Mercoledì 26 aprile 2023

     

    III Settimana di Pasqua 

     

    Aforisma di F. Nietzsche (1844-1900)

    “Le persone che ci donano la loro piena confidenza credono di avere per questo diritto alla nostra. Ma è un errore: coi regali non si acquistano diritti.”

     

    Preghiera colletta

    Assisti, o Padre, la tua famiglia, e a quanti nella tua bontà hai donato la grazia della fede concedi di aver parte all’eredità eterna nella risurrezione del tuo Figlio unigenito. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo di oggi

    S. Stanislao Kubista

    Nato in Alta Slesia (allora Prussia), nel 1898, Stanislaw Kubista fece la professione religiosa il 29-9-1926 e fu ordinato prete il 25-5-1927; rivestì la carica di Direttore della Casa Verbita di Górna Grupa. Attivo nell’apostolato anche come giornalista delle riviste “Il piccolo missionario”, “Il tesoro familiare” e il “Messaggero di S. Giuseppe” a cui era devoto.

    Dopo l’invasione della Polonia, fu catturato dai tedeschi il 5-2-1940 insieme ad altri confratelli e fu trasferito nel lager di Sachsenhausen in Germania. Durante il viaggio prese un raffreddore che degenerò in polmonite.

    17 giorni dopo fu ucciso da un ufficiale nazista che, considerandolo inabile al lavoro gli disse: «La tua vita non vale più niente». Poi lo calpestò fino a rompergli la clavicola e a soffocarlo. Era il 26 aprile 1940. Fu beatificato da Giovanni Paolo II il 13-6-1999 insieme ad altri 107 martiri polacchi.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 6,35-40

    Disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

    E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

     

    Riflessione da un’intervista a Papa Francesco

    I mezzi di comunicazione al giorno d’oggi hanno nelle loro mani la possibilità e la capacità di formare una buona o una cattiva opinione e in questo senso sono costruttori di società. Di per sé, sono fatti per costruire, inter-cambiare, fraternizzare, far pensare, educare e in questo senso sono positivi. È dato che tutti siamo peccatori, anche i mezzi di comunicazione hanno le loro tentazioni e possono far danno. 

    Possono essere tentati di calunnia e quindi essere usati per calunniare, sporcare la gente, il che avviene soprattutto nell’ambito della politica. Possono essere usati come mezzi di diffamazione: ogni persona ha diritto alla buona fama, anche se in passato avesse avuto un problema con la giustizia o nella vita familiare: portare questo alla luce oggi è grave, fa danno e annulla la persona! 

    Nella calunnia si mente sulla persona; nella diffamazione si scopre qualcosa che è vero, ma è già passato e per il quale si è già pagato col carcere, una multa o quel che sia. Nessuno ha diritto a fare questo che è peccato e fa male. Un’altra cosa che fa danno nei mezzi di informazione è la disinformazione cioè il dire solo una parte della verità e non l’altra.

    La disinformazione è probabilmente il danno più grande che può fare un mezzo, perché orienta l’opinione pubblica in una sola direzione, nascondendo la verità. Inoltre i media devono essere limpidi, trasparenti, e non cadere nel vizio di voler comunicare sempre e solo scandali, cose brutte, anche quando fossero verità.

    E siccome la gente ha la tendenza a nutrirsi di notizie scandalose, si può fare molto danno. Quindi direi queste quattro tentazioni. Ma i mezzi di comunicazione possono costruire, e fare bene immenso, immenso.

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché i mezzi di informazione, chi li dirige e chi vi opera siano al servizio della verità nel rispetto di tutte le persone, anche degli avversari e di chi sbaglia.  

     

    Don’t Forget! Storia dei Martiri Cristiani

    Martiri Messicani 5.A PARTE PERSECUZIONE CONTRO LA CHIESA

    La rivoluzione messicana (come molte rivoluzioni) finì in un bagno di sangue in una tragica e sanguinaria rincorsa tra avversari a uccidersi l’un l’altro: ucciso Emiliano Zapata ed eliminato Pancho Villa, il governo di VENUSTIANO CARRANZA (riconosciuto dagli Usa) rimane al potere dal 1914 al 1920.

    Fu il presidente che rimase al potere più a lungo e lasciò la traccia maggiore poiché promulgò la costituzione nel 1917; inoltre, dopo aver sconfitto ed eliminato i due leader rivoluzionari, impose l’anima moderata. La sua fu una rivoluzione strisciante, graduale, che puntava a conciliare ciò che era inconciliabile. Manco a dirlo Carranza sarà eliminato dal suo socio, il generale ÁLVARO OBREGÓN, uomo forte che governò il Messico come presidente dal 1920 fino al 1924.

    In quell’anno fu eletto alla presidenza PLUTARCO ELÍAS CALLES che applicò alla lettera le preesistenti leggi anticlericali nel paese e inasprì la legislazione anticlericale con nuovi provvedimenti. Nel giugno del 1926, promulgò la “legge di riforma del codice penale”, nota come legge Calles i cui effetti furono pesantissimi: nazionalizzazione dei i beni ecclesiastici, espulsione dei religiosi stranieri, chiusura di monasteri, conventi e scuole cattoliche, obbligo ai preti di non indossare l’abito religioso e di sposarsi.

    Gli effetti della persecuzione della Chiesa furono profondi. Fra il 1926 e il 1934 decine di sacerdoti furono assassinati. Se prima della rivolta c’erano in Messico 4.500 preti, nel 1934 ne erano rimasti solo 334 autorizzati dal governo per 15 milioni di fedeli: il resto era stato eliminato dalla emigrazione, dalle espulsioni e dagli assassinii. Nel 1935, 17 dei 32 Stati messicani erano totalmente privi di clero.

    VENUSTIANO CARRANZA

    ALVARO OBREGÒN

    PLUTARCO ELÌAS CALLES

     

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