Sabato 20 luglio 2024

     

    XV settimana T. Ordinario (A. pari)

     

    Avvenne il 20 luglio…

    1866 – La flotta austriaca, guidata dall’ammiraglio Wilhelm von Tegetthoff, affonda la Re d’Italia e la Palestro nella battaglia di Lissa.

    1917 – Il Comitato jugoslavo sottoscrive la Dichiarazione di Corfù che dopo la guerra rese possibile la creazione del Regno di Jugoslavia.

    1944 – Fallito attentato ad Adolf Hitler.

    1948 – Per la tensione con l’URSS, il presidente Harry Truman istituisce il primo arruolamento di leva in tempo di pace degli USA.

    1969 – Apollo 11 si posa sulla Luna. Neil Armstrong e Buzz Aldrin sono i primi esseri umani a camminare sulla sua superficie.

     

    Aforisma di Georges Bernanos

    Non si comprende assolutamente nulla della civiltà moderna, se non si capisce innanzitutto che è una cospirazione universale contro ogni sorta di vita interiore.

     

    Preghiera dei genitori

    Donaci, Signore, gioie pure, dolori sopportabili, amore paziente, lieta e forte concordia nel bene. Donaci pane per la nostra famiglia, vita e virtù per educare i figli. Nelle tue mani raccomandiamo i giorni che benigno ci concedi. Donaci di consolare e nobilitare con l’esempio e la parola quanti incontriamo sul nostro cammino. Insegnaci a espiare le nostre colpe che non ricadano sulla nostra famiglia. Liberaci dal male e consolaci con la tua pace. Amen

     

    Santo del giorno

    S. Apollinare, originario di Antiochia, fu il 1° vescovo di Ravenna, forse incaricato dallo stesso apostolo S. Pietro, di cui si dice fosse stato discepolo.

    Evangelizzò l’Emilia-Romagna, per morire infine martire, come vuole la tradizione. Le basiliche di S. Apollinare in Classe e S. Apollinare Nuovo sono luoghi che ne tramandano la memoria. Il suo culto tuttavia si diffuse rapidamente anche oltre i confini cittadini.

    I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) ne favorirono la diffusione anche a Roma, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa a Digione.

    In Germania si diffuse ad opera dei benedettini, camaldolesi e avellani. S. Apollinare è considerato patrono della città di Ravenna della quale per primo fu pastore, nonché dell’intera regione Emilia-Romagna. 

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 12.14-21

    In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.

    Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».

     

    Riflessione Dittature e popoli

    «Ciò che rende le dittature e gli stati totalitari come lo stalinismo sovietico ancora più odiosi sono le responsabilità collettive di buona parte del popolo. L’immoralità della classe dirigente coincideva con quella di una parte della popolazione». Quest’osservazione appartiene ad Aleksandr Jakovlev che è stato sindaco di Mosca negli anni della perestrojka. E Jakovlev porta un esempio agghiacciante. «Nel 1937 si è verificato questo episodio. Al Ministero dei trasporti, diretto da Kaganovic, stretti collaboratori del ministro compilarono una lista di cosiddetti “nemici del popolo” da fucilare.

    L’elenco fu poi affidato a una dattilografa, che di sua iniziativa aggiunse il nome della sua coabitante, nella speranza di poter disporre da sola dell’appartamento comune. Nessuno verificò, il ministro firmò, tutte le persone comprese nella lista vennero arrestate e assassinate». Il problema che qui si pone è quello del rapporto tra classe dirigente e popolo, particolarmente difficile a definirsi in uno Stato totalitario. Certamente i 70 anni di comunismo costituiscono un’esperienza di cui anche il popolo russo porta la responsabilità, così come l’ha portata il popolo tedesco per il nazismo e ogni popolo per la sua storia.

    A onore del popolo russo, però, va subito detto che a nessuno è consentito dimenticare la sua resistenza alla dittatura, con le decine di milioni di internati nei Gulag, i morti del genocidio comunista. Tra le vittime del comunismo non è possibile, però includere quelli che, prima di cadere in disgrazia, erano loro stessi alla guida dello Stato-partito e facevano fucilare gli altri. L’eventuale riabilitazione di costoro infatti può appartenere solo a Dio e alla sua misericordia…

     

    Intenzione di preghiera settimanale

    Perché i capi delle nazioni siano più responsabili nel parlare, nell’agire, nel mettere in pratica quello che esigono dagli altri e siano di esempio per coloro che li hanno scelti ed eletti…

     

    Don’t Forget! La Divina Commedia

    Inferno cap. 1 versetti 61-93

    Dante dopo l’incontro con le tre fiere sente tutta l’angoscia della propria condizione e ripiomba nella selva oscura. Ma ecco che improvvisa appare un’ombra misteriosa, una presenza evanescente, ma reale: e ad essa Dante grida tutto il suo bisogno.

    Finora Dante ha parlato di sé, ma la sua prima parola rivolta a un altro è “Miserere” cioè abbi pietà. In tutte le esperienze critiche, difficili, faticose il primo passo (quello decisivo) è ammettere di avere un problema, riconoscere di non essere capace di risolverlo da solo e chiedere aiuto.

