mercoledì 8 aprile ’15

    I.a Settimana di Pasqua

     

    Parola di Dio del Giorno (Giovanni 8,21-30)

    In quello stesso giorno, il primo della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.  Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».  E riferirono ciò che era accaduto per via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.                                                                                                                                                                                
     

    72° quadro della serie “1.000 dipinti più belli del mondo” 

    559px-Hans_Multscher_005

    MULTSCHER HANS: RESURREZIONE OLIO SU TAVOLA 148X140 CM. 1437 STAATLICHE MUSEUM BERLINO Multscher Hans. Scultore e pittore (Reichenhofen 1400 c.a – Ulma 1467)

     

    è considerato l’artista più importante della scuola sveva:  fu interessato alla rappresentazione drammatica dell’azione umana, con la conseguente rottura degli schemi della pittura aristocratica del tardo gotico, che sussistono solamente a tratti e con funzione espressiva. Dei molti altari di legno scolpiti e dipinti da Multscher rimangono otto tavole dell’altare della Passione di Wurzbach di cui fa parte la nostra e altre otto dell’altare di Vipiteno (1456-58). Il tema della risurrezione è trattato dall’ artista tedesco nel rispetto dei dati tradizionali (il sepolcro scavato nella roccia, le guardie di Pilato, il giardino, Gesù risorto) ma con toni assolutamente originali. Così l’elegante tomba fa pensare all’altare sul quale Cristo si fa presente nella celebrazione eucaristica. Il risorto, seduto su di essa come su un trono, combatte contro i nemici armati di tutto punto con un’unica arma, quella della croce che però basta a vincerli (sono immersi nel sonno della morte da cui il Cristo si è svegliato come prode vittorioso).

    La pienezza di vita del Risorto si comunica tutto all’interno, nel giardino fiorito e protetto da una palizzata, come a voler lasciar fuori la morte che non ha più potere su Gesù che, risorto dai morti, non muore più. La struttura elegante, i colori, l’abilità nel rendere le pieghe di stoffe e i vestiti (si sente la mano dello scultore), la cura dei particolari, non nascondono l’espressionismo tipico dell’arte pittorica tedesca; la prospettiva è risolta in modo ingenuo e non pochi elementi fanno pensare ancora al gotico internazionale, ma lo spirito è ormai quello del rinascimento.     

    Preghiera del giorno

    Signore, tu conosci più di noi il nostro cuore e tu sai che nel profondo non cerca e non desidera se non Te. Rendici capaci di rispondere alla tua chiamata e di lasciarci condurre dove tu vuoi, perché in noi si compia il tuo disegno d’amore e di predilezione.

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti gli ospiti delle case di riposo e per chi li assiste

    Don’t forget! …Ricorda!

    S. AGOSTINO JEONG YAK-JONG conobbe il cattolicesimo due anni dopo l’introduzione in Corea. Le prime persone che evangelizzò furono la moglie e i figli. Appassionato di dottrina cristiana, la compendiò in un Catechismo in due volumi nella sua lingua natia. All’esplodere della persecuzione del 1801, finì subito sulla lista dei ricercati. Dopo aver patito numerose torture, venne decapitato a Seul a quarantuno anni. La moglie e i figli, poco tempo dopo, subirono la stessa sorte. Agostino, la moglie e i figli sono stati canonizzati come martiri. 

    GIORNATA MONDIALE DEL MORBO DI PARKINSON

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com