Mercoledì 21 febbraio 2024

     

    I Settimana Tempo di Quaresima

     

    Accadde il 21 febbraio…

    1431 – Inizia il processo a Giovanna d’Arco.

    1804 – La prima locomotiva a vapore esce dalla fabbrica della Pen-y-Darren Ironworks, in Galles.

    1848 – Karl Marx e Friedrich Engels pubblicano il Manifesto del Partito Comunista.

    1916 – Comincia la battaglia di Verdun.

    1953 – Francis Crick e James Dewey Watson scoprono la struttura della molecola del DNA.

    2020 – 1° contagiato covid a Codogno; L’Italia è il 3° paese a registrare contagiati dopo Cina e Iran

     

    Aforisma di S. Bernardo

    Il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati ma nel tendere di continuo alla meta.

     

    Preghiera

    Guarda, o Signore, il popolo a te consacrato, e fa’ che, mortificando il corpo con l’astinenza, si rinnovi con il frutto delle buone opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

     

    Santo del giorno

    Nato a Ravenna nel 1007, ultimo di famiglia numerosa, rimasto orfano di padre, ebbe come riferimento il fratello maggiore Damiano, da cui riceve l’appellativo «Damiani». Dopo aver studiato a Ravenna, Faenza, Padova e insegnato all’università di Parma, entrò nel monastero camaldolese di Fonte Avellana.

    Nel 1057 il Papa lo chiamò a Roma per averlo accanto in un momento di crisi della Chiesa, dilaniata da discordie e scismi e alle prese con la piaga della simonia. Nominato vescovo di Ostia e poi creato cardinale, aiutò i 6 Papi che si succedettero sulla cattedra di Pietro, a svolgere un’opera moralizzatrice.

    In quest’azione si avvalse dell’abate benedettino di San Paolo Fuori le Mura, Ildebrando che nel 1073 fu eletto Papa con il nome di Gregorio VII. Pier Damiani, fu delegato pontificio in Germania, Francia e nell’Italia settentrionale. Morì a Faenza nel 1072. Nel 1828 Leone XII lo proclamò dottore della Chiesa. 

     

    Parola di Dio Luca 11,29-32

    Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.

    Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.

    Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

     

    Riflessione don Bepo commentato da don Arturo Bellini

    «Conservo sempre la pace come se non fosse più di questo mondo per quanto riguarda la mia persona, donando il mio “io”, le mie cose alla gloria di Dio con spontaneità del bambino». Così scrive don Bepo sul diario il 30-4-1974. Oggi le guerre che insanguinano l’Ucraina e la Palestina con la catena di morti, di persone costrette a fuggire dalle loro case, di distruzione di città, di tensione tra grandi potenze e di lacerazioni tra Paesi e tra comunità, dovrebbero insegnarci che nessuna conquista è per sempre.

    Don Bepo che ha attraversato due guerre mondiali e ha sperimentato il costo della libertà, sapeva che non ci si può cullare nell’illusione di una pace acquisita una volta per tutte. La pace ha bisogno di essere custodita e alimentata, rimettendo sé stessi, ogni giorno, nelle mani di Dio e facendo memoria che ogni istante è un filo teso verso l’eterno, senza mai abbassare la guardia di fronte alla tentazione di mettere in letargo la responsabilità verso il tempo che viviamo.

    Il tempo è come un telaio tra il presente e l’eterno: ciò che conta è tessere rapporti di bene, fondati non su false sicurezze, ma attingendo ogni volta alla sorgente che ha nutrito l’anima dei nostri paesi, la vita dei nostri anziani. La pace si costruisce giorno per giorno, lavorando e potenziando quei beni rari e preziosi che stanno a fondamento di relazioni fraterne di comunità coese.

    Don Bepo a molti dei suoi giovani faceva dono dell’Imitazione di Cristo in formato tascabile; un libro che ricorda che nella vita spirituale non si deve mai smettere di camminare e soprattutto non ci si deve mai considerare degli arrivati, adattandosi a una mediocrità che genera malessere e scontentezza. “La pace del cuore, dopo la grazia di Dio, – scrive l’Imitazione di Cristo – è il più grande di tutti i beni, e non dobbiamo lasciar mezzo intentato per trovarla e conservarla.

    Ma non possiamo trovarla né conservarla se non col far resistenza alle nostre passioni, ai nostri desideri sregolati; poiché quanto più noi vogliamo contentarli, tanto meno saremo contenti; quanto più si fa loro contrasto, tanto meno ci daranno pena; quanto più usciremo vittoriosi dai combattimenti, tanto meno avremo difficoltà a conservare e possedere la pace”.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per la pace non solo in Ucraina e Palestina, ma anche in tutti quei paesi dove il ricordo alle armi e alla violenza per risolvere i problemi genera morte, distruzione e dolore senza fine.

     

    Storia dei martiri cristiani

    I MARTIRI DELLA COREA

    7.a parte: storia del cristianesimo in Corea

    I martiri coreani sono religiosi e laici cattolici, vittime delle persecuzioni religiose avvenute in Corea tra il XVIII e il XIX secolo. Di essi, 103 furono canonizzati a Seul da papa Giovanni Paolo II il 6 maggio 1984, mentre altri 124 furono beatificati da papa Francesco il 16 agosto 2014. Del gruppo dei santi fa parte Andrea Kim Taegon, primo prete coreano. Vediamo ci conoscerlo meglio.

    ANDREA KIM TAEGON nato nel 1821 da nobile famiglia cristiana, crebbe in un ambiente ispirato alla fede cristiana. Suo padre aveva trasformato la casa in ‘chiesa domestica’ dove i neofiti venivano battezzati: scoperto, professò con coraggio la fede morendo a 44 anni martire. Andrea aveva 15 anni quando uno dei primi missionari francesi arrivati in Corea nel 1836, lo inviò a Macao per prepararlo al sacerdozio. Ritornò come diacono nel 1844 per preparare l’entrata del vescovo Ferréol, andando a prenderlo a Shanghai dove fu ordinato prete e insieme, di nascosto, entrarono in Corea, dove lavorarono insieme.

    Nonostante persecuzione in atto, riuscì a ottenere ottimi risultati apostolici. Nel 1846 il vescovo lo incaricò di far giungere lettere in Europa, tramite il vescovo di Pechino, ma venne scoperto ed arrestato. Subì gli interrogatori e gli spostamenti di carcere prima con il mandarino, poi con il governatore e infine con il re e a tutti manifestò la fedeltà Dio, rifiutando i tentativi di farlo apostatare, nonostante le atroci torture; alla fine fu decapitato il 16-9-1846 a Seul; primo prete martire della nascente Chiesa coreana.

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