Mercoledì 14 agosto 2024

     

    XIX settimana T. Ordinario (A. pari)

     

    Avvenne il 14 agosto…

    1896 – Nello Yukon viene scoperto l’oro.

    1941 – Massimiliano Kolbe muore ad Auschwitz dopo essersi offerto al posto di un altro prigioniero

    1945 – Il Giappone si arrende dopo l’invasione sovietica della Manciuria e i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.

    1980 – Lech Wałęsa guida gli scioperi nei cantieri navali di Danzica.

    2018 – A Genova crolla il viadotto autostradale Polcevera, provocando 43 vittime e 600 sfollati

     

    Aforisma di Victor Schoelcher

    La libertà individuale è parte della libertà universale: non si tocca l’una senza compromettere l’altra.

     

    Preghiera

    O Dio, che al santo presbitero e martire Massimiliano Maria Kolbe, ardente di amore per la Vergine Immacolata, hai dato un grande zelo per le anime e un amore eroico verso il prossimo, concedi a noi, per sua intercessione, di impegnarci senza riserve al servizio degli uomini per la tua gloria e di conformarci fino alla morte a Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. Entra nell’ordine dei francescani e, mentre l’Europa si avvia a un secondo conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia.

    Ammalato di tubercolosi, Kolbe dà vita al «Cavaliere dell’Immacolata», periodico che raggiunge in una decina d’anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia.

    Muore pronunciando «Ave Maria». Sono le sue ultime parole, è il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo». La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 18,15-20

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.

    Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

    In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

     

    Riflessione dall’intervista a P. F. Patton, Custode francescano di Terra Santa

    Domanda: Come sta la comunità cristiana? Non solo a Gaza, ma in tutta la Terra Santa con i problemi irrisolti, non ultimo quello delle proprietà ecclesiastiche e dell’annosa questione delle tasse con la municipalità di Gerusalemme.

    Risposta: Questo è un punto fondamentale: in Medio oriente, in Terra Santa chi non ha proprietà, siano esse terre o case, non sopravvive. Quelle che in Europa sono viste come scaramucce di tipo economico, sono in realtà battaglie per la sopravvivenza. Una comunità cristiana o delle Chiese che non abbiano proprietà, significa che non sono in grado di tutelare la loro comunità e membri. Questa è la differenza fra Medio oriente ed Europa: in Europa la Chiesa meno proprietà possiede, più è libera; diverso in Medio oriente, dove è l’opposto, perché senza proprietà i cristiani devono emigrare per trovare un posto dove vivere. Questo non è capito in Occidente, che applica le sue categorie al resto del mondo pur rappresentando ormai meno del 10% della popolazione.  La comunità cristiana è molto in sofferenza in tutti i territori: a Gaza tutti aspettano che finisca la guerra per vedere chi è rimasto vivo. In Cisgiordania, a Betlemme sono 10 mesi che i cristiani non lavorano perché l’economia è basata sui pellegrinaggi. Anche le scuole sono in una situazione di criticità, da Gerico a Betlemme e Gerusalemme, perché le famiglie non sono più in grado di dare un contributo e vi è un impoverimento generale che le porta a essere umiliate. Da qui la forte tentazione di emigrare, anche fra gli stessi cristiani di Galilea che sono i più benestanti, a Cipro o in Grecia.

     

    Intenzione di preghiera

    Per le comunità cristiane di Israele, Cisgiordania e Gaza gravemente minacciate nella loro stessa sussistenza dal persistere della guerra, perché Dio conceda la pace alla Terra Santa.

     

    Don’t Forget! Grandi figure del clero Bergamasco

    Monsignor Giulio Gabanelli

    1923 – 2021

    Don Giulio nacque il 28-6-1923 a Fonteno. Dal papà Severo aveva ereditato il carattere fiero, combattivo e un po’ ribelle; dalla mamma Maria la dolcezza che dissimulare dietro l’apparente ruvidezza, ma ben nota a chi lo conosceva bene. La sua famiglia dalle radici contadine gli aveva trasmesso i valori della generosità, della fraternità e della carità che ha saputo praticare e diffondere sempre. In ogni luogo dove è stato, Don Giulio ha lasciato il segno.

    Tante le testimonianze d’affetto da Castione della Presolana (1950-1961) dove ha iniziato il suo apostolato, da Calolziocorte (1961-1969), cittadina nella quale ha gestito, agli inizi degli anni ’60, una stagione difficile ma ricca di fermenti sociali e istanze riformatrici che hanno attraversato anche la Chiesa e dove ha stretto amicizie durature che andavano oltre le appartenenze politiche e ideologiche e poi Zogno dove è stato prevosto dal 1969 al 1999.

    Don Giulio era una persona intelligente e colta, dai molteplici interessi, dotata di un’intelligente ironia; amava l’arte –era grande esperto- come espressione dell’ingegno umano e amava di conseguenza la bellezza del Creato. Seppe dar vita a progetti sociali innervati della sua passione per la poesia (anche dialettale) per la storia, l’arte e l’artigianato, l’archeologia e la paleontologia: in questi due ultimi ambiti fece scoperte di assoluto valore che hanno arricchito vari musei.

    Diede impulso alla creazione del Museo della Valle di Zogno nato per volere del cav. Vittorio Polli con il desiderio di far conoscere e tramandare usi, costumi e mestieri della Valle Brembana e della sua popolazione. Ma anche del museo parrocchiale che raccoglie opere d’arte di assoluto valore. Seppe interpretare il Ministero sacerdotale nel segno dell’umanesimo cristiano, con l’uomo al centro della Chiesa, rifuggendo da certe rigidità dottrinali che non favorivano il rispetto di ogni persona come immagine di Dio: da lui trovavano ascolto e conforto credenti e non credenti; l’attenzione ai deboli, ai poveri è stata una sua costante. 

    A lui si deve la realizzazione del ricovero di Laxolo- Brembilla a completamento di quello di Zogno e il restauro straordinario della Parrocchiale di Zogno. Don Giulio aveva una visione del mondo ispirata al Vangelo, sostenuta dalla fede e da un profondo umanesimo. Concordi le testimonianze della sua semplicità, generosità, attenzione verso chi bussava alla sua porta, fossero poveri o bisognosi di consigli, di aiuti spirituali o di carattere culturale. Bergamo ha avuto in lui una persona e un sacerdote grande, che si è spento a 97 anni il 20-2-2021 a Zogno. Il suo corpo riposa nel cimitero di Fonteno in attesa della risurrezione.  

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