3a Settimana di Avvento
Aforisma del giorno
Se un uomo vuole essere certo della strada da percorrere, deve chiudere gli occhi e procedere al buio.
Preghiera del giorno
Vieni presto, Salvatore, tu riposo d’Israele, stella attesa del mattino, sorgi e scendi a noi dall’alto. Guarda a tutto il nostro errare e al tormento di chi soffre; salva l’uomo che ti invoca, crea pace sulla terra. Il tuo volto nella storia trasfiguri il nostro pianto, nel dolore del creato che sospira redenzione. Ogni lingua proclama nella Fonte d’ogni amore che tu sei Signore eterno per la gloria di Dio Padre.
Santo del giorno
Giovanni (Fontiveros, Spagna, c. 1542 – Ubeda, 14 dicembre 1591) è fra i grandi maestri e testimoni dell’esperienza mistica. Entrato nel Carmelo ebbe un’accurata formazione umanistica e teologica. Condivise con santa Teresa d’Avila il progetto di riforma dell’Ordine Carmelitano che attuò e visse con esemplare coerenza.
Il Signore permise che subisse dolorose incomprensioni da parte dei confratelli di Ordine e di Riforma. In questo cammino di croce, abbracciato per puro amore, ebbe le più alte illuminazioni mistiche di cui è cantore e dottore nelle sue opere: «La salita al monte Carmelo», «La notte oscura dell’anima», «Il cantico spirituale» e «La fiamma viva di amore».
Fra le più alte voci della lirica spagnola, è il mistico «del nulla e del tutto», guida sapiente di generazioni di anime alla contemplazione e all’unione con Dio.
Parola di Dio del giorno
Giovanni chiamò due suoi discepoli li mandò a dire a Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Riflessione Poesie di S. Juan de la Cruz
Que bien sé yo la fonte que mana y corre, aunque es de noche.
Aquella eterna fonte está escondida,
que bien sé yo do tiene su manida,
aunque es de noche.
Su origen no lo sé, pues no le tiene,
mas sé que todo origen de ella viene
aunque es de noche,
Sé que no puede ser cosa tan bella,
y que cielos y tierra beben della,
aunque es de noche.
Bien sé que suelo en ella no se halla,
y que ninguno puede vadealla,
aunque es de noche.
Su claridad nunca es oscurecida,
y sé que toda luz de ella es venida,
aunque es de noche.
Sé ser tan caudalosos sus corrientes,
que infiernos, cielos riegan, y las gentes,
aunque es de noche.
El corriente que nace de esta fuente,
bien sé que es tan capaz y omnipotente,
aunque es de noche.
El corriente que de estas dos procede,
sé que ninguna de ellas le precede,
aunque es de noche.
Aquesta eterna fonte está escondida
en este vivo pan por darnos vida,
aunque es de noche.
Aquí se está llamando a las criaturas,
y de esta agua se hartan, aunque a oscuras, porque es de noche.
Aquesta viva fuente que deseo,
en este pan de vida yo la veo,
aunque es de noche.
La sorgente ben so che emana e scorre,
anche se è notte.
Quella fonte eterna sta nascosta,
ma io so ben dove sta riposta,
anche se è notte.
Sua origine non so, ché non ne ha,
ma ogni origin so che da essa viene,
anche se è notte.
So che esister non può cosa sì bella,
e cielo e terra bevono di quella,
anche se è notte.
So che suolo in essa non si trova
e che nessuno di guardarla prova,
anche se è notte.
La sua chiarezza mai viene offuscata,
ed ogni luce so che è da lei venuta,
anche se è notte.
Così abbondanti son le sue correnti,
che inferno, cielo irrigano e le genti,
anche se è notte.
Il ruscello che nasce dalla fonte
so ben essere capace e onnipotente,
anche se è notte.
La vena che da queste due procede
so che da nessuna di esse è preceduta,
anche se è notte.
Codesta fonte eterna sta nascosta
in questo vivo pan per darci vita,
anche se è notte.
Qui se ne sta, chiamando le creature,
che dell’acqua si sazian anche se al buio
perché è notte.
Cotesta viva fonte che io bramo,
in questo pane di vita io la vedo,
anche se è notte.
Intenzione di preghiera per il giorno
Per gli ordini religiosi di clausura perché mantengano viva nella chiesa la contemplazione e l’ascesi.
Don’t Forget! Martiri della rivoluzione Francese
Martiri della Vandea 1793 – 1815 conclusione
Gli eventi vandeani furono caratterizzati da strategie poi divenute ‘classiche’ nei genocidi del XX secolo, come rimarca lo storico Stéphane Courtois, autore del «Libro nero del comunismo». I gulag sovietici, i lager nazisti, le stragi di Pol Pot, sono eventi accomunati delle caratteristiche anticipate in Vandea: sterminio generalizzato di combattenti e civili, carestia programmata, azione militare come «un meccanismo che, una volta caricato, non si può più fermare e rispetto al quale gli attori restano muti: premonizione delle grandi burocrazie sterminatrici dei regimi totalitari».
I generali francesi mandati in Vandea si sentivano autorizzati da Parigi a mettere ferro e fuoco la regione: «…se le mie intenzioni verranno assecondate, non esisteranno più in Vandea, nel giro di quindici giorni, né case, né sostanze, né armi né abitanti», così il 24-01-1794 il generale Turreau scriveva al Comitato di salute pubblica. Il carattere anti-cristiano dei fatti della Vandea si deduce dalla stessa lettera di Turreau: «Spero di farvi avere ben presto una collezione molto interessante di vasi sacri, di ornamenti di chiese e di altri effetti d’oro e argento».
Nel libro è riportata anche la missiva inedita, datata 6-12-1793, del gen. Carrier relativa all’annegamento di massa a Nantes dei preti ‘refrattari’: «L’incidente dei preti morti nella Loira diverte tutti i cittadini; i miei colleghi di Angers me ne inviano 53». La legge di sterminio del 1°-10-1793 della Convenzione nazionale intima all’esercito: «Soldati della libertà, bisogna che i briganti della Vandea siano sterminati prima della fine di ottobre: la salvezza della patria lo esige; l’impazienza del popolo francese lo comanda; il suo coraggio deve compierlo».
Ma chi bisognava considerare – fu la richiesta di politici e funzionari – come ‘briganti vandeani’? La risposta del Comitato fu: «Tutti gli abitanti della Vandea». Fine del XVIII secolo, età dei Lumi: iniziava l’epoca dei genocidi. Ma la Francia paladina delle libertà e dei diritti dell’uomo, si ostina a rimuovere queste pagine nere della sua storia…
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