XXXIV Settimana tempo Ordinario
Iniziamo la Giornata Pregando (Giacomo Leopardi)
Ti ho chiamato. Credevo fossi lontano. Mi eri accanto! Oh peccatore incallito, cieco. I miei denigratori non sanno di me, di me che Ti cerco dovunque. Quando arriverà la mia ora, Padre saprò staccarmi dai limiti dell’uomo; non negarmi un cantuccio di paradiso. So che hai tanto spazio in cielo, Padre.
Giacomo della Marca Religioso e sacerdote
Nato a Monteprandone (Ascoli Piceno) nel 1394, fu discepolo di san Bernardino da Siena e come il maestro, si diede alla predicazione in Italia, Polonia, Boemia, Bosnia e Ungheria dove si recò per ordine del Papa. Oratore ardente, si scagliò soprattutto contro i vizi dell’avarizia e dell’usura. Per combattere quest’ultima, ideò i Monti di Pietà, dove i poveri potevano impegnare le proprie cose, non più all’esoso tasso preteso dai privati usurai ma ad un interesse minimo. Debilitato per la vita di penitenza e colpito da coliche fortissime, morì a Napoli, nel 1476. Le sue ultime parole furono: «Gesù, Maria. Benedetta la Passione di Gesù»
Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno Luca 21,34-36
Gesù disse: “State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Riflessione del giorno (Angela Pellicciari)
1526: Lutero deve prendere posizione su un caso spinoso: è lecito al langravio Filippo d’Assia, luterano della prima ora, diventare bigamo? Vizioso e lussurioso, Filippo scrive a Lutero per ottenere il consenso alla celebrazione in pubblico di seconde nozze – cui la 1.a moglie acconsente – con la diciassettenne damigella Margherita di Saale. Il caso non è facile perché, se Lutero rifiuta, il langravio, suo braccio destro, può passare armi e bagagli nelle fila del cattolico imperatore Carlo V. Vista la delicatezza del momento Lutero e Melantone rispondono il giorno dopo aver ricevuto la lettera: in pubblico non si può celebrare nessun matrimonio perché lo scandalo sarebbe grande; se però il langravio insiste, gli si può concedere una dispensa perché il “matrimonio supplementare” non ha nulla contro la legge di Dio e potrebbe essere determinato da una “necessità di coscienza”: “l’uomo può col consiglio del suo pastore, prendersi ancora un’altra donna”. Nello stesso periodo, il cattolico Enrico VIII chiede al papa di annullare il suo matrimonio con Caterina d’Aragona per sposare Anna Bolena. Il papa rifiuta e l’Inghilterra diventa protestante. Lutero era stato più furbo del papa? Sembrerebbe di sì, ma solo più furbo.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché il Convegno di Firenze produca frutti di rinnovamento nella Chiesa Italiana
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