5a Settimana di Pasqua
nell’immagine una fotografia di Danilo De Marco
Proverbio del giorno
Assicurati che la candela sia accesa, prima di spegnere il fiammifero. (Antille)
Iniziamo la Giornata pregando
O Dio, che nella tua provvidenza hai chiamato l’uomo a cooperare con il lavoro al disegno della creazione, fa’ che per l’intercessione e l’esempio di san Giuseppe siamo fedeli alle responsabilità che ci affidi, e riceviamo la ricompensa che ci prometti. Per il nostro Signore. Amen
Atanasio Vescovo e dottore della Chiesa
Vescovo di Alessandria d’Egitto, fu l’assertore della fede nella divinità di Cristo, negata dagli Ariani e proclamata dal Concilio di Nicea (325). Per questo soffrì persecuzioni ed esili.
Parola di Dio del giorno (Giovanni15,1-8)
Disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
BREVE COMMENTO AL VANGELO (S. Luigi M. Grignion de Monfort)
Gesù è l’unico maestro che deve insegnarci, l’unico Signore da cui dobbiamo dipendere, l’unico capo al quale essere uniti, l’unico modello al quale conformarci, l’unico medico che deve guarirci, l’unico pastore che deve nutrirci, l’unica via che deve condurci, l’unica verità che dobbiamo credere, l’unica vita che deve vivificarci e l’unico tutto in ogni cosa che deve bastarci.
Riflessione Per Il Giorno (Giuseppe Signorin)
Il peggior veleno? La superbia. Fin da quando ci siamo fatti ingannare dal serpente per diventare come Dio. Se mancare di confidenza in Gesù è un grosso limite, eccedere, rischiando di sminuirne la grandezza, trattandolo come se tutto ci fosse dovuto, non è il massimo. Anche per questo, Maria, la Madonna, è imprescindibile per un cristiano. Dio ha voluto che Cristo venisse al mondo attraverso il “fiat” di una ragazzina di Nazareth, s’incarnasse attraverso il suo corpo e poi crescesse “in sapienza, età e grazia” sotto il suo sguardo. Così è accaduto la prima volta e così accadrà sempre. Per ogni uomo. Come spiega bene S. Luigi Maria Grignion de Montfort nel suo “Trattato della vera devozione a Maria”, la via perfetta per arrivare a Dio è la Madonna: via perfetta perché la più umile, di chi chiede aiuto a qualcuno migliore di sé per entrare in contatto con l’Onnipotente. Gesù Cristo, il Messia, vero Dio e vero Uomo, il cui mistero è così semplice e allo stesso così insondabile per dei miseri come noi, si può raggiungere in maniera molto più perfetta tramite Maria. Maria non toglie spazio a suo Figlio. Maria è tutta di suo Figlio.
Intenzione del giorno
Preghiamo per chi ha perduto il lavoro, la casa, gli affetti, la salute….
211° quadro de “I 1.000 quadri più belli del mondo”
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Il quadro di oggi viene citato per la prima volta nel 1607 in documenti che attestano come la grande tela sia tra le mani del pittore/mercante d’arte fiammingo, Louis Finson. E’ un momento felice per il pittore la cui arte è sulla cresta dell’onda. Ma è anche il momento in cui il suo carattere impulsivo lo mette nei guai: il 28-05-1606 Caravaggio uccide in una rissa Ranuccio Tomassoni e deve fuggire da Roma a Napoli. Qui gli fu commissionato il quadro: ma da chi? Esiste un fitto carteggio tra il duca di Modena Cesare d’Este che voleva un quadro per la chiesa di S. Domenico in Modena, ma le ultime lettere fanno capire che il pittore non ne aveva fatto nulla. Un’altra ipotesi attribuisce la commissione al principe Luigi |
Carafa-Colonna: la prova sarebbe la colonna (simbolo della nobile casata) del quadro a cui è annodato il drappo rosso che è il colore araldico dei Colonna. Ma anche in questo caso non ci sono prove certe. Di sicuro una decina di anni dopo il quadro è nella chiesa di S. Domenico ad Anversa (Fiandre) dove rimane fino al 1781 quando l’imperatore d’Austria Giuseppe II d’Asburgo, fa trasferire l’opera a Vienna. Ma veniamo al quadro: al centro la Madonna –con Gesù bambino- guarda S. Domenico (a destra) e gli affida il compito di diffondere la devozione del Rosario: il santo a sua volta distribuisce corone ai fedeli inginocchiati e presenta alla Vergine le loro suppliche. A sinistra di Maria c’è il martire domenicano S. Pietro da Verona riconoscibile dalla vistosa ferita sulla fronte: il popolarissimo santo con due altri domenicani a fianco, guarda lo spettatore (cioè noi) e gli indica Gesù e sua Madre. Fra le persone inginocchiate c’è un nobile che guarda verso di noi: si tratta forse del donatore (alcuni studiosi lo indentificano in Marcantonio Colonna, nonno del committente). E’ l’unica persona ricca
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