20.a Settimana Tempo Ordinario
Proverbio del giorno (Congo)
Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa.
Preghiera del giorno di S. Gregorio di Nazianzo
Sono stato deluso, o mio Cristo, per il mio troppo presumere: dalle altezze sono caduto molto in basso. Ma rialzami di nuovo ora, poiché vedo che da me stesso mi sono ingannato; se troppo ancora confiderò in me stesso subito cadrò e la caduta sarà fatale. Amen.
Santo del giorno
SANT’ AGAPITO MARTIRE. Agapito, probabilmente membro della nobile famiglia Anicia della città di Palestrina, ricevette il dono della fin dagli inizi della sua vita, grazie alla predicazione di S. Pietro che sicuramente si recò ad evangelizzare l’antica Praeneste patria del famoso tempio della Fortuna Primigenia.
All’età di 15 anni affrontò coraggiosamente il martirio sotto l’imperatore Aureliano e il prefetto Antioco. Morì decapitato fuori della città il 18 agosto 274.
Parola di Dio del Giorno Matteo 20,1-16
Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna.
Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”.
Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”.
Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.
Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene.
Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Riflessione del giorno – La MADONNA DEL RIPOSO
Tutto iniziò in Veneto alla fine del XIX secolo, quando il pittore Roberto Ferruzzi incontrò una ragazzina di 13 anni, Angelina Cian e commosso dal modo in cui si occupava del suo fratellino, ancora in fasce, decise di rappresentarli insieme in un bel quadro simboleggiante la maternità.
Contro le aspettative, presentato alla Biennale di Venezia, il quadro ricevette il primo premio nel 1897. A partire da allora, il quadro ebbe un successo incredibile e gli venne attribuita una connotazione religiosa: tutti la chiamarono «Madonnina».
Angelina la ragazza del quadro, si sposò qualche anno più tardi con un veneziano e si trasferì negli Stati Uniti. Insieme la coppia ebbe dieci bambini.
Angelina perse il marito, ritrovandosi in grande difficoltà economica con i figli in giovane età; così perse poco a poco la ragione e si ritrovò in un istituto psichiatrico dove morì nel 1972.
Tra i suoi 10 figli, una bambina, Maria, divenne religiosa e prese il nome di suor Angela Maria. Desiderosa di saperne di più sulle sue radici, si recò in Italia dove trovò due zie sorelle di sua madre e con sorpresa, scoprì che l’immagine della Vergine che molti pregavano già da anni, era in realtà il ritratto della sua mamma da bambina.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo per il popolo Afgano che da 40 anni non conosce la pace: perché abbandonato da tutti, non lo sia dal buon Dio e dal sostegno di tutte le persone di buona volontà.
Don’t Forget! Storia delle Persecuzioni Anti-Cristiane
dai Mongoli fino al Tamerlano 1220-1400
(Cartina dell’Ilkhanato di Persia nel momento di massima espansione)
Dalle invasioni Mongole iniziate a partire dal 1220 con Gengis Khan al Tamerlano di fine XIV sec. non furono risparmiate al Caucaso cristiano nuove sofferenze.
In realtà, almeno agli inizi i Mongoli, piuttosto tolleranti in materia religiosa, furono considerati liberatori, ma la conversione all’Islam di Ahmad Khan (1282-’84) sovrano dell’Il-Khanato di Persia e quella di Ghazan Khan (1295-1304) contribuirono peggiorarono irrimediabilmente la situazione.
Addirittura «strumento dell’Anticristo» fu considerato un islamico di nome Nawruz che represse con violenza ogni tentativo di ribellione contro l’islamizzazione forzata da lui messa in atto.
Come se non bastasse, la situazione peggiorò ulteriormente nella seconda parte del regno di Muhammad Kudha-Banda (1304-1316) fratello e successore di Ghazan che obbligò persino i bambini a pagare la jizya (tassa del culto) e impose nuove restrizioni in fatto di abbigliamento.
Questo potere oppressivo si protrasse anche sotto il dominio di clan come i Jalayridi e i Chobanidi, i Turkmeni del Qara Qonyunlu, i Mongoli dell’Orda d’oro e della nascente potenza ottomana, fino al Tamerlano (1336-1405) capo mongolo che conquistò gran parte dell’Asia centrale e occidentale, fondando l’immenso Impero timuride.
In questo periodo si verificano molti casi di martirio come quello del contadino AMENAWAG di Derjan nel centro-nord Anatolia. Accusato da un vicino islamico di aver pronunciato la shahada (professione di fede dell’Islam), convinto della propria innocenza, decise di affrontare il giudizio: ma non fu nemmeno ascoltato e fu lapidato. I cristiani furono obbligati a trascinarne il cadavere per le strade.
Gengis Khan il fondatore dell’immenso impero mongolo
Tamerlano iniziatore dell’impero Timuride
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