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Preghiera del giorno (Preghiera Buddista)
Che Dio onnipotente, amico di tutti, sia per la nostra pace. Che il giudice divino sia il datore di pace su di noi. Che il Supremo controllore di tutti sia il datore di pace su di noi. Che il Signore di tutta la potenza e ricchezza, il Maestro di tutto il creato sia per la nostra pace. Che Dio onnipresente di incommensurabile dignità sia il Datore di pace per noi.
S. Felice da Cantalice Frate
Felice Porro nacque a Cantalice (Rieti) nel 1515; nel 1544 decise di farsi Cappuccino: dopo il Noviziato, nel 1545 emise i voti e per quarant’anni fu questuante per i suoi confratelli. Ebbe temperamento mistico, dormiva appena due o tre ore e il resto della notte pregava. A Roma assisteva ammalati e poveri: era chiamato «frate Deo gratias» per il suo saluto.
La Parola di Dio del giorno (Giovanni 16,29-33)
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi».
Riflessione Per Il Giorno – Riflessione sulla fiducia 2.a parte –
Fidarsi non è né facile, né spontaneo, anzi difficile e rischioso: esige coraggio cioè il contrario del cinismo intellettuale di W. Faulkner: “Fidati solo dei cattivi. Quelli almeno non cambiano” o dell’ambiguo affetto agli animali “perché loro non tradiscono mai!” con una crescente diffidenza nei confronti degli umani. Proprio perché è indispensabile come l’aria che respiriamo, la fiducia ha bisogno di qualità: dev’essere semplice, ma non ingenua (“siate semplici come colombe, ma prudenti come serpenti” Mt 10,16); amante della verità e misericordiosa (“ciò che volete gli uomini facciano a voi, fatelo a loro” Lc 6,27). Esige capacità di discernimento (“Gesù non si fidava di loro perché li conosceva tutti” Gv 2,23-25) per offrirla in dono a buoni e giusti; per sottrarla a malvagi e disonesti; per restituirla a poveri e sofferenti. Va rinnovata di continuo, ma soprattutto va costruita su un fondamento solido: ce lo indica Geremia che, da una parte mette in guardia dal fidarsi di sé (“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo e pone nella carne il suo sostegno”) ma dall’altra esorta a riporre la propria fede dell’Unico che ne è degno: “Benedetto l’uomo che confida nel Signore. E’ come albero piantato lungo l’acqua, verso la corrente stende le radici, non smette di produrre frutti” Ger 17,5ss. Solido fondamento che fa di noi persone affidabili, capaci di dare e degne di ottenere il dono della fiducia, ma anche delle sue due inseparabili compagne: speranza e amore.
Intenzione del giorno
Preghiamo per gli istituti religiosi femminili che operano nella nostra diocesi di Bergamo
Don’t forget! …Ricorda!
Oggi le suore della Carità o di Maria Bambina ricordano le fondatrici: Bartolomea Capitanio (1807–1833) e Vincenza Gerosa (1784 –1847) che nel 1832 lasciarono le loro case e si ritirarono in un’ umile abitazione (“Conventino”) presso l’ospedale di Lovere dove si dedicarono all’ assistenza agli ammalati e all’educazione delle fanciulle. Le Suore della carità hanno come fine l’esercizio delle opere di misericordia, particolarmente l’istruzione della gioventù e l’assistenza negli ospedali, anche in missione: sono presenti in Europa (Italia, Regno Unito, Romania, Spagna), nelle Americhe (Argentina, Brasile, Perù, Stati Uniti, Uruguay), in Africa (Egitto, Zambia, Zimbabwe) e in Asia (Bangladesh, Birmania, Giappone, India, Israele, Nepal, Thailandia, Turchia). Al 31-12-2005, la congregazione contava 5.068 religiose in 447 case.
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