17.a settimana tempo ordinario
Avvenne il 30 luglio…
762 – Fondazione della città di Baghdad
1756 – L’architetto Bartolomeo Rastrelli presenta all’imperatrice Elisabetta di Russia il Palazzo di Caterina completo dopo circa 40 anni di lavori
1792 – A Parigi viene eseguita pubblicamente per la prima volta La Marsigliese
1971 – Programma Apollo: l’Apollo 15 atterra sulla Luna
1974 – Scandalo Watergate: il presidente statunitense Richard Nixon cede le registrazioni della Casa Bianca su ordine della Corte suprema degli Stati Uniti
Aforisma di S. Ambrogio
“Chi gode della caduta altrui, gode della vittoria del diavolo. Perciò rattristiamoci piuttosto quando sentiamo che si è perduto un uomo, uno per cui è morto il cristo stesso.”
Preghiera Colletta
O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno

Nel 433 venne consacrato vescovo di Ravenna, dal Papa in persona, Sisto III. Il soprannome di Pietro è «Crisologo», che significa «dalle parole d’oro».
La sua identità di uomo e di vescovo viene fuori chiaramente dai documenti che possediamo, circa 180 sermoni nei quali troviamo lui in persona, con una cultura apprezzabile in quei tempi e tra quelle vicende, e soprattutto col suo calore umano e con lo schietto vigore della sua fede.
Ravenna ai tempi di Pietro è una città crocevia di problemi e di incontri. Dall’Oriente lo consulta l’archimandrita Eutiche, in conflitto dottrinale col patriarca di Costantinopoli e con gran parte del clero circa le due nature in Gesù Cristo.
Il vescovo di Ravenna gli risponde rimandandolo alla decisione del Papa (che ora è Leone I) «per mezzo del quale il beato Pietro continua a insegnare, a coloro che la cercano, la verità della fede». Una rigorosa indicazione, espressa sempre con linguaggio amico, con voce cordiale.
Parola di dio Matteo 13,44-46
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Riflessione di don Arturo Bellini su don Bepo
«Custodi nos, Domine, ut pupillam oculi». (Custodisci noi, Signore, come la pupilla degli occhi. È un versetto del salmo 17). Don Bepo Vavassori con questa invocazione si rivolge direttamente a Dio perché lo custodisca come cosa preziosa, come preziose sono le pupille per gli occhi. Chiede di essere custodito per essere, a propria volta, capace di custodire e di stare nella fatica che si avverte quando ci si sente scomodi, quando non si sa subito come procedere per risolvere le questioni.
Don Bepo è prete per sensibilità e formazione lontano dall’indifferenza verso l’altro, soprattutto se debole o fragile…; anche perché – scrive il prof. Ivo Lizzola in una bella e profonda riflessione sul valore del custodire – «l’indifferenza verso l’altro finisce per approdare all’indifferenza verso la parte più profonda di sé. Andare nel profondo – prosegue – è un atto che comincia da sé stessi». Come non essere indifferenti? Anzitutto – scrive il prof. Lizzola – facendo spazio alla scomodità di avvertire in noi il senso di incertezza e di fragilità. Cosa però impegnativa. Comporta «sapersi fare vuoti per poter fare spazio all’altro e al mondo, per riceverlo e accoglierlo così com’è, con la sua capacità di fiorire e con le sue ferite».
Accogliere le sventure e le ferite dell’altro e del mondo significa tenere in sé anche la propria sofferenza… non rifuggirla…accettare il vuoto e l’incertezza…accogliere la propria vulnerabilità. Ci vuole tempo, impegno a proteggere, a vegliare, a tenere tutto in sé e allo stesso tempo disponibilità a esporsi. Don Bepo nella sua vita ha sempre tenuto fermo i punti di riferimento essenziali: Amore, carità e pietà sono stati i tre pilastri della sua grande operosità.
