XX Settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di G.K. Chesterton
Vi è qualcosa di depravato in ogni uomo che non abbia voglia di violare i dieci comandamenti.
Preghiera del giorno
Visita, o Padre, la nostra casa e tieni lontano le insidie del nemico; vengano i santi angeli a custodirci nella pace, e la tua benedizione rimanga sempre con noi. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Santi del giorno
S. Ermagora e Fortunato
Ermagora è il vescovo col quale comincia il catalogo episcopale di Aquileia: vissuto verso la metà del III secolo e dopo di lui il catalogo continua senza interruzione, fino alla soppressione della diocesi nel 1751. Oltre a ciò, nulla sappiamo di sicuro del proto-vescovo.
A tale mancanza intese supplire una leggenda formatasi nell’VIII secolo. Essa narra che l’evangelista san Marco, inviato da S. Pietro a evangelizzare l’Italia superiore, giunto ad Aquileia, vi incontrò un tale Ermagora che convertì al cristianesimo e consacrò vescovo della città, avviando così l’evangelizzazione di tutta l’area mitteleuropea.
Egli vi concluse la missione con il martirio durante la persecuzione di Nerone e suo compagno sarebbe stato il diacono Fortunato. I due santi sono patroni dell’arcidiocesi di Gorizia, dell’arcidiocesi e della città di Udine nonché, da pochi anni, di tutta la Regione Friuli Venezia Giulia.
Parola di Dio del giorno Matteo 23,1-12
Gesù si rivolse alla folla e ai discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filatteri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbi” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbi”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Riflessione del giorno di don Andrea Lonardo
Ognuno di noi quando era adolescente o giovane ha detto “Ti amo”, “I love you”, a una ragazza – o a un ragazzo. Ma a distanza di anni sa che se c’era del love in quella relazione, non era certo quell’amore a cui si dona la vita, tanto è vero che quella persona non la vediamo più da anni.
Dire “Ti amo” vuol dire dirlo e amare poi, in una promessa che abbraccia il futuro. Senza futuro non c’è amore, senza bambini non c’è amore, senza missione non c’è amore, c’è solo love. L’amore non è un passatempo bello, ma a termine o a intermittenza: l’amore chiede, esige, pretende. Questa è la questione. Che, fra l’altro, vediamo esplodere in tanti giovani e adulti che si fanno tristi man mano avanzano negli anni perché incontrano tanti disposti a passare una vacanza con loro, ma senza impegno e prospettiva, tanti disposti ad avere una relazione, ma nessuno disposto a sposarsi e a far figli con la persona che si dice di amare.
Oggi si è pronti al love, ma non all’amore della vita, all’amore per cui si mette in gioco la stessa vita. Man mano che si cresce negli anni si capisce che quel love va bene per un adolescente, ma col tempo non basta più, è povero. Ecco la forza, l’esigenza, la bellezza dell’amore. L’amore è signore, non si concede a tutti, ma solo a quelli che con lui intendono fare sul serio.
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché impariamo il linguaggio impegnativo della verità, della libertà e dell’amore e lo facciamo nostro con coerenti e serie scelte di vita.
Don’t Forget! Foto della settimana
15 AGOSTO 2022: OSSÓW, POLONIA
Rievocazione della Battaglia di Varsavia, avvenuta nel 1920, organizzata nel villaggio di Ossów, in Polonia. La battaglia di Varsavia (anche detta Miracolo della Vistola) fu combattuta dal 13 al 25 agosto 1920 quando le forze dell’Armata Rossa si avvicinarono alla capitale polacca.
Il 16 agosto le forze polacche contrattaccarono da sud, obbligando i russi a un ritiro disorganizzato. Le perdite tra i russi furono circa il doppio di quelle polacche. Prima della vittoria polacca, sia i russi sia la maggioranza degli esperti stranieri consideravano la Polonia sul punto di crollare…Che ci sia qualche affinità con quello che sta succedendo in Ucraina? Foto: EPA/MATEUSZ MAREK
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