3.a settimana di Quaresima
nel video il brano musicale di Roberto Cacciapaglia – Figlia del cielo
Frase del Giorno
“Un Dio che si capisce non è un Dio”. S. GIOVANNI CRISOSTOMO.
Iniziamo la Giornata pregando
Signore, i nostri egoismi e debolezze ci portano tutti i giorni ad avere tensioni e rancori verso chi ci sta vicino. Aiutaci, con la Tua Parola, a vivere la beatitudine del perdono verso i nostri fratelli, così come Tu hai perdonato noi. Insegnaci la gioia di perdonare gli altri, con un cuore puro e gentile. Così da poter anche noi godere del Tuo caritatevole perdono. Amen.
Perpetua e Felicita – Martiri
Chiusa in carcere, fa il diario dei suoi ultimi giorni, descrivendo la prigione affollata, il tormento della calura; annota nomi di visitatori, racconta sogni e visioni. Siamo a Cartagine, anno 203: chi scrive è la gentildonna Tibia Perpetua, 22 anni, sposata e madre di un bimbo. Accanto a lei c’è Felicita, figlia di suoi servi e in gravidanza avanzata e tre uomini: Saturnino, Revocato e Secondulo. Tutti condannati a morte perché cristiani che stanno terminando il loro periodo di formazione; la «professione di fede» sarà il martirio nel nome di Cristo.
Ascoltiamo la Parola di Dio (Matteo 5,17-19)
Gesù disse ai suoi discepoli: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Riflessione Per Il Giorno (Notizie provita)
La Svizzera da tempo ha modificato la sua costituzione per riconoscere la dignità individuale delle piante. Non degli ecosistemi. Dignità individuale delle piante! Un comitato di bioetica, incaricato di spiegare le ragioni della cosa, ha dichiarato che poiché le piante condividono con noi umani dei tratti biochimici a livello cellulare, è immorale “decapitare” un fiore di campo. Un cantone della Svizzera ha istituito un avvocato per rappresentare gli animali in giudizio. Uno di questi avvocati ha citato in giudizio un pescatore per conto di un suo cliente che è diventato cena, perché l’uomo aveva impiegato troppo tempo a pescare il pesce. Il Paese elvetico ha anche dichiarato illegale scaricare un pesce rosso vivo nel wc. Questa grande sensibilità per il dolore degli esseri viventi è ammirevole. Ma la stessa preoccupazione non esiste se si tratta di proteggere la vita degli esseri umani: dei bimbi -i medici li chiamano feti – che possono essere abortiti; dei bimbi -i biologi li chiamano embrioni – che possono essere manipolati e selezionati e scartati; delle persone malate, disabili, stanche o anziane che possono “farsi suicidare” (basta che paghino): la Corte suprema svizzera ha dichiarato che il suicidio assistito per i malati di mente è diritto costituzionale. Certo che le aragoste, quando le butti in pentola ancora vive, fanno davvero pena, poverine!
Intenzione del giorno
Preghiamo per tutte le vittime della tratta e delle nuove schiavitù
Don’t forget! …Ricorda! – 205° quadro de “1.000 quadri più belli del mondo”
Sir Pieter Paul Rubens (1577–1640) è un pittore fiammingo: la sua opera, secondo «può considerarsi l’archetipo del “barocco» e ha aperto la via al tumultuante barocco europeo, nordico e francese in particolar modo. Nasce a Siegen, Westfalia, figlio di Maria Pupelynckx e Jan, avvocato calvinista fiammingo e cresce a Colonia, dove il padre si era rifugiato per evitare la persecuzione spagnola nei confronti dei protestanti. Ma a 12 anni si trasferisce ad Anversa, dove riceve un’educazione umanista e diventa cattolico. Nel 1599 viaggia in Italia dove rimane per sette anni: rientrato in patria diventa famoso e lavora con la sua bottega a un’infinità di opere. Nel trittico che oggi presentiamo e che è uno dei suoi capolavori, la parte centrale è occupata dalla deposizione del corpo di Cristo, morto sulla croce. In alto, su alte scale, due uomini hanno appena tolto i chiodi che ancoravano le mani del Messia al legno. Uno dei due, a sinistra, trattiene un lembo del sacro lenzuolo e guida la discesa del corpo.
L’uomo di destra, invece, tiene il braccio sinistro di Gesù tendendo, con la bocca la sindone. Cristo è dipinto centralmente con il braccio destro abbandonato in basso in una posizione innaturale: la testa ricade inerte sulla spalla destra mentre il corpo è sostenuto da Giovanni raffigurato come giovane aitante, dai capelli lunghi e biondi. Indossa una lunga veste rossa ed è a piedi nudi. La Vergine a sinistra in basso è disperata e sfiora il gomito del figlio. Inginocchiata, la Maddalena sostiene i piedi del Messia e dietro di lei una giovane donna la aiuta. A metà delle scale si trovano Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea che aiutano a deporre il corpo. Il cielo è scuro, tranne un leggero bagliore in basso. Il pannello di sinistra rappresenta la Vergine (vestita come una dama del tempo, con tanto di cappello!), che, incinta di Gesù, fa visita ad Elisabetta, a sua volta incinta di Giovanni. Nel pannello di destra, invece, è raffigurata la presentazione al tempio di Gesù con Maria e Giuseppe che portano il bambino al cospetto di Dio 40 giorni dopo la sua nascita. Tutto nel quadro è diretto a coinvolgere emotivamente lo spettatore: la scena è costruita con accorgimenti compositivi e tecnici che creano un’immagine dinamica e scenografica; i personaggi assumono posture teatrali e compiono azioni realistiche come l’uomo che trattiene la sindone coi denti. Il corpo di Cristo forse si ispira alla statua del Laocoonte. La luce illumina i corpi facendoli emergere dal buio dello sfondo: il lenzuolo emette una luminosità intensa che crea una cascata di chiarore intorno a cui si struttura la scena. Il quadro diventerà famosissimo e ispirerà un numero infinito di pittori nelle Fiandre e all’estero (una copia si può vedere nell’abbazia di Pontida opera di Giacomo Dolfin).
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