Sabato 23 settembre 2023

     

    XXIV Settimana T. Ordinario

     

    Accadde il 23-9…

    480 a.C. – Battaglia navale di Salamina, vinta dai greci, durante le guerre persiane

    1122 – Viene stipulato il Concordato di Worms che pone fine alla Lotta per le investiture

    1835 – Muore il musicista Vincenzo Bellini

    1930 – muore Sigmund Freud padre della psicanalisi

    1907 – Si apre a Pistoia la prima Settimana sociale dei cattolici italiani

    1943 – Salvo D’Acquisto si offre in cambio della vita di 22 civili rastrellati dai tedeschi per rappresaglia contro un attentato ed è fucilato a Roma. Riceverà la Medaglia d’oro al valor militare

    1973 – muore il poeta cileno Pablo Neruda

     

    Aforisma di P. Pio

    È il caso che fa l’eroe, ma è il valore di tutti i giorni che fa il giusto.

     

    Preghiera del giorno

    Dio onnipotente ed eterno, per grazia singolare hai concesso a San Pio da Pietrelcina di partecipare alla croce del tuo Figlio, e per mezzo del suo ministero hai rinnovato le meraviglie della tua misericordia; per sua intercessione concedi a noi, uniti costantemente alla passione di Cristo, di poter giungere felicemente alla gloria della risurrezione.

    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Francesco Forgione nasce a Pietrelcina il 25-5-1887 da famiglia contadina. A 16 anni, entra nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, presso il convento di Morcone e ricevendo il saio, prende il nome di fra Pio da Pietrelcina. Diventa sacerdote 7 anni dopo, il 10-8-1910.

    Nel 1916 è trasferito a S. Giovanni Rotondo, nel convento di S. Maria delle Grazie. Qui, per 50 anni, si dedica alla confessione. Le autorità ecclesiastiche dispongono ispezioni nei suoi riguardi e gli impongono di non celebrare Messa in pubblico fino al 1933. P. Pio accoglie tutto in obbedienza, sopportando anche i dolori causati dai segni della Passione, comparsi su di lui in modo visibile dal 20-9-1918.

    Muore il 23-9-1968, a 81 anni. La sua eredità vive nella Casa Sollievo della Sofferenza e nei Gruppi di Preghiera avviati durante la 2.a guerra mondiale e diffusi poi in tutto il mondo. Beatificato nel 1999 da Giovanni Paolo II che lo dichiara santo il 16 giugno 2002.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 8,4-15

    Poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità.

    Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio.

    I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno.

    Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

     

    Riflessione del giorno

    Nella tradizione araba, il monaco è colui che fugge dal mondo solo per amarlo di più… Il francese compagnon, «compagno», è composto dal latino cum, «con», «insieme», e da pain/panis, «pane». Noi condividiamo lo stesso pane. Queste righe sono tolte da un libro dell’americana Stephanie Saldaña e intitolata La sposa di Damasco. La prima citazione parla dell’esperienza del monaco, in greco «colui che è solo».

    Ma il suo non è un isolarsi dal mondo, ma un essere inserito in esso come una spina nel fianco, attraverso la testimonianza di valori che trascendono la quotidianità, la materialità, la superficialità. È una presenza di fuoco in un mondo tiepido e, in questo senso, tutti dovremmo essere un po’ «monaci». Il secondo tema è legato alla parola «compagno». Il vocabolo è molto bello nella sua etimologia sociale, caritativa, fraterna: «compagni» perché condividiamo lo stesso pane.

    Abbiamo bisogno di una «compagnia» costante per essere meno soli e meno poveri. Pochi sanno che la nostra parola così comune «minestra» deriva dal latino minister, che non è colui che comanda, come succede in politica, ma colui che si fa minus, si fa piccolo per servire gli altri. «Io sto in mezzo a voi come colui che serve», dirà Gesù durante l’ultima cena (Luca 22,27).

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché Dio ci conceda la capacità di resistere quando le nostre buone intenzioni non sono gratificate dal successo e ci sembra che il nostro operare, sperare e amare non dia frutto.

     

    Don’t Forget! Foto della settimana

    LUNEDÌ 18 SETTEMBRE CARACAS, VENEZUELA Il sobborgo di Petare.

    AP PHOTO/MATIAS DELACROIX

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