Quell’equivoco sul Papa e la Chiesa

     

    Sono passati vari anni da quando, tornato a Bergamo dopo 13 anni di Bolivia, mi sentii dire da un «aficionado»: «Da quando sei andato in missione non ho più messo piede in chiesa». Pensava di farmi un complimento, ma non ci volle molto a capire che il mio ritorno non l’avrebbe riportato a Messa.

    Di recente ho scoperto che alla gente d’oggi un prete non basta più e punta direttamente al Papa, l’ammirazione nei confronti del quale è a volte inversamente proporzionale al disprezzo nei confronti della Chiesa.

    La cosa è strana, ma non nuova: in 2.000 anni di storia, non solo Cristo è stato messo contro la Chiesa, ma anche Dio contro Cristo e Gesù contro Dio e l’uomo contro tutto e tutti. Giorni fa un tipo brillante, che padroneggia quattro lingue, con sensibilità sociale, aperto alle novità, con entusiasmo diceva del Papa che «a differenza della Chiesa è inclusivo, tollerante, aperto, generoso, accogliente… insomma è un vero e proprio Papa mainstream».

    Dire di un Papa che è «mainstream» non è un complimento, ma un insulto! Ma tant’è… questi sono i tempi! Rassegnato, mi sono limitato a chiedergli se ciò l’avesse convinto a tornare in chiesa: «Solo se abitassi a Roma, andrei» ha risposto.

    Così dopo una carità senza fede, una fede senza croce, un Cristo senza Dio, un Vangelo senza legge, c’è chi cerca di sdoganare anche un Papa senza Chiesa. Ma non credo che Papa Francesco apprezzi.

     

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