fondato.

    Nel 1146 fu promosso abate di Rievaulx, che contava 300 monaci. Partecipò in Francia al Capitolo dell’Ordine e nel 1164 partì in missione per convertire i Pitti del Galloway: lo stesso capo dei barbari entrò in monastero. Afflitto da diverse malattie, morì nel 1166 o 1167.

     

    La Parola di Dio del giorno Marco 1,29-39

    Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.

    Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta.

    Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava.

    Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.

     

    Riflessione del giorno

    25-12-2021: la Messa di Natale è terminata e in sala mensa il pranzo è pronto, ma una coppia di africani con due bambini piccoli si è accampata in chiesa e non vuol saperne di uscire. “E voi chi siete?”.

    Sono arrivati il giorno prima dalla Germania e hanno passato la notte in stazione…L’Italia ha 107 città e loro dove vanno? A Bergamo. Bergamo ha tanti luoghi di accoglienza e loro cosa scelgono? Il Patronato. Un anno ha 365 giorni per viaggiare e loro quando si mettono in viaggio? A Natale.

    Ma ho appena predicato che l’egoismo della gente ha obbligato Dio a nascere in una grotta e non posso tirarmi indietro. Facile a dirsi, ma il Patronato è pieno come un uovo, a Natale tutto è chiuso e ai telefoni risponde la segreteria.

    Chiamo un nostro operatore: “Sono dai miei a Verona, ma alle 18 arrivo” risponde, generoso come sempre. Telefono a don Roberto (Caritas) che risponde. Spiego la situazione e lui: “Portali al bed and breakfast di via…convenzionato con noi: li prendano fino a lunedì. Poi vedremo”.

    Alle 18,00 puntuale arriva F. che porta la famigliola a destinazione, ma un ¼ d’ora dopo chiama: “Il posto c’è, ma non possono prenderli perché non hanno né vaccino né tampone. Li porto in Ospedale”. Mezz’ora dopo: “Non c’è chi sia disposto a fare il tampone”.

    Ma alla fine una brava dottoressa mossa a compassione accetta: più di 2 ore di attesa e alle 23,00 si aprono per loro le porte del B&B. La “sacra” famiglia ha dormito al caldo la notte di Natale.

     

    Intenzione di Preghiera del giorno

    Preghiamo per i sofferenti che sono tra noi e che ignoriamo: Dio li guarisca e illumini la loro pena.

     

    Don’t Forget! Anno di S. Giuseppe

    Giuseppe “Filosofo” – “Scrutatore” delle S. Scritture  

    Il titolo di “FILOSOFO”, applicato a S. Giuseppe, sembra strano, ma aiuta a capire e a interpretare l’iconografia che lo rappresenta in atteggiamento dignitoso, assorto e con un libro in mano.

    La sua fonte letteraria è antica, già presente in S. Giovanni Crisostomo (+407), patriarca di Costantinopoli, il quale mette in evidenza la scrupolosa osservanza delle leggi da parte di Giuseppe che rifletteva (=philosophabatur) sulle loro prescrizioni non solo per non trasgredirle, ma addirittura per superarle (ultra legem).

    In questo egli era davvero un uomo “giusto”! La presenza del verbo “philosophari” di certo ha ispirato non pochi pittori rinascimentali come ad esempio il pittore bergamasco GB. Moroni (1520-1578) vedi immagine a fianco) che lo rappresentano come un filosofo che cerca la ragione delle cose, elaborandole da vero “saggio”.

    Per capire meglio questo concetto ci aiuta quanto Papa Benedetto XVI nell’enciclica “spe salvi” scrive riguardo a Gesù: “La figura di Cristo è interpretata sugli antichi sarcofaghi mediante le due immagini del filosofo e del pastore.

    Per filosofia allora, in genere, non si intendeva la difficile disciplina accademica. Il filosofo era piuttosto colui che sapeva insegnare l’arte essenziale: l’arte di essere uomo in modo retto, l’arte di vivere e di morire.

    La gente già da tempo si era resa conto che gran parte di coloro che andavano in giro come filosofi, erano solo ciarlatani che con le loro parole si procuravano denaro, mentre sulla vera vita non avevano niente da dire.

    Verso la fine del terzo secolo incontriamo per la prima volta a Roma, sul sarcofago di un bambino la figura di Cristo come vero filosofo che in una mano tiene il Vangelo e nell’altra il bastone da viandante tipico dei saggi.

    Con questo bastone Egli vince la morte; il Vangelo porta la verità che i filosofi peregrinanti avevano cercato invano” (n.6 Spes Salvi)

    Come Gesù anche S. Giuseppe è “filosofo” nel senso etimologico del termine (filosofia=amore alla saggezza) in quanto “amante e ricercatore della verità”. Da dove attinge Giuseppe la sua “saggezza” nel giudicare gli avvenimenti? Evidentemente nella volontà di Dio che è espressa nelle sacre Scritture.

    In alcune rappresentazioni come quella del pittore fiammingo Joos van Cleve (vedi figura a fianco) Giuseppe è rappresentato con gli occhiali a significarne lo sforzo di scrutare le Scritture per capirne l’insegnamento e così sapere come comportarsi.

    Teodoto di Ancira (+446) contemporaneo di S. Giovanni Damasceno, sottolinea come la conoscenza delle Sacre Scritture non poteva mancare in S. Giuseppe, che accetta la Vergine come sposa per servire il mistero (mysterio serviens) secondo le indicazioni ricevute in sogno dall’angelo: “Allora egli comprese quanto avevano detto i profeti.

    Egli ebbe l’intelligenza delle loro profezie: poiché era giusto, aveva l’abitudine di meditare quei testi”. I due testi fondamentali a cui il giusto Giuseppe ispira la sua vita sono perciò la realtà così come accade e la S. Scritture che aiutano a interpretarla.

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