Sabato 2 marzo 2024

     

    II Settimana di Quaresima

     

    Avvenne il 2 marzo…

    986 – Luigi V diventa re dei Franchi.

    1817 – L’archeologo Giovanni Battista Belzoni scopre il sito di Abu Simbel.

    1919 – Si apre a Mosca la prima Internazionale Comunista.

    1956 – Il Marocco si dichiara indipendente dalla Francia

    2003 – Le Brigate Rosse in uno scontro a fuoco con gli agenti della Polfer, uccidono Emanuele Petri; muore anche il brigatista Mario Galesi e la brigatista Nadia Desdemona Lioce è arrestata.

    2008 – Battuto il record italiano di velocità su rotaia: 355 km/h sull’alta velocità Milano – Bologna

     

    Aforisma di Erasmo da Rotterdam

    “Il miglior modo di onorare i santi è di imitarli”.

     

    Preghiera

    Dio, che con i tuoi gloriosi doni di salvezza ci rendi partecipi sulla terra dei beni del cielo, guidaci nelle vicende della vita e accompagnaci alla splendida luce della tua dimora. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Figlia del re boemo Otakar I, Agnese nacque a Praga nel 1211. Nel 1220, fu promessa sposa a Enrico VII, figlio di Federico II di Svevia e condotta a Vienna ove visse sino al 1225 quando, rotto il fidanzamento, tornò a Praga per consacrarsi a Dio. Grazie ai Frati Minori, conobbe la vita spirituale di Chiara d’Assisi.

    Ne rimase affascinata e decise di imitarne l’esempio. Fondò il monastero di S. Francesco per le «Sorelle Povere o Damianite» nel 1234. Insieme a S. Chiara si adoperò per ottenere l’approvazione di una nuova ed apposita regola che ricevette e professò.

    Agnese divenne badessa del monastero, ufficio conservò per tutta la vita. Morì il 2 marzo 1282.Numerosi miracoli furono attribuiti alla principessa badessa che fu beatificata da Pio IX nel 1874 e canonizzata da Giovanni Paolo II nel 1989.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 15,1-32

    In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto.

    Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.

    Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”.

    Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

     

    Riflessione dall’Imitazione di Cristo

    Non dobbiamo credere a tutto ciò che sentiamo dire; non dobbiamo affidarci a ogni nostro impulso. Al contrario, ogni cosa deve essere valutata alla stregua del volere di Dio, con attenzione e con grandezza d’animo. Purtroppo, degli altri spesso pensiamo e parliamo più facilmente male che bene: tale è la nostra miseria.

    Quelli che vogliono essere perfetti non credono scioccamente all’ultimo che parla, giacché conoscono la debolezza umana, portata alla malevolenza e troppo facile a blaterare. Grande saggezza, non essere precipitosi nell’agire e, d’altra parte, non restare ostinatamente alle nostre prime impressioni. Grande saggezza, perciò, non andare dietro a ogni discorso della gente e non spargere subito all’orecchio di altri quanto abbiamo udito e creduto.

    Devi preferire di farti guidare da uno migliore di te, piuttosto che andare dietro alle tue fantasticherie; prima di agire, devi consigliarti con persona saggia e di retta coscienza. Giacché è la vita virtuosa che rende l’uomo saggio della saggezza di Dio, e buon giudice in molti problemi. Quanto più uno sarà inutilmente umile e soggetto a Dio, tanto più sarà saggio, e pacato in ogni cosa.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché impariamo ad ascoltare, a riflettere, a non essere precipitosi o superficiali, a non giudicare e ad avere una parola buona per tutti.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    Martiri del burundi

    BURUNDI: Stato africano di 27.830 km² di superficie (poco più della Sicilia) che confina col Ruanda a nord, con Repubblica Democratica di Congo a ovest e con Tanzania a sud e a est. Si trova nella regione dei Grandi Laghi e non ha sbocco sul mare. Abitanti: 11.865.821 nel 2020 con densità abitativa di 375 ab. per km². Il Burundi è il Paese più povero del mondo in base al PIL pro capite, con reddito annuale di 625 $ Us al 2023.

    Abitato fin dai tempi più remoti, conobbe la colonizzazione tedesca (Deutsch-Ostafrika) e poi belga e ottenne l’indipendenza nel 1962. Dal 1966 è repubblica presidenziale e l’attuale capo di Stato è Évariste Ndayishimiye. La capitale da Bujumbura è stata trasferita a è Gitega, seconda città del paese per abitanti. Il Burundi si trova nella regione dei grandi Laghi e il territorio è un altopiano a un’altitudine media di 1700 m. 

    Il paese è popolato da tre etnie: Batwa, Hutu e Tutsi. I Batwa sono la parte più esigua della cittadinanza (1%); sono popolazione pigmoide di taglia piccola dediti alla caccia e alla raccolta e sono artigiani esperti nel lavorare ferro e ceramica. Gli Hutu sono la maggioranza del popolo burundese, l’85% e sono descritti come di statura bassa e corporatura tozza.

    I Tutsi (italiano Vatussi), sono il 15% degli abitanti, alti e di corporatura esile. Queste etnie hanno sempre convissuto in simbiosi. La lingua a tutte comune è il Kirundi; la religione più diffusa è la cattolica (87%) e i musulmani sono soltanto l’1%.

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