II Settimana di Natale
Avvenne il 3 gennaio …
1521 – Papa Leone X scomunica Martin Lutero con la bolla “Decet Romanum Pontificem”.
1925 – Benito Mussolini, alla Camera dei Deputati si assume la responsabilità dell’omicidio Matteotti.
1954 – In Italia iniziano ufficialmente, su un unico canale Rai, le trasmissioni televisive.
1959 – L’Alaska aderisce come 49º stato degli Stati Uniti d’America.
2004 – Boeing 737 con 148 persone, quasi tutti turisti francesi, precipita dopo il decollo dall’aeroporto di Sharm el-Sheikh. Nessun superstite.
Aforisma di M. Teresa di Calcutta
Ieri è passato. Domani non è ancora arrivato. Abbiamo solo oggi: cominciamo.
Preghiera
O Dio, tu hai voluto che l’umanità del Salvatore, nella sua mirabile nascita dalla Vergine Maria, non fosse sottoposta alla comune eredità dei nostri padri: fa’ che, liberati dal contagio dell’antico male, possiamo anche noi far parte della nuova creazione, iniziata da Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
È nel nome del Padre, Figlio e Spirito Santo che ii cristiano vive ogni attimo della sua vita e lo esprime con il segno della Croce. E nel nome di Gesù le prime comunità cristiane trovarono la loro radice, perché la loro fede in lui distingueva e definiva l’identità.
Per questo la devozione al nome di Gesù ha sempre accompagnato la storia della Chiesa, raggiungendo il proprio apice tra il XIV e il XV secolo quando S. Bernardino da Siena realizzò il trigramma con la sigla IHS (prime tre lettere del nome di Gesù in greco), all’interno di un sole con 12 raggi su sfondo azzurro. Grazie a questo santo il culto si diffuse ed entrò nel calendario liturgico.
Nel 1530 Papa Clemente VII autorizzò l’Ordine francescano a recitare l’Ufficio del SS. Nome di Gesù. Giovanni Paolo II ha ripristinato al 3 gennaio la memoria facoltativa nel Calendario Romano.
Parola di Dio del giorno Giovanni 1,29-34
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Riflessione detti e fatti dei nuovi padri del deserto
Un discepolo di abba Lorenzo gli riferì ciò che il monaco Desiderio aveva detto di lui e cioè che aveva commesso un’azione scorretta, anzi disonesta. Lorenzo si offese e si irritò molto, sfogando ira e rabbia. Nei giorni seguenti la sua preghiera fu disturbata, e anche i suoi colloqui con le altre persone così che non riusciva più a donare Spirito Santo a nessuno.
Finalmente l’angelo custode bussò al cuore di Lorenzo: “Che hai, amico mio? Che cosa ti turba? Perché sei tanto agitato?”. “Non sai quello che Desiderio ha fatto e ha detto di me?”, rispose l’abba al suo angelo il quale riprese: “Se anche avesse combinato qualcosa, perché ti agiti? Non c’è il Signore Gesù tra te e lui? E poi, sei sicuro che il tuo discepolo abbia visto tutto e ti abbia riferito anche i precedenti e le intenzioni di abba Desiderio? E tu hai capito esattamente? E se il tuo discepolo fosse stato ingannato dalla tentazione? Su, prima di prendertela, va’ da Desiderio e chiedigli se quello che ti è stato riferito è vero, se è vero del tutto o solo in parte, o se è del tutto tutto falso”.
Nella notte l’angelo lo avvicinò di nuovo: “D’ora in poi farai il contrario di come sei abituato: quando uno ti parla bene di una persona, credigli subito, e quando ti parla male, prima di credergli e di cedere all’ira, verifica insieme all’interessato”. Lorenzo faceva fatica ad accettare, anche se capiva che proprio così avrebbe dovuto fare, ma ci volle qualche tempo perché la sua irritazione gli permettesse l’incontro. Quando questo avvenne si rese conto di dover chiedere perdono ad abba Desiderio, che si rivelò essere santo discepolo del Signore.
Intenzione di preghiera
Perché Dio ricompensi e benedica che ci ha voluto bene e fatto del bene nell’anno appena concluso.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo Pittori impressionisti
BERTHE MORISOT: LA CULLA (LE BERCEAU)
1872, olio su tela 56×46 cm – Museo d’Orsay, Parigi
Le Berceau è il titolo originale, in francese, del dipinto conosciuto in italiano come La Culla, opera della pittrice francese, BERTHE MORISOT (1841 – 1895) nota per essere stata una dei fondatori del movimento impressionista. Protagonista del dipinto è una delle due sorelle di Berthe, Edma, seduta accanto alla culla della figlioletta Blanche. La pittrice francese affrontò per la prima volta il tema della maternità proprio con questo dipinto, ma il soggetto, in seguito, diventerà uno dei preferiti dell’artista.
L’opera raffigura una scena intima che rivela il rapporto affettuoso tra madre e figlia. Nel dipinto, le scelte compositive e formali mettono in evidenza proprio questo legame: i volti delle due protagoniste sono uniti da una diagonale compositiva. Inoltre, il gesto di proteggere con un velo la piccola dallo sguardo dell’osservatore rivela l’intenzione protettiva della madre. Il legame profondo che esiste tra madre e figlia infine, è rappresentato dalle braccia piegate delle due come a sottolinearne l’affinità psicologica.
Quanto alla tecnica pittorica le pennellate rapide, luminose e molto fluide della pittrice ricordano da vicino Édouard Manet, che lei conosceva bene in quanto suo cognato (aveva sposato infatti suo fratello). La Morisot partecipò con La Culla alla mostra impressionista del 1874 diventando la prima donna a esporre le sue opere con il gruppo.
Il quadro venne a malapena notato, ma alcuni tra i principali critici ne colsero la grazia e l’eleganza. Dopo aver cercato invano di vendere il quadro, Berthe Morisot non lo mostrerà più in pubblico e l’opera sarà conservata dalla famiglia di Edma fino alla sua acquisizione da parte del museo del Louvre nel 1930.
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