mercoledì 23 dicembre ’15

    4a settimana di Avvento

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Luce del mondo nel buio del cuore vieni e illuminami. Tu mia sola speranza di vita resta per sempre con me. Sono qui a lodarti, qui per adorarti, qui per dirti che Tu sei il mio Dio e solo Tu sei santo, sei meraviglioso degno e glorioso sei per me. Re della storia e re nella gloria, sei sceso in terra fra noi. Con umiltà il tuo trono hai lasciato per dimostrarci il tuo amor.

     

    GIOVANNI DA KETY (CANZIO) SACERDOTE

    Nato a Kety cittadina polacca a sud ovest di Cracovia nel 1390, intraprese gli studi con risultati brillanti. Docente di filosofia a 27 anni, fu ordinato prete, continuando a insegnare per alcuni anni. Ricevuto l’incarico di parroco, si fece ammirare come modello di pietà e carità. Nel 1440 riprese la docenza a Cracovia contribuendo all’educazione del principe Casimiro. Morì durante la Messa della vigilia di Natale del 1473. Docente e amico degli ultimi, la gente lo considerò santo ricordando le sue lezioni di amore tra i malnutriti e i malati.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno Lc 1,57-66

    Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All’ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.  Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano.

     

    La riflessione del giorno (S. Agostino)

    Zaccaria tace e perde la voce fino alla nascita di Giovanni, precursore del Signore, che ne schiuse la voce. Che altro è il mutismo di Zaccaria se non profezia latente e, prima della predicazione di Cristo, in certo qual modo segreta e impenetrabile? Si apre con la venuta di Giovanni e si manifesta con la venuta di Colui del quale parlava la profezia. Significa questo lo schiudersi della voce di Zaccaria nella nascita di Giovanni, così significa la stessa cosa lo squarciarsi in due del velo del tempio quando Cristo muore sulla croce (Mt 27,51). Se Giovanni avesse presentato se stesso, la bocca di Zaccaria non si sarebbe schiusa. Si scioglie la lingua perché nasce la voce; quando infatti a Giovanni, ormai impegnato ad annunziare il Signore, fu chiesto: “Tu chi sei?” rispose: “Io sono voce di uno che grida nel deserto”. Giovanni voce nel tempo, Cristo, il Verbo fin dal principio, la Parola eterna.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti gli alunni delle scuole del Patronato in Italia e Bolivia

     

    don’t Forget!

    L’Albero di Natale è uno dei simboli più comuni del periodo natalizio. Cosa simboleggia? L’Albero di Natale nasce in Germania nel 1521. All’inizio era decorato da ghirlande alle quali si unirono frutti colorati, poi candeline, fino a quando, verso la metà del 1800, alcuni fabbricanti svizzeri e tedeschi cominciarono a preparare leggeri e variopinti ninnoli di vetro soffiato che diventarono di moda e costituirono l’ornamento tradizionale dell’albero natalizio. Oggi non c’è limite alle fantasie per creare addobbi e abbellimenti per i rami. Si pensa che il sempreverde sia stato scelto come simbolo di rinascita e il colore verde del resto rappresenta una nuova vita. E poiché le foglie dei sempreverdi restano verdi tutto l’anno, esso rappresenta anche la speranza.

    Cattura

     

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