6a settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di Leo Longanesi
Vissero infelici perché costava meno.
Preghiera del giorno
Ti ringrazio, Signore, che sei sempre stato buono con me. O Padre, che esaudisci la voce dei tuoi figli, ricevi il nostro umile ringraziamento, e fa’ che in una vita serena e libera dalle insidie del male, lavoriamo con rinnovata fiducia all’edificazione del tuo regno. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Santo del giorno
Nata a Bienno (Bs) il 18-1-1847 Caterina vive un’infanzia serena. Nascono 10 figli, ma sopravvivono solo in 3. Papà Carlo è “fucinaro” e la mamma Anna Maria Milesi è sarta. Impaziente di ricevere Gesù, a 6 anni entra nella chiesina e riceve la sua Comunione “segreta”.
Nel 1866 entra nella Compagnia di S. Angela Merici, ma nasce in lei l’idea di un Istituto di Adoratrici attente ai bisogni educativi del tempo. A Bergamo don Francesco Spinelli, nel 1882, fonda l’Istituto delle “Suore Adoratrici”, prende il nome di Madre Geltrude, ma nel 1889 un dissesto finanziario causa la separazione dei due Fondatori.
Geltrude con le 73 suore rimaste con lei continua la vita dell’Istituto “Suore Sacramentine di Bergamo”. Muore il 18-2-1903 ed è proclamata santa da Papa Benedetto XVI nel 2009.
Parola di Dio del giorno Marco 9,2-13
Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti.
Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».
Riflessione del giorno
La dittatura perfetta avrà le sembianze di una democrazia. Sarà una prigione senza muri dalla quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Sarà un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù.
Questa frase attribuita a Aldous Huxley (anche se qualcuno dice che non è sua) ha comunque il pregio di descrivere in poche parole una condizione non solo diffusa, ma anche condivisa dalla maggioranza della gente che si lamenta di tutto, ma non si sognerebbe mai di evadere dalla condizione di “schiavitù” indotta dal consumismo e da una società che del benessere ha fatto il proprio scopo di vita.
Insomma ci si lamenta non già del fatto di trovarsi in prigione, ma del fatto che questa prigione senza muri non abbia tutti i livelli di confort promessi o che ci si era illusi di trovare. Non solo non c’è la volontà di evadere, ma chi lo fa spesso cerca nelle droghe, nell’alcool, nei soldi, nella pornografia e nel gioco una via di fuga che lo imprigiona ancora di più…
Infatti una caratteristica di questo mondo che ha messo la libertà individuale sopra di tutto è non solo di aver moltiplicato le dipendenze, ma di averle rese talmente schiavizzanti che in molti casi appare disperato ogni tentativo di evasione. I filosofi parlerebbero in questo caso di “eterogenesi dei fini” cioè di quel processo per il quale quanto più si vuole qualcosa, tanto più si ottiene il contrario.
Intenzione di preghiera
Preghiamo per la pace eterna delle vittime del terremoto in Turchia e Siria e per i sopravvissuti perché siano soccorsi e aiutati a riprendere la speranza.
Don’t Forget!
Estratto vivo dopo 112 ore sotto le macerie il bambino di 5 anni risponde con un sorriso al giornalista turco di “A Haber” quando gli chiede: “Non hai sentito la fame durante tutto questo tempo che sei rimasto sotto le macerie?”. La risposta del bimbo sopravvissuto è stata: “Qualcuno vestito di bianco, veniva di tanto in tanto a darmi da bere e da mangiare”.
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