Mercoledì 23 febbraio 2022

     

    7.a settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma del giorno di Anna Frank

    Come è meraviglioso che non vi sia nessun bisogno di aspettare un singolo attimo prima di iniziare a migliorare il mondo.

     

    Preghiera del giorno

    Ti benedico, Padre, all’inizio di questo nuovo giorno. Accogli la mia lode e il mio grazie per il dono della vita e della fede. Con la forza del tuo Spirito guida i miei progetti e le mie azioni: fa’ che siano secondo la Tua volontà. 

    Liberami dallo scoraggiamento davanti alle difficoltà e da ogni male. Rendimi attento alle esigenze degli altri.  Proteggi con il tuo amore la mia famiglia. Amen.

     

    Santo del giorno

    Nato a Smirne nel 69 «fu dagli Apostoli posto vescovo per l’Asia nella Chiesa di Smirne». Così scrive Ireneo, suo discepolo e vescovo di Lione in Gallia. Policarpo fu messo a capo dei cristiani del luogo verso il 100.

    Nel 107 è testimone del passaggio per Smirne di Ignazio di Antiochia, scortato a Roma per subire il martirio: egli lo ospita e Ignazio gli scriverà una lettera divenuta famosa.

    Nel 154 Policarpo va a Roma per discutere col Papa sulla data della Pasqua. Dopo il ritorno a Smirne scoppia la persecuzione. L’anziano vescovo (ha 86 anni) viene portato nello stadio, perché il governatore romano Quadrato lo condanni.

    Policarpo rifiuta di difendersi davanti al governatore, che vuole risparmiarlo, e alla folla, dichiarandosi cristiano. Sarà ucciso con la spada alle due del pomeriggio del 23 febbraio 155.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 9,38-40

    In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».

     

    Riflessione del giorno

    Terroristi islamici hanno saccheggiato e dato alle fiamme al seminario minore di S. Kisito di Bougui in Burkina Faso. 30 jihadisti armati hanno perpetrato l’attacco nella notte tra il 10 e l’11 febbraio: arrivati in motocicletta verso le 20.00, hanno dato fuoco ai dormitori, a una sala e a un’auto, oltre a rubarne un’altra.

    I terroristi hanno distrutto un crocifisso e detto alla comunità che non volevano più vedere croci. Alla fine hanno espulso i seminaristi e hanno avvertito che sarebbero tornati e avrebbero ucciso chiunque avessero incontrato. I 147 seminaristi sono tornati in famiglia e dovranno rimanervi almeno una settimana.

    Non ci sono state vittime, anche se i danni materiali al seminario sono ingenti. Gran parte della popolazione del Burkina vive in stato d’allarme da tempo, soprattutto i cattolici, vittime di attacchi relativamente frequenti. Nel maggio 2019, un sacerdote e cinque laici sono stati assassinati durante un attacco a una chiesa a Dablo.

    Nel luglio 2020, l’episcopato nazionale ha diffuso un comunicato ufficiale per esprimere la sua preoccupazione per l’insicurezza nel Paese. Nel gennaio 2021, padre Rodrigue Sanon è stato trovato senza vita nella diocesi di Banfora due giorni dopo essere scomparso.

    A giugno un brutale attacco armato ha ucciso 138 persone nel villaggio di Solham. Il Burkina Faso soffre per l’azione di terroristi islamici come il gruppo fanatico Boko Haram.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per quelli che soffrono persecuzione a causa della loro fede in Gesù.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    I martiri di Nagasaki (Giappone) XVI secolo

    In seguito all’editto di persecuzione contro i cristiani dell’imperatore Taikosama Hideyoshi 3 gesuiti, 6 francescani e 17 terziari furono imprigionati e condannati a morte. L’imperatore aveva disposto che il viaggio da Miyako a Nagasaki, circa 450 miglia, fosse fatto a cavallo e a piedi, per intimidire il popolo e aumentare le sofferenze ai prigionieri.

    Il viaggio durò 26 giorni e il 1°-2-1597 giunsero a Korazu. Paolo Miki, il più noto del gruppo in quanto primo giapponese entrato in un ordine religioso, tentò invano di convertire un gentiluomo suo conoscente. Il comandante della città tentò di far apostatare due dei fanciulli suddetti, Ludovico ed Antonio, ma senza successo. Allora ordinò che a Nagasaki fossero innalzate 50 croci sul colle presso la città.

    I prigionieri poterono confessarsi, ma fu loro vietata l’Eucarestia. Nonostante i portoghesi manifestassero la loro contrarietà e il governatore di Nagasaki temesse una sollevazione popolare, il 5-2-1597 i prigionieri furono portati sulla collina ove erano state erette 26 croci.

    Al passaggio i cristiani giapponesi si prostravano per raccomandarsi alle loro preghiere. Non appena i condannati a morte scorsero le croci che portavano scritto i loro nomi, s’inginocchiarono e le baciarono. Ciascuno fu legato vestito a quella che gli era stata assegnata e tutti insieme furono issati in alto.

    Quando al comando di Azamburo 4 guardie impugnarono le lance, uno dei crocifissi intonò il “Benedictus” e tutti lo cantarono con coraggio tale da intenerire i presenti. Il piccolo Antonio intonò il salmo “Lodate, fanciulli, il Signore”, al quale fecero eco i compagni Tommaso e Ludovico.

    Il primo a essere trafitto dalla lancia fu Felipe Las Casas, mentre l’ultimo fu Padre Pierbattista. La venerazione nei confronti di questi martiri non venne mai meno nei cristiani, anzi la loro fama si propagò ben presto nel mondo, essendo i missionari di varie nazionalità. Papa Urbano VIII li beatificò il 14-09-1627 e Pio IX li canonizzò l’8-06-1862.

    I martiri di Nagasaki furono un segnale destinato agli europei, una dimostrazione di forza. La Corona Spagnola aveva infatti preso possesso delle Filippine, avvicinandosi pericolosamente alle coste nipponiche. A differenza del Portogallo però, la Spagna era una superpotenza: una minaccia che non poteva essere sottovalutata.

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