VII Settimana Tempo Ordinario
Avvenne il 26 febbraio…
364 – I generali dell’esercito romano acclamano imperatore Valentiniano I.
1266 – Carlo I d’Angiò a Benevento, sconfigge Manfredi: fine al dominio Hohenstaufen in Italia.
1606 – Scoperta l’Australia a opera del navigatore olandese Willem Janszoon
1815 – Napoleone fugge dall’esilio nell’Isola d’Elba
1956 – XX Congresso Partito Comunista Sovietico: Krusciov inizia la destalinizzazione dell’Urss.
2001 – I quindici Stati dell’Unione europea firmano il trattato di Nizza.
Aforisma dal libro del Siracide
“Rifletti sui precetti del Signore, medita sempre sui suoi comandamenti; egli renderà saldo il tuo cuore, e il tuo desiderio di sapienza sarà soddisfatto.”
Preghiera
Il tuo aiuto, o Dio Padre onnipotente, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, perché imitando il tuo Figlio Gesù Cristo possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà e attuarlo nelle parole e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno

Vittore nacque a Troyes, in Francia, nel VI secolo. Fin da giovane fu attratto dalla vita monastica e, dopo aver ricevuto l’educazione necessaria, si ritirò in solitudine ad Arcis-sur-Aube, nei pressi di Plancy-sur-Aube. L’eremo di Vittore era situato in una foresta solitaria e appartata, dove condusse una vita di preghiera, penitenza e meditazione.
Si dedicava alla lettura dei testi sacri, alla preghiera e al lavoro manuale. Vittore era noto per la sua grande carità: aiutava i bisognosi e i poveri e dava ospitalità a chiunque bussasse alla sua porta. La sua fama di santità si diffuse rapidamente e presto accorsero da lui da tutto il territorio. S. Bernardo, fondatore dei Cistercensi, loda la santità di Vittore in un suo sermone.
Lo descrive come un uomo “dotato di grande sapienza, di pietà profonda e di carità ardente” Vittore morì ad Arcis-sur-Aube nel VI secolo. Le sue reliquie sono venerate nella chiesa di San Vittore, nel centro della città.
Parola di Dio del giorno Marco 9,38-40
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».
Riflessione di don Arturo Bellini
Mettere Gesù al primo posto è la base per vivere senza lasciarsi distrarre da troppe altre cose. Tra i detti e i fatti dei monaci del deserto vi è quello di abba Ignazio. «Quando vedeva i fratelli camminare, li osservava contento, con simpatia e amore.
Un giorno vide Filippo che, camminando, girava la testa di qua e di là, attratto da tutte le cose e da tutti i rumori. Si fermava a osservare, si girava indietro: viveva del tutto fuori di sé. Il giorno dopo, quando gli fu vicino, gli sussurrò: “Quando cammini, vedi di usare la tua fede, fratello: sappi e ricorda che nel tuo cuore è nascosto Gesù. Allora, guardando, vedrai gli angeli di Dio.
Saranno essi ad attirare il tuo sguardo e a tener desta la tua attenzione, e tu arriverai più in fretta alla meta senza sentire stanchezza”. Il discepolo ascoltò il maestro e così cominciò ad imparare il dominio di sé, degli occhi, del collo, delle orecchie, dei pensieri e del cuore».
Intenzione di preghiera
Preghiamo per la salute di Papa Francesco e di tutte le persone che soffrono, affinché il Signore lo sostenga e aiuti per il bene di tutta la chiesa.
Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani
Martiri Cristiani del Burundi 3.a parte
Martiri del Burundi: 40 seminaristi di buta
Fu durante le mattanze a opera della maggioranza Hutu che il 30-4-1997, a Buta, nel sud del Burundi, 40 seminaristi furono massacrati in nome dell’amicizia e fratellanza che volevano difendere a tutti i costi, offrendo così una testimonianza eroica. La “Svizzera d’Africa” (così era considerato il Burundi) negli anni ‘90 fu attraversata da sanguinosi scontri tribali, che opposero la maggioranza Hutu ai minoritari Tutsi. È uno scandalo che ciò sia avvenuto in un paese al 99% cristiano e per il 75% cattolico.
Inevitabile che la situazione del paese si riflettesse anche in scuole e seminari che misero in atto una rigida suddivisione di dormitori, spazi di gioco e aule tra le due etnie. Molti istituti furono obbligati a chiudere i battenti per le tensioni interetniche, ma il Seminario di Buta, diocesi di Bururi, fu un’isola felice e un esempio di serena convivenza, grazie al nuovo rettore che lavorava molto per abbattere le frontiere e per creare un clima di amicizia tra gli studenti.
Il suo accompagnamento spirituale riuscì a far superare il clima di odio e vendetta che si respirava ovunque. L’esperienza del Seminario ha dimostrato coi fatti che l’amore di Cristo è più forte delle barriere razziali e ha rappresentato uno smacco per i “signori della guerra”, che sull’impossibilità di un’intesa tra hutu e tutsi, fondavano i loro progetti di violenza e morte. «Dio è buono: noi l’abbiamo incontrato» dicevano al ritorno dal ritiro nella loro ultima Pasqua.
Col Seminario presidiato dai militari tutsi, sotto la martellante istigazione alla violenza propagandata dalla televisione, con le notizie di massacri della popolazione civile che facevano vivere in un clima di terrore e preoccupazione per la sorte delle loro famiglie, i giovani seminaristi cercarono di farsi forza e coraggio, mantenendo inalterato il ritmo delle loro attività quotidiane e la loro unione, al di là dell’odio etnico che la politica cercava di instillare.
(continua)
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