XXI Settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di C.S. Lewis
Aspira al Paradiso e lo avrai in terra. Aspira alla terra e non otterrai nulla.
Preghiera del giorno del Card. Carlo Maria Martini
Signore, che sei la mia lampada, ti prego di rischiarare in me la lampada della preghiera, una lampada che fa fatica ad accendersi, che non è splendente come vorrei. Ti chiedo Signore di rischiararla e però vorrei con più audacia, fare mie le parole di Davide: tu sei la mia lampada.
Non voglio quindi preoccuparmi troppo della mia preghiera nella certezza che tu sei il sole dalla mia vita. Donami, o Signore, di capire il mistero della preghiera. Donami di coltivare la terra con umiltà e semplicità di cuore, a imitazione della Vergine Maria. Amen.
Santo del giorno
S. Monica
Nacque a Tagaste (Numidia) nel 331. Da giovane studiò la S. Scrittura. Madre di Agostino, fu determinante per la conversione al cristianesimo del figlio. A 39 anni rimase vedova e si dovette occupare di tutta la famiglia.
Nella notte di Pasqua del 387 poté vedere Agostino, trasferitosi a Milano, battezzato insieme a tutti i familiari e cristiano convinto. Quando Agostino decide di tornare in Africa per dedicarsi alla vita monastica, Monica lo segue.
Nelle «Confessioni» Agostino narra i colloqui spirituali con sua madre nella casa di Ostia, dai quali riceve conforto ed edificazione. Monica muore, a seguito di febbri molto alte (forse per malaria), a 56 anni, il 27-8-387. Ai figli disse di seppellire il suo corpo dove volevano, ma di ricordarsi di lei all’altare del Signore.
Parola di Dio del giorno Matteo 25,14-30
Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone – sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso.
Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Riflessione del giorno di Anselm Grün
È vero che molti non riescono a perdonare sé stessi. Si confessano per sperimentare il perdono di Dio, ma nell’intimo continuano ad accusarsi. Perdonare sé stessi significa rinunciare all’illusione di essere perfetti. E questo richiede umiltà.
Accade spesso che alcune persone abbiano una concezione troppo idealizzata di sé e non sappiano perdonarsi perché per farlo devono abbandonare questa illusione. Preferiscono aggrapparsi alle proprie fantasie e quindi non possono cambiare. Posso perdonare me stesso soltanto se credo nel perdono divino e l’ho sperimentato.
Spesso, a chi viene a confessarsi dico: «Se ora Dio ti ha perdonato, devi perdonarti anche tu, altrimenti non credi davvero nel perdono divino». Perdonare sé stessi significa seppellire i propri sensi di colpa, smetterla di accusarsi e accettarsi come qualcuno che si è caricato di questa colpa o è diventato così come ora è.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo per tutti i genitori perché siano capaci, con la parola e l’esempio, di stimolare la crescita e lo sviluppo umano e cristiano dei loro figli.
Don’t Forget! Foto della settimana
DEL RIO, TEXAS, STATI UNITI. Un agente della polizia di frontiera statunitense aggredisce un migrante haitiano per impedirgli di entrare negli Stati Uniti. FOTO PAUL RATJE, AFP
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