    Quando questo accade, ogni cosa può accadere, pure l’impossibile. Anche perché in tutte le esperienze critiche, faticose e difficili arriva sempre qualcuno che ti darà una mano a uscire da esse e ti indicherà la strada giusta. In questo caso la figura misteriosa che sopraggiunge inattesa è Virgilio, il celebre poeta latino autore dell’Eneide, lo scrittore che Dante conosce e ama più di ogni altro.

     

    61-63 Mentre ch’i’ rovinava in basso loco, dinanzi a li occhi mi si fu offerto chi per lungo silenzio parea fioco.

    64-66 Quando vidi costui nel gran diserto, “Miserere di me”, gridai a lui, “qual che tu sii, od ombra od omo certo!”.

    67-69 Rispuosemi: “Non omo, omo già fui, e li parenti miei furon lombardi, mantoani per patria ambedui.

    70-72 Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi e vissi a Roma sotto ‘l buono Augusto nel tempo de li dèi falsi e bugiardi.

    73-75: Poeta fui, e cantai di quel giusto figliuol d’Anchise che venne di Troia, poi che ‘l superbo Ilión fu combusto.

    61 Mentre precipitavo in basso,

    62 mi si presentò davanti agli occhi uno

    63 che sembrava roco a causa di un lungo silenzio.  

    64 Quando lo vidi, in quel luogo deserto

    65 «Abbi pietà di me» gli gridai

    66 «chiunque tu sia, spirito o uomo in carne e ossa».

    67 Mi rispose: «Non (sono) un uomo, ma lo fui un tempo:

    68 i miei genitori erano lombardi 69 e la patria d’entrambi fu Mantova.

    70 Sono nato quando governava Giulio Cesare, ma tardi (per conoscerlo)

    71 e vissi a Roma sotto il governo del valoroso Augusto

    72 al tempo degli dei falsi e ingannatori

    73 Fui poeta e cantai la storia di (Enea), uomo giusto

    74 figlio di Anchise, che arrivò da Troia

    75 dopo che quella città superba fu bruciata.

     

    La domanda che Virgilio dopo essersi presentato rivolge a Dante, appare a prima vista superflua (vv 76-78). In realtà Virgilio sa perché Dante si trova in quella situazione, ma in quanto guida e maestro di Dante, sa bene che la prima cosa da fare è che Dante chiarisca a sé stesso il bisogno che ha.

    Una volta chiarito, la risposta arriva da sé: uscire dalla selva oscura con le sole forze umane è impossibile, ma un’alternativa esiste:  

    «Devi fare un’altra strada» rispose quando mi vide piangere, «se vuoi salvarti da questo luogo inospitale…». Insomma l’intenzione di Dante è buona, la meta giusta. È la strada che è sbagliata. Il percorso cioè va fatto fino in fondo, non sono possibili scorciatoie…

     

    76-78: Ma tu perché ritorni a tanta noia? perché non sali il dilettoso monte ch’è principio e cagion di tutta gioia?”.

    79-81: “Or se’ tu quel Virgilio e quella fonte che spandi di parlar sì largo fiume?”, rispuos’io lui con vergognosa fronte.

    82-84: “O de li altri poeti onore e lume vagliami ‘l lungo studio e ‘l grande amore che m’ha fatto cercar lo tuo volume.

    85-87: Tu se’ lo mio maestro e ‘l mio autore; tu se’ solo colui da cu’ io tolsi lo bello stilo che m’ha fatto onore.

    88-90: Vedi la bestia per cu’ io mi volsi: aiutami da lei, famoso saggio, ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi”.

    91-93: “A te convien tenere altro viaggio”, rispuose poi che lagrimar mi vide, “se vuo’ campar d’esto loco selvaggio:

    76 Ma tu, perché torni indietro verso quel (luogo di) grande dolore?

    77 Perché non sali sul monte felice

    78 che è inizio e causa della vera gioia?».

    79 «Ma sei davvero quel Virgilio, quella sorgente

    80 da cui deriva un fiume così grande di eloquenza?».

    81 Gli risposi, abbassando il capo per la vergogna.

    82 «O onore e luce di tutti i poeti,

    83-84 mi giovino la passione duratura e il grande amore che mi hanno fatto studiare i tuoi libri.

    85 Tu sei il mio maestro e la mia autorità:

    86 solo tu sei quello dal quale ho imparato

    87 il bello stile che mi ha dato onore.

    88 Guarda la bestia che mi ha fatto volgere indietro:

    89 dammi aiuto contro di lei, o famoso sapiente,

    90 perché mi fa tremare le vene dei polsi». 

    91 «Devi fare un’altra strada» rispose 92 quando mi vide piangere, 93 «se vuoi salvarti da questo luogo inospitale…

     

    Il mantovano Publio Virgilio Marone (70-19 a.C.) è considerato uno dei massimi poeti dell’antica Roma, autore di opere immortali come l’Eneide, la Bucocliche e le Georgiche  nelle quali ha dimostrato non solo di saper cogliere la sensibilità del suo tempo, ma anche di possedere una profonda conoscenza della retorica e dell’animo umano.

    Non c’è da meravigliarsi, quindi, se proprio la sua figura sia riuscita a ispirare nei secoli scrittori e filosofi, diventando oggetto di una curiosità, di uno studio e di un’emulazione che lo hanno reso a tutti gli effetti immortale.

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