nell’immagine un dipinto di Winslow Homer
Proverbio del giorno
Chi smette di essere amico, non lo è mai stato.
Preghiera del giorno
O Dio purifica il mio cuore dall’ipocrisia, la mia condotta dalla dissimulazione, la mia lingua dalla falsità. E i miei occhi dal tradimento; perché tu davvero conosci lo sguardo traditore degli occhi e ciò che si nasconde in cuore. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen
AFRAATE IL SIRO
Vicino ad Antiochia di Siria Afraate, anacoreta, nato ed educato tra i Persiani, seguendo le orme dei magi, a Betlemme si convertì al Signore e a Edessa, si ritirò in una casa fuori le mura; ad Antiochia, infine, difese la fede cattolica dagli ariani con la predicazione e con gli scritti.
La Parola di Dio del giorno (Marco 3,31-35)
Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un’altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!». E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!». Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? Il seminatore semina la parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l’ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l’inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».
Intenzione del giorno
Preghiamo per tutti i bambini adottati e per le famiglie adottanti
Don’t forget
Compleanno di DON EUGENIO BATTAGLIA nato il 29-01-1934, missionario in Bolivia e fondatore del Centro adozioni Conventino il cui attuale direttore è don Marco Perrucchini
“Santi e beati della Carità” S. ANGELA MERICI Brescia 1476-1540 |
Nacque da Giovanni, di piccola nobiltà bresciana decaduta e da Caterina dei Bianchi di Salò, a Desenzano del Garda, una piccola città sulla costa sud-ovest del Lago di Garda in Lombardia, in una casa ai piedi del Castello, nel territorio dell’allora Repubblica di Venezia. Dopo qualche tempo la famiglia si trasferì alle Grezze, nel retroterra del borgo. Rimase orfana a dieci anni insieme all’ultima sorella si trasferì a casa di suo zio a Salò. Quando la sorella morì improvvisamente senza aver ricevuto unzione degli infermi, la giovane Angela ne fu angosciata; divenne terziaria francescana e accrebbe le preghiere e mortificazioni per l’anima di sua sorella; si narra che ebbe una visione nella quale sua sorella era in compagnia degli angeli in Paradiso. A vent’anni suo zio morì e lei tornò alla casa paterna a Desenzano. Convinta che il maggior bisogno ai tempi era dare una migliore istruzione nei rudimenti della religione cattolica alle giovani ragazze, trasformò la sua casa in una scuola dove, a intervalli stabiliti, riuniva alcune bambine di Desenzano e insegnava loro il catechismo. La vita della santa narra che un giorno, mentre era in estasi, ebbe una visione in cui le fu rivelato che doveva fondare un’associazione di giovani donne che dovevano dedicare la vita all’educazione religiosa delle giovani ragazze. Dopo aver fondato una scuola a Desenzano, fu invitata nella città vicina, Brescia, per fondarvi una scuola simile. Angela accettò l’invito e giunse a Brescia nel 1516. Nel 1524, durante un pellegrinaggio in Terra Santa, divenne improvvisamente cieca mentre era sull’isola di Creta, ma continuò il suo viaggio sui luoghi santi e guarì al ritorno mentre stava pregando davanti a un crocifisso nello stesso posto dove era stata colpita dalla cecità poche settimane prima. Nel Giubileo del 1525, si recò a Roma per ottenere l’ind28ulgenza: papa Clemente VII che aveva sentito parlare di lei e del suo successo come insegnante religiosa di giovani ragazze, la invitò a restare a Roma; ma Angela, che scansava la pubblicità, ritornò a Brescia. Il 25 novembre 1535, Angela scelse 28 vergini e pose le fondamenta dell’ordine delle Orsoline in una piccola casa vicino la Chiesa di S. Afra a Brescia. La Regola della Compagnia di Sant’Orsola è approvata l’8 agosto 1536. Il 18 marzo 1537 Angela venne eletta “Superiora e Madre Generale” a vita. Alla fine del 1539 detta i Legati ed i Ricordi quale testamento spirituale nel quale Angela indica le linee del suo metodo educativo, basato tutto nel rapporto di sincero amore tra educatore ed educando e sul pieno rispetto delle libertà altrui. Così lascia scritto alle Orsoline: “Vi supplico di voler ricordare e tenere scolpite nella mente e nel cuore, tutte le vostre figliole ad una ad una; e non solo i loro nomi, ma ancora la condizione e indole e stato e ogni cosa loro. Il che non vi sarà difficile, se le abbracciate con viva carità… Impegnatevi a tirarle su con amore e con mano soave e dolce, è non imperiosamente e con asprezza, ma in tutto vogliate essere piacevoli. Soprattutto guardatevi dal voler ottenere alcuna cosa per forza; perché Dio ha dato a ognuno il libero arbitrio e non vuole costringere nessuno, ma solamente propone, invita e consiglia…”. Angela muore il 27 gennaio 1540, quando la Compagnia contava circa 150 aderenti e viene sepolta nella chiesa di S. Afra a Brescia. Fu beatificata nel 1768 da Clemente XIII e canonizzata nel 1807 da Pio VII.
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