mercoledì 23 giugno ’21

     

    12a settimana del tempo ordinario

     

    Proverbio del giorno (Kahlil Gibran)

    Il vero giusto è colui che si sente sempre a metà colpevole dei misfatti di tutti.

     

    Preghiera del giorno Søren Kierkegaard Preghiere

    La cosa sacra noi uomini la portiamo in un fragile vaso d’ argilla. Ma tu, o santo Spirito, quando abiti in un uomo, abiti in qualcosa di infinitamente inferiore.

    Tu, Spirito di santità, abiti in mezzo all’immondezza e alla contaminazione! Tu, Spirito di sapienza, abiti in mezzo alla stoltezza! Tu, Spirito di verità, abiti in mezzo all’inganno di sé stessi!

    Rimani con noi, tu che non cerchi e cercheresti invano una dimora confortevole; tu che, creatore e rigeneratore, fai da te stesso la tua dimora, rimani con noi!

    Che almeno una volta possa dirsi che ti compiaci di questa dimora che tu stesso ti sei preparata in questo mio contaminato, perverso e fallace cuore. Amen

     

    Santo del giorno

    GIUSEPPE CAFASSO. Nasce a Castelnuovo d’Asti nel 1811, frequenta le scuole pubbliche e poi entra nel Seminario di Chieri (Torino).

    E’ di salute malferma, ma è sacerdote già a 22 anni, e con un solido ascendente sui compagni. Viene accolto dal teologo Luigi Guala che lo spinge a compiere opera di catechesi verso i giovani muratori e i carcerati, poi lo vuole a fianco nella cattedra di teologia morale.

    In 24 anni di insegnamento Giuseppe forma generazioni di sacerdoti, dedicandosi anche ad un’intensa opera pastorale verso i bisognosi: condivide le ore estreme con i condannati a morte ed opera tra i carcerati, cui non fa mancare buone parole e sigari, includendo nel suo servizio anche l’aiuto alle famiglie e il soccorso ai dimessi.

    Succeduto al Guala, ne perfeziona l’opera, rifiutando sempre ogni titolo onorifico. Grande amico di don Bosco, lo aiuta materialmente e moralmente nella sua missione. Papa Pio XII lo canonizzò il 22 giugno 1947.

     

    La Parola di Dio del giorno – Matteo 7,15-20

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.

    Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.

    Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

     

    Riflessione per il giorno – don Luigi Epicoco

    Molti tentativi di cambiamento del mondo sono falliti semplicemente perché abbiamo cercato di cambiare il mondo intorno a noi non comprendendo che il più grosso contributo che potevamo dare al cambiamento eravamo innanzitutto noi stessi.

    Tutto quello che di bello vorremmo vedere al mondo dobbiamo trovarlo innanzitutto dentro di noi. E tutto quello che di brutto vorremmo non ci fosse al mondo dobbiamo sradicarlo innanzitutto da dentro di noi.

    Ma non c’è bisogno di andare con il pensiero alle grandi guerre o agli squilibri climatici, a volte i cambiamenti che desideriamo riguardano casa nostra, le nostre famiglie, la cerchia dei nostri amici.

    Più che accumulare malcontento dovremmo cominciare a dire come io posso cambiare affinché tutto cambi. Io sono il vero inizio di ogni cambio.

    Io innanzitutto. E a chi non vuole dare inizio al cambiamento a partire proprio da sé stesso allora è bene ricordare che non ha nemmeno più il diritto di lamentarsi.

    Infatti lamentarsi di qualcosa che non va, può farlo solo chi ha fatto tutto quanto era in suo potere per cambiare le cose.

    Diversamente siamo solo ipocriti: “Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”. In fondo è buonsenso: non puoi pretendere dagli altri ciò che non sei disposto a fare tu per primo.

     

    Intenzione di Preghiera per il giorno

    Perché le vacanze estive siano occasione per ritrovare la serenità, il riposo e le energie che il periodo della pandemia ci ha rubato.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani: Le Crociate

    CROCIATE POPOLARI Oltre alle crociate indette dal Papa e dai vari Re e imperatori EUROPEI, ci ne furono anche altre sorte per iniziativa popolare:

    1)   CROCIATA DEI POVERI di Pietro l’eremita 1095

    2)   CROCIATA DEI BAMBINI 1212

    3)   1A CROCIATA DEI PASTORI nel 1250.

    4)   2A CROCIATA DEI PASTORI 1306.

    Delle prime due crociate si è già detto. Parliamo ora delle due CROCIATE DEI PASTORI. Un’ondata di carestia si stava diffondendo in tutta l’Europa occidentale, probabilmente a seguito di alcuni cambiamenti climatici (“la piccola era glaciale”) e la situazione economica dei contadini si era deteriorata.

    La disperazione prevalente suscitò profezie e appelli per una nuova crociata e quando la notizia del fallimento della 6.a crociata e della cattura del re Luigi IX giunse in Francia, tutti furono colpiti; il re era amato ed era inconcepibile che un uomo così pio potesse essere sconfitto dai “pagani” come allora erano definiti i musulmani.

    Si formò allora un movimento contadino nel nord Francia, guidato da uno noto come il «maestro ungherese». Pasqua 1251: migliaia di pastori e contadini con la croce, marciarono verso Parigi, armati d’asce, coltelli e bastoni.

    Arrivarono in 50.000 a Parigi, dove Bianca di Castiglia, madre del re Luigi IX, li ricevette e, in un primo momento, li sostenne. Molti partecipanti però erano criminali e quando la gente non volle più sostentarli, si diedero al saccheggio e alla distruzione non rispettando neppure le chiese e i luoghi sacri.

    Di conseguenza si scatenò contro di loro la repressione: i più furono dispersi, molti uccisi e altri ripararono in Terra Santa unendosi ai crociati.

    La 2.a crociata si organizzò invece nell’anno 1320 per iniziativa di gruppi di contadini in Normandia aizzati dalle prediche infiammate di un benedettino apostata e di un prete interdetto per la sua condotta.

    Una massa di giovani, uomini, donne e bambini marciarono su Parigi dove chiesero al Re Filippo V di incontrarli, ma lui si rifiutò.

    Respinti dal Re e condannati dal Papa scesero in Spagna devastando e saccheggiando e puntarono su Avignone dov’era la corte papale. Ma l’armata reale li schiacciò e li disperse.

     

     

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