Amore per tutti, carità e pietà per ognuno. E poiché il buon seme sulla buona terra dà la pianta sana, don Giuseppe Vavassori volse la sua cura ai fanciulli facendo proprio l’invito di Gesù ai discepoli: «Lasciate che i fanciulli vengano a me». Non temiamo di dimorare presso le nostre ceneri. La maggior parte di noi è inquieta, se non addirittura smarrita quando appare, in modo più o meno brutale, la propria debolezza. Alcuni arrivano perfino a fuggire: bisogna fare esperienza dell’amore di Dio per osare la compassione da una vita che sente di essere preziosa agli occhi di Dio sgorga abbondante l’amore autentico.
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché accettiamo che la nostra forza non consiste nell’essere perfetti, nel sentirci immuni da colpa, ma nel mettere tutto della nostra vita, anche ciò che ci umilia e ci vergogna, nelle mani e nel cuore di Dio, fidandoci della sua e non della nostra bontà.
Don’t forget! UNFORGETTABLE AFRICA! 4°
MERAVIGLIE NATURALI DELL’AFRICA
Continuiamo a proporre le meraviglie naturali dell’Africa, per una conoscenza più approfondita.
DESERTO DEL NAMIB – NAMIBIA
Copre 30.000 Km2 del Parco Namib-Naukluft ed è il deserto più antico del mondo: la sua sabbia risale a quasi 5 milioni di anni fa. Il Deserto Namib ingloba pure la zona di Sossusvlei dove c’è la duna 45, la duna di sabbia più alta al mondo, di 170 metri. Nel deserto, unico e magico, si trovano molte specie di animali endemiche della zona: i grandi mammiferi elefanti zebre, giraffe e leoni del deserto o animali più piccoli come i suricati.
RISERVA NATURALE TSINGY di BEMARAHA
È situata sulla costa ovest del Madagascar. A causa della geografia unica, delle ben conservate foreste di mangrovia, degli uccelli e de tante varietà di lemuri, è entrata a far parte dei patrimoni umanità Unesco dal 1990. La attuale riserva naturale integrale copre 853 km² ed è caratterizzata dalla presenza di tsingy, le caratteristiche formazioni rocciose calcaree di origine carsica, che hanno l’aspetto di guglie rocciose e taglienti, tra cui scorre il fiume Manambolo.
KILIMANJARO IL TETTO DELL’AFRICA
Il KILIMANJARO che si trova in Tanzania, è un vulcano spento e la vetta più alta dell’intera Africa coi suoi 5.895 m. e insieme alla savana e alle foreste circostanti copre un’area di 75.000 Km2 di riserve ed aree naturali (1/4 dell’intera Italia) tra le più suggestive e grandiose di tutta l’Africa Questo mix di natura tra pianura e montagna offre paesaggi unici facendosi amare dai fotografi di tutto il mondo.
PARCO NAZIONALE DI BWINDI
Il Bwindi Impenetrable National Park è un parco nazionale dell’Uganda che si estende per 331 km2, in un’area caratterizzata da foresta tropicale o giungla e zone montuose. Si trova fra il confine con la Repubblica Democratica del Congo (nel Parco nazionale di Virunga) e la Rift Valley. La foresta impenetrabile deve il nome al fatto che gran parte del parco è raggiungibile con difficoltà e solo a piedi e per la presenza dei gorilla.
ATOLLO d’ALDABRA appartiene alle Seychelles ed è il secondo atollo più esteso del mondo. È lungo 34 km, largo 14,5 km, alto 8 metri s.l.m. e copre una superficie di 155,4 km². La laguna, nel complesso, occupa 224 km², (come l’isola d’Elba) di cui circa i due terzi emergono durante la bassa marea. L’atollo è composto da un anello di 4 isole maggiori e 40 minori e scogli. Affiora nell’Oceano Indiano, ed è poco visitato: ospita 100.000 tartarughe giganti d’Aldabra e solo 12 persone. L’atollo è inserito tra i Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO ed è noto anche per le sue tartarughe verdi, quelle embricate e varie specie di uccelli, compreso il rallo di Cuvier, l’ultimo uccello dell’Oceano Indiano incapace di volare.
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