La signora fatica a trattenere le lacrime: «Abbiamo fatto di tutto perché i nostri figli (4) avessero una formazione cristiana e abbiamo dato loro nomi di santi e cosa abbiamo ottenuto? Nessuno va in chiesa; tre convivono e i 4 nipoti non sono stati battezzati…
Ma l’assurdo sono i nomi che hanno dato ai figli» (mentre li elenca penso che per ispirarsi siano andati al supermercato nel reparto detersivi). La donna è un fiume in piena: «Il colmo è che hanno chiamato il cane Filippo e la gatta Gina… hanno dato nomi di cristiani agli animali e nomi di animali ai cristiani».
Cerco di tirarla su di morale: «Sa qual era il nome di battesimo di don Bepo? Alpìnolo! È stato uno zio a dargli questo nome… forse aveva bevuto prima di andare a iscriverlo all’anagrafe. Per fortuna i genitori gli diedero come secondo nome Giuseppe, altrimenti saremmo qui a parlare del Servo di Dio Alpìnolo Vavassori!».
Ma lei non cambia espressione… Mi vengono allora in mente alcune stravaganze del periodo missionario: «I suoi figli sono in buona compagnia. Ricordo che in Bolivia un tale dopo aver cercato nel calendario un nome originale per il figlio lo chiamò: Primer Domingo Adviento cioè prima domenica d’Avvento.
Ma a volte sono i figli che crescendo si rivalgono nei confronti dei genitori. Sempre in Bolivia un papà ateo e comunista chiamò i suoi figli l’uno Marx e l’altro Lenin. Una ventina di anni dopo erano diventati entrambi preti: padre Marx e padre Lenin. Lasci fare ai suoi nipoti e ne vedrà delle belle».
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