Mercoledì 19 febbraio 2025

     

    VI Settimana Tempo Ordinario

     

    Avvenne il 19 febbraio…

    356 – L’imperatore Costanzo II decreta la chiusura dei templi pagani nell’impero romano.

    1797 – Viene stipulato il trattato di Tolentino tra la Francia e lo Stato Pontificio.

    1861 – In Russia viene abolita la servitù della gleba

    1937 – Strage di Addis Abeba: l’attentato a Graziani provoca la rappresaglia italiana contro i civili.

    1986 – L’Unione Sovietica lancia la stazione spaziale Mir.

    2007 – Due bombe, sul Samjhauta Express in India, uccidono 66 persone.

     

    Aforisma dal libro del Siracide

    “Sii pronto nell’ascoltare, lento nel proferire una risposta. Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo; altrimenti mettiti la mano sulla bocca”.

     

    Preghiera

    O Dio, che hai promesso di abitare in coloro che ti amano con cuore retto e sincero, donaci la grazia di diventare tua degna dimora.

    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Nato a Piacenza nel 1290, era di nobili origini. Un giorno accusò un uomo innocente di un incendio appiccato da lui stesso durante una battuta di caccia. Di fronte alla condanna a morte per l’uomo accusato ingiustamente Corrado si pentì e ammise la sua responsabilità.

    Dopo aver pagato i danni causati si ritrovò in povertà. Assieme alla moglie vendette gli averi restanti e ne diede il ricavato ai poveri. Abbracciate la regola di Francesco e Chiara decisero di diventare religiosi. Corrado quindi divenuto terziario francescano si ritirò in eremitaggio.

    Dopo aver vagabondato in solitudine approdò all’isola di Malta. Da qui riprese il mare e giunse al porto di Palazzolo Acreide in Sicilia e da qui a Noto Antica. Giunto nella Val di Noto vi passò trent’anni, tra la preghiera, il servizio e il romitaggio. Gli si attribuiscono molti miracoli.

    Morì mentre era in preghiera, il 19 febbraio 1351. Gli è comunemente attribuito il titolo di santo. È rappresentato come un vecchio con la barba fluente, vestito da francescano, davanti ad un crocifisso e con il bastone a tau.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 822-26

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo.

    Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?».

    Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano».

    Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

     

    Riflessione detti e fatti dei padri del deserto

    Un fratello forestiero andò dall’Abate Silvano, sul monte Sinai, e vedendo che i confratelli lavoravano, disse loro: Perché vi occupate di un cibo che perisce? Maria infatti ha scelto la parte buona (Lc 10, 38-42). Allora l’abate Silvano disse al suo discepolo Zaccaria: “Dagli un libro da leggere, ma prima di tutto mettilo in una piccola cella”.

    Il forestiero rimase nella cella come gli era stato chiesto, ma all’ora nona guardava nella strada se per caso l’abate lo mandasse a chiamare per mangiare. E dopo che fu trascorsa l’ora nona (le tre del pomeriggio) andò da Abba Silvano e gli disse: “Forse oggi i confratelli non hanno pranzato, padre?”.

    Quando l’abate rispose che sì, avevano mangiato, quello disse: Perché non mi hai fatto chiamare? Allora Silvano gli rispose: “L’hai detto tu che sei un uomo spirituale e non hai bisogno di questo cibo; noi invece, in quanto fatti di carne e ossa, abbiamo bisogno di mangiare e perciò lavoriamo, mentre tu hai scelto la parte buona.

    Infatti tu leggi la S. Scrittura tutto il giorno e non vuoi ricevere il cibo materiale”.   Dopo aver udito queste parole, il fratello forestiero iniziò a pentirsi e a dire: “Perdonami, padre!”

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per le popolazioni della regione di Gomà in Repubblica democratica del Congo che stanno subendo orribili stragi ad opera dei ribelli e dei soldati ruandesi che hanno invaso il paese.

     

    Don’t Forget! Dante alighieri

    Divina Commedia Inferno Canto III

    Il quadro a sinistra è opera di Gabriele dell’Otto

    La perifrasi e i commenti sono in gran parte di Franco Nembrini

     

    1-3 “Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.
    4-6 Giustizia mosse il mio alto fattore, fecemi la Divina Podestate, la somma sapienza e ‘l primo amore. 7-9 Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. LASCIATE OGNE SPERANZA, VOI CH’INTRATE”.

    10-12 Queste parole di colore oscuro vid’io scritte al sommo d’una porta; per ch’io: “Maestro, il senso lor m’è duro”. 13-15 Ed elli a me, come persona accorta: “Qui si convien lasciare ogne sospetto;
    ogne viltà convien che qui sia morta. 16-18 Noi siam venuti al loco ov’i’ t’ho detto che tu vedrai le genti dolorose
    c’hanno perduto il ben de l’intelletto”. 19-21 E poi che la sua mano a la mia puose con lieto volto, ond’io mi confortai, mi mise dentro alle segrete cose.
    1-3 Attraverso me si va nella città che soffre, attraverso me si va nel dolore eterno, attraverso me si va tra i dannati. 4-6 La giustizia mosse chi mi ha fatto, mi creò (la SS. Trinità) la Potenza Divina e il Primo Amore.  7-9 non esistono cose create prima di me, se non quelle eterne e anche io duro per sempre. ABBANDONATE OGNI SPERANZA VOI CHE ENTRATE.                                       10-12 Vidi queste parole di colore nero scritte sopra una porta; per cui dissi: «Maestro, il loro senso mi è difficile da accettare». 13-15 E lui, da persona esperta: «Ora bisogna lasciare ogni timore, ora deve finire ogni viltà. 16-18 Siamo venuti nel luogo dove ti ho detto che vedrai le persone sofferenti che hanno perso il Bene (desiderato) dall’intelletto». 19-21 E dopo avermi porto la mano con viso lieto, confortandomi. Mi fece entrare nel mondo segreto.

     

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