XXVI Settimana Tempo Ordinario
Accadde il 4 – 10 – …
1582 – Papa Gregorio XIII introduce il calendario gregoriano. In Italia, Polonia, Portogallo e Spagna, al 4-10 di quell’anno seguì direttamente il 15 ottobre, saltando 10 giorni
1957 – Viene lanciato lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale a orbitare intorno alla Terra.
1963 – L’uragano Flora imperversa su Cuba e Haiti uccidendo 6.000 persone
1964 – Il presidente del Consiglio Aldo Moro inaugura l’Autostrada del Sole
1965 – Paolo VI è il primo Papa a fare visita ufficiale negli Stati Uniti
Aforisma di S. Francesco
Non appoggiarti all’uomo: deve morire: Non appoggiarti all’albero: deve seccare. Non appoggiarti al muro: deve crollare. Appoggiati a Dio, a Dio soltanto. Lui rimane sempre!
Preghiera di S. Francesco
O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio. Dammi una fede retta, speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda. Dammi, Signore, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà. Amen.
Santo del giorno
Francesco nacque ad Assisi nel 1182 ed era figlio di un mercante. Da giovane aspirando a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina, cercò la gloria nelle imprese militari, finché comprese di dover servire solo Dio. Si diede a una vita di penitenza e solitudine in povertà, dopo aver abbandonato la famiglia e i beni terreni.
Nel 1209 iniziò a predicare il Vangelo nelle città, mentre si univano a lui i primi discepoli. Con loro si recò a Roma per avere dal papa Innocenzo III l’approvazione della sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d’Italia: dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che chiamava “frati” (=fratelli).
Accolse la giovane Chiara che diede inizio al 2° Ordine francescano, e fondò un 3° Ordine per quanti desideravano vivere con regole adatte ai laici. Morì la sera del 3-10-1226 presso S. Maria degli Angeli ad Assisi. Canonizzato da Gregorio IX nel 1228 è Patrono d’Italia con S. Caterina da Siena.
Parola di Dio Matteo 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Riflessione dal libro di Éloi Leclerc “La sapienza di un povero”
“Sai fratello, in che cosa consiste la purezza del cuore?” chiese Francesco a frate Leone. “Nel non aver nessuna colpa da rimproverarsi” ribatté Leone senza esitare. “Allora comprendo la tua tristezza – soggiunse Francesco – giacché abbiamo sempre qualcosa da rimproverarci”. “Si – soggiunse Leone – ed è questo pensiero che mi fa disperare di attingere un giorno la purezza del cuore.” “Ah, frate Leone credimi -ribatté Francesco – non ti preoccupare tanto della purezza dell’anima tua. Volgi lo sguardo a Dio. Ammiralo, rallegrati di lui che è tutto e soltanto santità. Rendigli grazia per lui stesso.
Questo, significa avere il cuore puro. E quando ti rivolgi a Dio così, guardati bene dal tornare a ripiegarti su te stesso. Non chiederti mai a che punto sei con Dio. La tristezza che provi nel sentirti imperfetto e peccatore è un sentimento umano, troppo umano. Bisogna guardare più in alto, molto più in alto. C’è Dio, l’immensità di Dio e il suo inalterabile splendore. Il cuore puro è quel cuore che non cessa di adorare il Signore vivo e vero. Il cuore puro non si interessa che alla esistenza stessa di Dio, ed è capace, pur in mezzo alle sue miserie, di vibrare al pensiero dell’eterna innocenza e dell’eterna gloria di Dio.
Un cuore siffatto è al tempo stesso sgombro e ricolmo. Gli basta che Dio sia Dio. In questo pensiero il cuore trova tutta la sua pace, e tutta la sua gioia. E Dio stesso diventa allora tutta la sua santità”. “Dio, nondimeno, esige da noi che ci si sforzi di essergli fedeli” fece osservare Leone. “Sì, senza dubbio. – disse Francesco – Ma la santità non consiste in un compimento del proprio essere, né in uno stato di pienezza.
La santità consiste in un vuoto che si scopre in noi e si accetta, e che Dio ricolma di sé nella misura in cui ci si apre alla sua pienezza. La nostra miseria, se viene accettata, diventa lo spazio libero dove Dio può ancora creare. Il Signore non consente a nessuno di togliergli la gloria. Egli è il Signore, l’Essere unico, il solo Santo. Ma prende per mano il povero, lo estrae dal suo fango e lo invita a sedere fra i principi del suo popolo, perché prenda visione della sua gloria».
Intenzione di Preghiera
Preghiamo il Dio di misericordia, che in S. Francesco ci ha offerto un’immagine vivente di Gesù crocifisso, affinché santifichi la sua Chiesa e la renda annunciatrice credibile del Vangelo.
Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani
MARTIRI CRISTIANI della CAMBOGIA VITTIME dei KHMER ROSSI (2.a parte)
LA SHOAH CAMBOGIANA
Per le proporzioni, i tempi e i modi in cui venne realizzato il massacro di cui fu vittima la popolazione cambogiana, questo orrore può essere considerato il più simile alla Shoà; anche se, rispetto a quest’ultima, fino alla denuncia pubblica che accompagnò la sconfitta dei paranoici assassini, ci fu chi la sostenne e la appoggiò politicamente.
Lo fece una parte del comunismo internazionale, lo fecero tanti intellettuali e personaggi di primo piano della cultura progressista internazionale come Noam Chomsky e di Edward Herman e in casa nostra Tiziano Terzani icona di un giornalismo che trovava enormi consensi nel mondo della sinistra radical-chic e un po’ tutta la sinistra italiana, salvo poi a ricredersi quando vennero alla luce gli orrori del regime Khmer.
Accadde, così, che milioni di cambogiani furono massacrati in nome di una ideologia aberrante che pretendeva di cambiare la natura umana per aggiogarla ad un paranoico progetto di liberazione, senza che la notizia rimbalzasse adeguatamente sulla stampa e senza che l’opinione pubblica ne venisse a conoscenza. Anzi in troppi a sinistra si mobilitarono a favore dei macellai di Phnom Pen con appelli all’opinione pubblica a “sviluppare un grande movimento di solidarietà e appoggio ai combattenti,” nel quale si aggiungeva che “ogni democratico, ogni comunista, sia come sempre e più di sempre al loro fianco”.
La disinformazione, voluta, arrivò a tal punto che, sull’Unità il giornalista Emilio Sarzi Amadè, sostenne che padre Gheddo (testimone e conoscitore dei fatti) diffondesse storie diffamatorie nei confronti dei governanti cambogiani calunniandolo come “missionario finanziato dalla CIA”. Solo anni dopo il fallimento inglorioso di quella vicenda tutti costoro cominciarono ad ammettere (a denti stretti) che si erano sbagliati, il primo proprio Terzani.
Nessun commento
È possibile postare il commento di prima risposta.