3a Settimana di Avvento anno b
Antifona della Novena di Natale – 23 dicembre
O Emmanuele, nostro Re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli, vieni a salvarci, Signore nostro Dio.
Preghiera del giorno
Dio onnipotente ed eterno, contemplando ormai vicina la nascita del tuo Figlio, rivolgiamo a te la nostra preghiera: ci soccorra nella nostra indegnità il Verbo che si è fatto uomo nascendo dalla Vergine Maria e si è degnato di abitare in mezzo a noi. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Nato a Kety cittadina polacca a sud ovest di Cracovia nel 1390, Giovanni intraprese gli studi con risultati subito brillanti. Docente di filosofia a 27 anni, a 34 fu ordinato sacerdote, continuando a insegnare per alcuni anni. Ricevuto l’incarico di parroco a Olkusz, si fece ammirare come modello di pietà e carità verso il prossimo.
Nel 1440 riprese la docenza a Cracovia contribuendo all’educazione del principe Casimiro. Morì durante la Messa della vigilia di Natale del 1473. Docente e amico degli ultimi, la gente prese subito a considerarlo santo ricordando le sue lezioni di amore tra i malnutriti e i malati. È stato canonizzato da Clemente XIII nel 1767.
Parola di Dio del Giorno
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria.
Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Riflessione il Ciocco di Ignazio Silone
Alcune vecchie usanze sopravvivono in alcune regioni; così in Abruzzo a Natale, invece dell’albero, in molte famiglie si usa ancora accendere il ceppo o ciocco nel camino. Ma non so se vi sia ancora qualche famiglia in cui l’usanza del ciocco sia accompagnata dalla spiegazione che ne veniva data a noi, nella nostra infanzia.
Si accendeva il ciocco di quercia o di faggio perché ardesse durante la notte, si esponevano sul tavolo le provviste natalizie e si lasciava aperta la porta di casa, perché – ci veniva spiegato – in quella notte la Sacra Famiglia era in giro per il mondo, in fuga, ricercata e perseguitata dagli sbirri: bisognava fare in modo che se, per caso, arrivata al nostro vicolo, la S. Famiglia avesse avuto bisogno di sostare, potesse entrare in casa e riscaldarsi, rifocillarsi, nascondersi.
Il racconto era senz’altro convincente ed esercitava sull’animo del bambino o ragazzo ben disposto una forte influenza. Immaginate dunque che cosa poteva essere per noi la notte di Natale. Impossibile dormire. Da un momento all’altro la S. Famiglia poteva arrivare a casa nostra. Assai spesso il rumore del vento contro gli infissi della finestra e i battenti della porta rimasta aperta ce lo facevano credere. Come dimenticare simili esperienze? Esse ci istillavano il rispetto e la solidarietà per i perseguitati.
Inoltre, ci davano, del mondo nel quale stavamo per entrare, un’immagine piuttosto pessimistica: era un mondo nel quale l’innocenza era perseguitata dalle stesse autorità. Non credo che sia esagerato affermare che un simile insegnamento poteva lasciare in un animo predisposto una traccia indelebile. Esso fa parte di quello che ho chiamato la nostra eredità cristiana.
Intenzione di preghiera
Perché i nostri cuori siano accoglienti nei confronti di Gesù che nasce nel mondo e vi porta la pace.
Don’t Forget! Avvenne il 23 -12 – …
1569 – Russia: lo zar Ivan IV fa incarcerare e strangolare Filippo II (metropolita di Mosca), capo della Chiesa ortodossa russa.
1936 – Guerra civile spagnola: l’Italia invia volontari in Spagna per combattere con i nazionalisti.
1941 – Il sommergibile tedesco U 559 affonda il piroscafo Shuntien causando circa un migliaio di vittime, fra i quali numerosi prigionieri di guerra italiani.
1947 – Si tiene la prima dimostrazione del transistor.
1984 – Bomba esplode su un treno nella grande galleria dell’Appennino: è la strage del Rapido 904.
1968 – Lancio della missione Apollo 8 con a bordo i primi uomini a orbitare intorno alla Luna.
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