Mercoledì della settimana santa
Aforisma da Isaia 50,4-9
“È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?”
Preghiera del giorno
Padre misericordioso, tu hai voluto che il Cristo tuo Figlio subisse per noi il supplizio della croce per liberarci dal potere del nemico: donaci di giungere alla gloria della risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Nato a Valencia nel 1350, Vincenzo visse al tempo del grande scisma d’Occidente, quando i papi erano 2 e poi 3 e si trovò al centro della divisione che minacciava il vertice della Chiesa.
Giovane domenicano, fu notato da Pietro de Luna, legato del papa avignonese, seguendo il quale si rese conto che la Chiesa aveva bisogno di unità e di riforma morale.
Cominciò allora la sua attività di predicazione. Nel 1394 il suo protettore, divenuto papa con il nome di Benedetto XIII, lo nomina suo confessore, cappellano domestico, penitenziere apostolico. Egli intensifica l’attività ma nel 1398 si ammala e in una visione gli appare Gesù con S. Domenico e S. Francesco. Vincenzo intraprende campagne di predicazione in Spagna, Svizzera e Francia, contribuendo in modo decisivo alla fine dello scisma e al miglioramento dei costumi. Morì a Vannes nel 1419.
Parola di dio del giorno Matteo 26,14-25
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici.
Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà.
Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbi, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
Riflessione Centro culturale gli scritti
Così ha scritto Andrea Camilleri, in “La lingua batte dove il dente duole” dialogo sulla lingua italiana tra Andrea Camilleri e Tullio De Mauro, edito da Laterza: «Al liceo avevo un professore di italiano che si chiamava Emanuele Cassesa. Era uno scioperato, passava le notti nelle bische clandestine, ma ci spiegava Dante in un modo straordinario.
Aveva la capacità di smontare il testo, riducendolo a delle concretezze, da noi facilmente afferrabili e poi ricostruirlo poeticamente trascinandoci nel turbinio di sensazioni e di idee e tornare ai livelli di Dante. L’intera classe, 27 imbecilli, semplicemente lo capiva. Ci tenne tre sole lezioni su Dante, poi disse: “Basta, le lezioni sono finite perché lo stipendio che mi passa lo Stato equivale a tre sole mie lezioni”. Protestammo tutti.
Allora Cassesa disse: “Va bene, se ci tenete proprio a queste lezioni, allora mi pagate voi privatamente. Non pretendo molto, un pacchetto di sigarette Macedonia a settimana”. Così ci tassammo e diventammo esosi, Cassesa doveva fare lezione fino al tocco della campanella, non terminare un secondo prima, perché pagavamo e lo pretendevamo. Solo dopo capii che era un suo abilissimo modo per fregarci tutti».
Intenzione di preghiera
Perché questa settimana sia vissuta da tutti i battezzati in atteggiamento di conversione (confessione) di comunità (eucaristia) di servizio (carità) e di impegno (digiuno).
Don’t Forget! Storia dei Martiri Cristiani
Martiri messicani 2.A PARTE CENNI DI STORIA DEL MESSICO
La preistoria Messicana si sviluppa a partire da 30.000 anni prima di Cristo: si calcola infatti che proprio in quel periodo le popolazioni nomadi delle steppe siberiane abbiano attraversato lo stretto di Bering grazie alle glaciazioni che avevano creato un ponte fra l’Asia e l’Alaska e cominciarono ad abitare e a colonizzare il continente che sarebbe stato poi chiamato America.
Quei nuovi territori furono abitati da popoli cacciatori e raccoglitori fino al IX millennio a.C. quando prese a svilupparsi l’agricoltura (ma la coltivazione del mais non cominciò fino al V millennio a.C.). Nel 1200 prima di Cristo appare quella che sarà considerata la “cultura madre” di tutte le antiche civiltà messicane: gli OLMECHI la cui area di influenza si amplierà poco a poco fino a comprendere l’attuale Salvador.
Si succedettero poi altre prestigiose civiltà come TEOTIHUACAN (100 – 650 d.C.), gli ZAPOTECHI (200-700 d. C.) i MAYA che giunsero dal Nord intorno al 2000 a.C. e, una volta abbandonato il nomadismo si stanziarono nell’area compresa tra lo Yucatan (Messico) e l’odierno Guatemala. Poi appare la civiltà TOLTECA e verso il XIII secolo quella AZTECA (o Mexica) civiltà dominante al tempo della conquista spagnola.
Con la scoperta del nuovo mondo da parte di Cristoforo Colombo e la conquista spagnola a opera di Hernan Cortés nel 1520 l’impero Azteca crolla definitivamente ed inizia il “Virreinato de la Nueva España” il cui territorio, oltre all’attuale Messico arriverà a coprire gran parte del sud degli odierni USA tra cui California, Arizona, New Mexico e Texas e si fonderanno alcune delle principali città messicane: Città del Messico (sulle rovine di Tenochtitlán, antica capitale azteca), Guadalajara, Puebla e Monterrey.
I successivi tre secoli di dominazione spagnola (1525 – 1821) faranno del Messico la nazione latina, ispanica, cattolica e meticcia che conosciamo oggi e il cui simbolo più rappresentativo e amato è la Virgen de Guadalupe che svolgerà un ruolo fondamentale anche nel fenomeno dei martiri messicani.
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