mercoledì 20 febbraio ’19

    6a Settimana del Tempo Ordinario

     

     

    nell’immagine un dipinti di Harald Sohlberg

     

    Proverbio del Giorno

    Non si può spezzare l’acqua con la spada. (Laos)

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera a S. Michele)

    San Michele Arcangelo, difendici nella lotta; sii nostro aiuto contro la cattiveria e le insidie del demonio. Gli comandi Iddio, supplichevoli ti preghiamo: tu, che sei il Principe della milizia celeste, con la forza divina rinchiudi nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che girano il mondo per portare le anime alla dannazione. Amen.

     

    GIACINTA MARTO VEGGENTE DI FATIMA

    La pastorella delle apparizioni di Fatima è nata l’11 marzo 1910. Aveva solo 7 anni quando la “bianca Signora” apparve ai due fratelli e alla cugina Lucia. Di temperamento vivace si lasciò trasformare dall’incontro con la Madonna. Vittima della terribile epidemia di “spagnola” che colpì in quegli anni l’Europa, Giacinta morì il 20 febbraio 1920 a nove anni e undici mesi. Francesco, di un anno più grande, era già morto l’anno prima.

     

    Ascoltiamo La Parola di Dio (Marco 8,22-26)

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsaida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. E lo rimandò a casa dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO

    L’episodio del cieco potrebbe comprendere un’allusione alla difficoltà nel “vedere” della fede. Essa può attraversare una fase preparatoria, quella appunto che intuisce confusamente in Gesù un profeta di Israele. Ma alla fine raggiunge la piena luce, come accade a Pietro che vede in lui «il Cristo, il Figlio del Dio vivente». La fede non è data una volta per tutte: cresce con noi, si approfondisce poco a poco, matura lentamente fino a farci vedere chiaro e a produrre frutti di vita eterna.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Papa Francesco)

    La Chiesa è sotto attacco e la chiesa che è «Madre» la si difende «con la preghiera e la penitenza». Papa Francesco usa il termine biblico de «il grande accusatore» per dire che è lui che «ci sta accusando forte», è lui che approfitta dei «nostri peccati» per perseguitare la Chiesa. «È un momento difficile perché l’accusatore – ha detto – attraverso noi attacca la madre, ma la madre non la si tocca», ha sottolineato. Papa Francesco ha ricordato l’antica definizione della Chiesa “casta meretrix”, santa ma con i figli peccatori. Le accuse alla Chiesa, ha insistito il Pontefice, diventano «persecuzione» come accade ai cristiani d’Oriente, ma «c’è un altro tipo di persecuzione, con accuse continue per sporcare la Chiesa». La Chiesa però «non va sporcata, i figli siamo sporchi tutti», «i figli siamo peccatori», «ma la madre no, dobbiamo difenderla tutti, e per questo ho chiesto di pregare il rosario».

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per gli adolescenti che provocano disagio e dolore nella famiglia e nella società

     

    don’t forget

    Oggi: si celebra la giornata Onu per la GIUSTIZIA SOCIALE

     

    IL PERSONAGGIO DELLA SETTIMANA – DON LUIGI GUANELLA

    Don Luigi Guanella nacque a Fraciscio, comune di Campodolcino(Sondrio), diocesi di Como, il 19-12-1842. I genitori, Lorenzo e Maria Bianchi, furono cristiani esemplari, dediti alla famiglia, al lavoro dei campi e alla pastorizia. Già dall’infanzia coltivò spiccata sensibilità per la religione e attenzione ai poveri. Dopo le elementari, usufruì di una borsa di studio per frequentare il Collegio Gallio di Como, dei padri Somaschi. Nel 1862 iniziò i corsi di teologia e il 26 maggio 1866 fu ordinato prete. Celebrò la prima Messa a Prosto in Val Chiavenna, dove rimase per un anno come vice parroco. L’anno dopo venne nominato parroco a Savogno, piccola parrocchia aggrappata alla montagna.

    Dopo sette anni di apostolato, con il permesso del vescovo si recò da don Bosco presso il quale stette per tre anni fino ad emettere i voti religiosi. In seguito, il vescovo di Como lo richiamò in diocesi e don Guanella tornò con il sogno di fondare un’istituzione che raccogliesse ragazzi bisognosi. «L’ora della misericordia», venne quando il vescovo gli suggerì di recarsi a Pianello Lario (lago di Como), dove il parroco aveva raccolto un gruppo di ragazze per assistere i bisognosi. Il 5 aprile del 1886, verso l’imbrunire, una barca con poche masserizie, due suore e alcune orfanelle salpò dall’imbarcadero di Pianello Lario per giungere a Como. Qui ebbe inizio l’attività della «Casa della divina Provvidenza». Nell’arco di quattro anni le ricoverate nella fondazione raggiunsero il numero di duecento. Un’impresa grandiosa compiuta da don Luigi fu la bonifica del Pian di Spagna, zona paludosa alla foce del fiume Adda. Con l’aiuto dei «buoni figli» come don Guanella chiamava i disabili, venne bonificato un vasto appezzamento di terreno sul quale poté sorgere un paese: Nuova Olonio San Salvatore. Qui il Santo fece costruire un santuario dedicato alla Madonna del Lavoro. Per dare continuità e solidità giuridica alla sua attività, nel 1897 scrisse lo «Statuto delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza» in cui è indicato un ventaglio di attività caritative al servizio delle categorie più umili. Oltre alla Congregazione femminile delle Figlie di S. Maria della Provvidenza (FSMP), raccolse anche un gruppo di sacerdoti che chiamò «Servi della Carità» e con loro emise la professione religiosa perpetua nel 1908. Lo zelo missionario, che lo animava, toccò anche le coste dell’America del Nord, dove tanti emigrati soffrivano disagi e difficoltà. Nel 1912, a 70 anni, don Guanella si imbarcò e raggiunse gli Stati Uniti per preparare un campo di azione alle sue suore, che raggiunsero le coste americane nel 1913. Gli acciacchi della vecchiaia, l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale, l’impegno di alcuni confratelli al fronte militare, minarono la sua salute. Il 27 settembre, mentre si trovava a tavola con i confratelli della Casa Madre di Como, fu colpito da paralisi. Si spense domenica 24 ottobre 1915.

     

     

     

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