frammenti di vita del Patronato

    Dopo la mancia e il pranzo, ai tre volenterosi giovani africani che mi hanno dato una mano, offro anche il caffè. Entrati al bar, vedo che S. punta deciso verso la graziosa commessa e le sussurra qualcosa all’orecchio. “Vuole la pizza?” fa lei. “No, no” risponde il giovane e continua a parlarle a bassa voce. Ha appena finito di pranzare, non capisco il senso di quella richiesta. Nel frattempo la ragazza si prodiga a indicare tranci di pizza, focacce e piadine, ma quello ogni volta scuote la testa in segno di diniego. Finalmente capisco e allora lo tiro via dal banco e liquido la commessa con una scusa: “Non ci faccia caso, non sa una parola d’italiano”. Usciti faccio al nostro: “In inglese per ciò di cui hai bisogno c’è un’infinità di parole appropriate e gentili: toilet, bathroom, restroom ecc E tu hai usato l’unica parola bergamasca –e per di più volgare- che conosci: “pisà!”.   

    – don Davide –

    gingol

     

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