nell’immagine un dipinto di Hugo Simberg
Proverbio del giorno (proverbio medievale)
EXCUSATIO NON PETITA FIT ACCUSATIO MANIFESTA “Chi si scusa s’accusa”
Iniziamo la Giornata Pregando (don Giacomo Alberione, ssp)
Quel che mi accadrà oggi, mio Dio, non lo so. Tutto quello che so è che nulla mi accadrà che tu non abbia disposto per il mio maggior bene dall’eternità. Questo mi basta. Ti domando in nome di Gesù Cristo e per i suoi innumerevoli meriti la pazienza nelle tribolazioni e la perfetta accettazione perché tutto quello che tu vuoi o permetti che accada sia per la tua gloria e per la mia santificazione. Amen.
VIATORE, VESCOVO DI BERGAMO
è ritenuto il successore del 1° vescovo di Bergamo S. Narno. Il suo episcopato si svolse all’incirca dal 343 al 370; partecipò al Concilio di Sardica (Sofia in Bulgaria) del 342-343 e ne sottoscrisse i decreti. Della sua vita non si sa altro, ma il culto che gli è stato tributato è antico e certo. Viatore fu sepolto nella cripta della cattedrale di S. Alessandro.
Ascoltiamo la Parola di Dio (Marco 1,29-39)
In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.
Riflessione Per Il Giorno (Card. Spidlik: perle dei Padri della Chiesa)
“La gioia che dà il mondo è vanità. La attendiamo con desiderio, ma quando arriva non la tratteniamo. La tristezza di chi soffre ingiustamente è meglio della gioia di chi commette iniquità”. (S. Agostino).
I Padri sono concordi nell’affermare che solo la vita spirituale cristiana dà la vera felicità e fanno notare che i Salmi iniziano con le parole: “Beato l’uomo che teme il Signore” e Cristo iniziò le sue prediche con le beatitudini (Mt 5, 3-12). Molti fondatori di comunità monastiche promettono appunto la felicità a coloro che rispetteranno fedelmente le regole. L’unica vera felicità infatti si trova presso Dio e la troverà solo chi è unito a lui e la troverà anche là dove ne mancano le condizioni esteriori. “Beati i poveri, gli afflitti, i perseguitati”: si tratta proprio di una antitesi. Il Vangelo dice: Siete beati anche nel caso siate poveri e perseguitati, se avete nel cuore Dio, l’unico che può dare la vera felicità. Quando si possiede la sicurezza di essere sulla strada giusta, si è contenti anche quando si presentano degli ostacoli. Questo si legge nella 1.a Lettera di Pietro: “Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po’ afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime”. (1Pt 1, 6-9).
Intenzione del giorno
Preghiamo per i sacerdoti perché siano fedeli al loro ministero.
Don’t Forget:
Il VILLAGGIO GABRIELI di via Carnovali 93/A, Bergamo ha più di 60 anni di vita. Nel 1954 ispirandosi ai Villaggi Sos Svizzeri, vennero create comunità famiglia inizialmente per ragazze fra i 10 e i 18 anni al posto del vecchio orfanotrofio che ricordava un po’ la caserma e un po’ l’ospedale. Ma in questi decenni le cose sono cambiate, le esigenze sociali si sono diversificate, il problema degli orfani ha cambiato dimensione e forma, altre povertà sono venute avanti e le congregazione delle Suore delle Poverelle ha tenuto l’orecchio teso per avvertire queste esigenze. Così oggi le palazzine del villaggio ospitano:
- “Pronto intervento” per mamme e bambini che vivono in famiglia una situazione insostenibile. Si tratta in genere di donne che subiscono violenze da parte dei mariti.
- Casa Felicina: comunità alloggio per ragazze adolescenti che vivono forti problemi causati dalle famiglie di origine.
- Due appartamenti affidati a donne per progetti di autonomia.
- Una casa di riposo per persone anziane non autosufficienti con circa cinquanta posti, per ospitare sia suore sia anziani laici.
«Cinquant’anni fa – racconta suor Fiorilde, che ha assistito alla nascita del Villaggio Gabrieli e ne ha seguito tutta la storia – cercammo di voltare pagina, di chiudere i grandi dormitori e i grandi refettori. Avevamo l’orfanotrofio tradizionale in Città Alta, scendemmo qui. Ogni orfana entrava in una famiglia, diventava responsabile di una parte del lavoro. Una volta al mese una ragazza preparava tutto, dalla colazione alla cena. C’erano quelle che si occupavano poi, sempre a turno, della pulizia, dei panni da lavare… E poi le ragazze andavano a scuola, certo, e c’erano i laboratori di maglieria, sartoria, cucito, ricamo». Il vescovo Piazzi colse e condivise pienamente l’impostazione di queste nuove case-famiglia. Disse nel giorno dell’inaugurazione: «Il nuovo nell’educazione, nella formazione umana di queste figliole è qui: la preparazione alla famiglia. Già la stessa disposizione in piccoli gruppi dà loro la sensazione di essere non in un grande istituto, non in una massa, ma come in famiglia; e di vivere insieme fra sorelle».
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