IV Settimana Tempo Ordinario
Avvenne il 5 febbraio…
1576 – Enrico di Navarra si converte al cattolicesimo per assicurarsi i diritti sul trono di Francia (“Parigi val bene una Messa” avrebbe detto).
1885 – Le truppe italiane occupano Massaua, in Eritrea.
1944 – Dopo pestaggio dei nazifascisti, Leone Ginzburg è trovato morto nella cella di Regina Coeli.
1988 – Manuel Noriega è accusato di traffico di droga e riciclaggio di denaro sporco.
2000 – La nazionale italiana di rugby esordisce al Sei Nazioni.
Aforisma dal libro del Siracide 4,20
“Non arrossire di confessare i tuoi peccati, non opporti alla corrente di un fiume. Non sottometterti a un uomo stolto, e non essere parziale a favore di un potente.”
Preghiera
Donaci, o Signore, la tua misericordia per intercessione di sant’Agata, vergine e martire, che sempre ti fu gradita per la forza del martirio e la gloria della verginità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Nacque nei primi decenni del III secolo a Catania da ricca e nobile famiglia cristiana. A 15 anni volle consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso portato dalle consacrate.
Il proconsole di Catania Quinziano, ebbe l’occasione di vederla, se ne invaghì, e in forza dell’editto dell’imperatore Decio, l’accusò di vilipendio della religione di Stato, quindi la fece portare al Palazzo pretorio. I tentativi di seduzione del proconsole non ebbero risultato così che l’uomo imbastì un processo contro di lei.
Interrogata e torturata Agata resisteva: Quinziano al colmo del furore le fece anche strappare o tagliare i seni con enormi tenaglie. Ma la giovane, dopo una visione, fu guarita. Fu ordinato allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto evitò l’esecuzione. Il proconsole la fece riportare agonizzante in cella, dove morì. Era il 251.
Parola di Dio del giorno Marco 6,1-6
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data?
E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Riflessione del giorno
Discorso all’Onu di Malala, 16nne pakistana ferita dai talebani / 2.a parte
I talebani pensano che Dio sia un piccolo esseruccio conservatore che punterebbe la pistola alla testa delle persone solo per il fatto che vanno a scuola. Questi terroristi sfruttano il nome dell’islam per i loro interessi. Il Pakistan è un Paese democratico, amante della pace. I Pashtun vogliono educazione per i loro figli e figlie. L’Islam è una religione di pace, umanità e fratellanza, che dice: è un preciso dovere dare un’educazione a ogni bambino. La pace è necessaria per l’istruzione.
In molte parti del mondo, in particolare il Pakistan e l’Afghanistan, il terrorismo, la guerra e i conflitti impediscono ai bambini di andare a scuola. Siamo stanchi di queste guerre. Donne e bambini soffrono in molti modi in molte parti del mondo. In India, bambini innocenti e poveri sono vittime del lavoro minorile. Molte scuole sono state distrutte in Nigeria. La gente in Afghanistan è colpita dall’estremismo. Le ragazze devono lavorare in casa e sono costrette a sposarsi in età precoce.
La povertà, l’ignoranza, l’ingiustizia, il razzismo e la privazione dei diritti fondamentali sono i principali problemi che uomini e donne devono affrontare. Oggi mi concentro sui diritti delle donne e sull’istruzione delle ragazze, perché sono quelle che soffrono di più. C’era un tempo in cui le donne hanno chiesto agli uomini di difendere i loro diritti. Ma questa volta lo faremo da sole…ora è il momento di alzare la voce. Oggi invitiamo i leader mondiali a cambiare le loro politiche a favore della pace e della prosperità.
Chiediamo ai leader mondiali che i loro accordi servano a proteggere i diritti delle donne e dei bambini. Accordi che vadano contro i diritti delle donne sono inaccettabili. Facciamo appello a tutti i governi affinché garantiscano un’istruzione gratuita e obbligatoria in tutto il mondo per ogni bambino; affinché combattano il terrorismo e la violenza; proteggano i bambini dalla brutalità e dal dolore. Invitiamo le nazioni sviluppate a favorire l’espansione delle opportunità di istruzione per le ragazze nel mondo in via di sviluppo.
Facciamo appello a tutte le comunità affinché siano tolleranti, rifiutino i pregiudizi basati sulle caste, la fede, la setta, il colore, e garantiscano invece libertà e uguaglianza per le donne in modo che esse possano fiorire. Noi non possiamo avere successo se la metà del genere umano è tenuta indietro. Esortiamo le nostre sorelle di tutto il mondo a essere coraggiose, a sentire la forza che hanno dentro e a esprimere il loro pieno potenziale. Vogliamo scuole e istruzione per il futuro luminoso di ogni bambino.
Continueremo il nostro viaggio verso la nostra destinazione di pace e di educazione. Nessuno ci può fermare. Alzeremo la voce per i nostri diritti e la nostra voce porterà al cambiamento. Noi crediamo nella forza delle nostre parole. Le nostre parole possono cambiare il mondo, perché siamo tutti insieme, uniti per la causa dell’istruzione. E se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo, cerchiamo di armarci con l’arma della conoscenza e di farci scudo con l’unità e la solidarietà.
Non dobbiamo dimenticare che milioni di persone soffrono la povertà, l’ingiustizia e l’ignoranza. Non dobbiamo dimenticare che milioni di bambini sono fuori dalle loro scuole. Non dobbiamo dimenticare che i nostri fratelli e sorelle sono in attesa di un luminoso futuro di pace. Cerchiamo quindi di condurre una gloriosa lotta contro l’analfabetismo, la povertà e il terrorismo, dobbiamo imbracciare i libri e le penne, perché sono le armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. L’istruzione è l’unica soluzione. L’istruzione è la prima cosa. Grazie
Intenzione di preghiera
Preghiamo in questa settimana dedicata a don Bosco e a don Bepo perché Dio protegga il Patronato S. Vincenzo e tutte le persone che ne fanno parte.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
FEDERICO FARUFFINI, LA LETTRICE
1864 olio su tela, 41 x 59 cm. Milano, Galleria d’arte moderna.
FEDERICO FARUFFINI (1831-1869) pittore e incisore italiano attivo a Milano e a Parigi (dove soggiornò dal 1865 al 1867), può essere considerato un precursore della Scapigliatura. Abbandonata la tradizionale pittura di storia, con la quale vinse anche alcuni premi, raggiunse uno stile del tutto personale, contribuendo al rinnovamento pittorico poi attuato dalla scapigliatura milanese. La sua grande sensibilità cromatico-luministica è pienamente rivelata nel quadro La lettrice (1864), suo indiscusso capolavoro.
Questo dipinto che oggi presentiamo raffigura un momento silenzioso di vita domestica e cerca di coglierne l’intima atmosfera. Una giovane donna è raffigurata mentre legge un romanzo, comodamente seduta su un divano rosso, con una sigaretta accesa nella mano. Sul tavolo di fronte a lei sono sparsi alcuni oggetti: qualche libro, una viola nel bicchiere, una penna, una candela spenta e una bottiglia. Una luce suggestiva segue percorsi immaginari.
Illumina il braccio in primo piano della donna e le pagine del libro che questa legge ma lascia in penombra il suo volto, di cui s’intravede appena il profilo delicato. La pittura sfrangiata della veste e della pagina colpita dalla luce si contrappone a quella più netta e definita dei libri scuri sulla sinistra; è come se l’artista avesse voluto mettere improvvisamente a fuoco un piccolo frammento di realtà quotidiana, a contrastare ed esaltare al tempo stesso la sua malinconica atmosfera da sogno.
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