sabato 13 marzo ’21

     

     

     

    nell’immagine un dipinto di  Louise Adéone Drölling

     

     

    III.a Settimana di Quaresima

     

    Proverbio del giorno – Sudafrica

    Non si prende un leopardo per far da guardia alla carne.

     

    Preghiera del giorno

    Crea in noi, Signore, il silenzio per ascoltare la tua voce, penetra nei nostri cuori con la spada della tua Parola, perché alla luce della tua sapienza, possiamo valutare le cose terrene ed eterne e diventare liberi e poveri per il tuo regno, testimoniando al mondo che tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Amen

     

    SANTI GRAZIANO E FELINO, CARPOFORO E FEDELE MARTIRI

    Gratiniano e Felino erano soldati romani di stanza a Perugia, convertiti al cristianesimo dal vescovo, dal quale furono battezzati. Durante la persecuzione dell’imperatore Decio, furono martirizzati per non aver voluto rinnegare la loro fede. Nel 979, il conte del Seprio Amizzone, al soldo dell’imperatore Ottone I, avrebbe trasferito i resti dei due santi ad Arona, per farne dono al monastero che ne avrebbe poi preso il nome. Carpoforo e Fedele sarebbero stati invece soldati della legione Tebea anch’essi martirizzati per la loro fede.

     

    La parola di Dio del giorno (Luca 18,9-14)

    Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

     

    La riflessione del giorno – Mons. Galantino: abitare le parole

    Attribuire significati coincidenti alle parole differenza e diversità non aiuta a cogliere la ricchezza di cui ognuna di esse è portatrice. La parola DIVERSITÀ deriva dal verbo dīvertĕre, composto da vertĕre (volgere) e dis (altrove), col significato di dirigersi verso un’altra parte, cambiare direzione, separare. Il diverso è così chi si allontana dalla norma o dal modo comune di essere o di pensare; e che, per questo, esprime separazione, distanza.

    Non sempre e non necessariamente in senso negativo. Sia l’italiano DIFFERENZA che il latino diffĕrentĭa derivano dal verbo greco φέρω (fĕro) = portare, preceduto dal prefisso verbale dis (qua e là), che esprime movimento. Sicché il significato del verbo greco διαφέρω (diafero) e del latino diffĕro è portare qualcosa in varie direzioni o verso qualcuno. La parola differenza non evoca quindi né separazione né mancanza, ma rimanda all’atto del portare qualcosa o se stessa/o, per quello che si è, in una dinamica relazionale. Intesa in questo senso, la differenza non ha avuto e non ha vita facile. Soprattutto quando la differenza assume il volto di una donna rispetto a un maschio, di uno straniero rispetto a un nativo e l’espressione di una sensibilità socio-culturale che non coincide quella prevalente. Ancora oggi la differenza continua a fare i conti con la rigida logica del principio di identità che, sul piano esistenziale, si trasforma spesso in una prassi di esclusione o, nella migliore delle ipotesi, di subordinazione. Logica nella quale viene accolto come valore e riconosciuto come tale solo chi/ciò che risponde a standard noti e condivisi.

     

    L’intenzione di preghiera del giorno

    Preghiamo perché i cristiani e gli operatori di pace si oppongano ai peccati collettivi come la corsa agli armamenti, lo sfruttamento dei poveri, la soppressione della vita…

     

    Don’t forget! – La foto della settimana

    Papa Francesco a Mosul tra le macerie della guerra: «È crudele che la culla della civiltà sia stata colpita da una tempesta disumana» (domenica 7 marzo 2021)

     

     

     

     

     

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