Sabato 21 settembre 2024

     

    XXIV settimana T. Ordinario

     

    Avvenne il 21 settembre…

    1792 – La Convenzione vota per l’abolizione della monarchia: nasce la Prima Repubblica francese.

    1932 – Fondazione del Regno dell’Arabia Saudita.

    1964 – Malta ottiene l’indipendenza dal Regno Unito ed entra in vigore la Costituzione di Malta.

    1990 – Il giudice Rosario Livatino viene assassinato dalla mafia.

    1991 – L’Armenia è riconosciuta indipendente dall’Unione Sovietica.

    2003 – La sonda Galileo termina la sua missione schiantandosi su Giove.

     

    Aforisma di Erik Fromm

    Il fatto che milioni di persone condividano gli stessi vizi non fa di questi vizi delle virtù, il fatto che essi condividano tanti errori non fa di questi errori delle verità, e il fatto che milioni di persone condividano una stessa forma di malattia mentale non fa che questa gente sia sana.

     

    Preghiera

    O Dio, che con ineffabile misericordia hai scelto san Matteo e da pubblicano lo hai costituito apostolo, sostienici con il suo esempio e la sua intercessione perché, seguendo te, possiamo aderire fermamente alla tua parola. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Matteo è esattore delle tasse in Cafarnao: Gesù lo vede, lo chiama. Lui lascia tutto e lo segue. Tutto cancellato da quella parola di Gesù: “Seguimi”. Luca e Marco lo chiamano anche Levi, forse il suo secondo nome, ma come Matteo egli compare nelle liste degli Apostoli.

    Poco sappiamo della sua vita, ma abbiamo il suo Vangelo. Scritto in aramaico, una lingua per pochi, il testo di Matteo diventa libro di tutti dopo la traduzione in greco. La Chiesa ne fa strumento di predicazione in ogni luogo, lo usa nella liturgia. Ma di lui, Matteo, sappiamo pochissimo. Viene citato per nome con gli altri Apostoli negli Atti (1,13) subito dopo l’Ascensione al cielo di Gesù.

    Ancora dagli Atti, Matteo risulta presente con gli altri Apostoli all’elezione di Mattia, che prende il posto di Giuda Iscariota. Ed è in piedi con gli altri undici, quando Pietro, nel giorno della Pentecoste, parla alla folla, annunciando che Gesù è “Signore e Cristo”. Poi, ha certamente predicato in Palestina, tra i suoi, ma ci sono ignote le vicende successive. La Chiesa lo onora come martire.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 9,9-13

    In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

    Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

    Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

     

    Riflessione Monsignor Ravasi Mattutino

    Socrate si divertiva a punzecchiare i suoi interlocutori dicendo che la sua unica conoscenza certa era di non saper nulla. È un’affermazione dietro la quale si nasconde un’intuizione di grande profondità, poiché l’unica cosa più pericolosa dell’autentica ignoranza è l’illusione della conoscenza.

    Trovo questa considerazione nel libro di un filosofo contemporaneo, A.C. Grayling, intitolato La Ragione delle Cose. Condivisibile è, certo, questa nota sull’«illusione della conoscenza» come pericoloso appannaggio e panneggio di cui non pochi si ammantano e si gloriano.

    Purtroppo ancora una volta bisogna dire che l’esempio più lampante ci è offerto dalla televisione ove basta stare seduti in uno dei tanti salotti o studi dei vari programmi per sentirsi autorizzati a proclamare certezze in modo deciso e stentoreo, senza esitazioni o remore. Il grande pensatore del 1400 tedesco Nicola Cusano aveva coniato la formula «dotta ignoranza» come titolo della sua opera maggiore.

    Sì, esiste un’ignoranza che è sapiente perché è consapevole dei limiti del nostro sapere ed è perciò aperta alla ricerca e al mistero. Il cervello modesto e arrogante è, invece, convinto di dominare tutta la realtà ed è per questo sicuro di sé e altezzoso, sbrigativo e banale.

    Questa malattia della mente può attecchire in tutti, almeno in qualche comparto della conoscenza, ed è per questo che si deve sempre imporre un freno al proprio orgoglio, ascoltando il monito del Virgilio dantesco: «Oh creature sciocche, quanta ignoranza è quella che v’offende!» (Inferno VII, 70-71).

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per coloro che a ogni età soffrono a causa della malattia mentale, perché ad essi siano offerte le cure necessarie dalle strutture sanitarie e l’amore dei fratelli.

     

    Don’t Forget! Foto della settimana

    VENERDÌ 20 SETTEMBRE – BEIRUT, LIBANO

    Membri di Hezbollah trasportano la bara di un compagno ucciso nelle esplosioni di martedì e mercoledì
    AP PHOTO/HUSSEIN MALLA

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