sabato 21 ottobre ’17

    XXVIII settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine un quadro di Karen Hollingworth

     

    Aforisma del Giorno

    Cent’anni senza prete e la gente finirà per adorare gli animali. (Santo Curato d’Ars)

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera dell’aurora)

    All’aprirsi del giorno la nostra mente si rivolge a te, Signore, poiché nel pensiero di te inizia il nostro mattino. Ti sia gradito l’omaggio della nostra preghiera: donaci, all’inizio del giorno, di saper pensare a te; il tuo volere sia luce ai nostri passi e il nostro cammino non si allontani mai da te. Amen.

     

    Orsola e compagne Martiri

    Vissero probabilmente nel IV sec. Orsola, figlia di un re bretone, accettò di sposare il figlio di un re pagano con la promessa che si sarebbe convertito alla fede. Partì con 11.000 vergini per raggiungere lo sposo, ma l’incontro con gli Unni di Attila provocò il loro martirio: Orsola fu trafitta da una freccia perché non aveva voluto sposare lo stesso Attila. Questa leggenda ha base storica, dimostrata da un’iscrizione in una chiesa di Colonia: si parla del martirio di Orsola e dieci vergini (divenute 11.000 per un segno sul numero romano XI)

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Luca 12,54-59)

    Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esecutore e questi ti getti in prigione. Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». 

     

    Riflessione Per Il Giorno (Mons. Amadei su don Giuseppe Ferrari)

    “Don Giuseppe non ha compiuto cose straordinarie, ma ha vissuto in modo straordinario il quotidiano, la relazione con Dio, con le persone che hanno incrociato il suo cammino. E questo ‘straordinario’ è stato l’amore di Gesù Cristo accolto e offerto a tutti. È l’amore che sta all’origine delle sue fatiche ordinarie e delle scelte rischiose, non sempre capite. Un amore sperimentato nella preghiera, preghiera del cuore, preghiera di abbandono totale che gli ha permesso di vivere il suo ministero come dono e compito di dire e mostrare a tutti che l’amore indescrivibile del Signore è più forte di ogni miseria umana. Il tema della misericordia divina ritorna con frequenza, il contatto con le miserie morali, incontrate soprattutto nelle carceri e guardate con l’occhio e il cuore del Signore nella prolungata preghiera quotidiana, l’ha introdotto nella scoperta dell’appassionata dedizione del Signore per l’intera famiglia umana e per ciascuna persona. È nota la sua predilezione per il sacramento della misericordia e la sua devozione per il Santo Curato d’Ars. L’amore di Cristo ha purificato, dilatato e arricchito la sua sensibilità, la facilità nelle relazioni, nell’accogliere e condividere gioie e sofferenze dei singoli, l’entusiasmo, la gioia di vivere, la speranza. Per capire la personalità di don Giuseppe occorre esplorare la sua esperienza dell’amore misericordioso del Signore. È stata l’atmosfera nella quale respirava, sognava, parlava e agiva, per questo anche nei gesti ordinari le persone avvertivano la vicinanza del Padre sempre alla ricerca di ogni figlio”.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per don Giuseppe Ferrari e per tutti i missionari bergamaschi defunti

     

    DON’T FORGET! …RICORDA!

    11° anniversario della morte di don Giuseppe Ferrari. Nato a Zogno (Bg) il 12-05-1933, fu ordinato prete il 9-06-1956. Attraverso la Comunità Missionaria Paradiso fu destinato a Monterotondo Scalo (Roma) e a S. Francesco in Veroli. L’impegno in Bolivia ha caratterizzato gran parte della sua vita: parroco a La Paz e a Cochabamba, cappellano delle carceri, impegnato in università e rettore del Seminario nazionale di Cochabamba. Rientrato a Bergamo nel 2004, fu parroco a Fiobbio e a Dossello di Albino. E’ morto improvvisamente il 21-10-2006, i funerali celebrati a Zogno sono stati un trionfo; che il suo ricordo non si perda con il passare degli anni, lo conferma una visita al cimitero di Zogno dove il suo corpo riposa 

     

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