sabato 3 ottobre ’20

     

     

     

    XXVIa Settimana Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno

    Un mendicante non può lamentarsi che la salsa è troppo piccante. (Africa)

     

    Preghiera del giorno (preghiera di Isaia di Scete)

    Signore Gesù Cristo, fa’ che non segua la mia volontà e mi rovini coi miei peccati. Abbi compassione di me perché sono debole, non abbandonarmi perché in te mi rifugio, guarisci l’anima mia perché ho peccato contro di te. Signore, salvami per la tua misericordia perché tu, Signore, sei potente in tutto e a te spetta la gloria, a Dio Padre e allo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

     

    Francisco de Borja

    nacque a Gandia (Spagna) nel 1510 nella famosa famiglia Borgia e a 12 anni fu inviato da Carlo V: entrò nelle grazie dell’imperatrice Isabella, che lo nominò marchese di Lombay e lo fece sposare con Eleonora de Castro, da cui ebbe 8 figli. Nel 1539 fu nominato viceré di Catalogna, ma nel 1546 la moglie morì ed egli entrò nella Compagnia di Gesù, ma ottenne una particolare dispensa per assolvere i suoi doveri di genitore. Nel 1550 a Roma venne ordinato sacerdote e diventò uno dei principali collaboratori di S. Ignazio. Contribuì all’istituzione del “Collegio romano”, l’attuale “Università Gregoriana” e nel 1554 fu nominato “Commissario generale” in Spagna. Nel 1565 venne eletto “Preposito Generale” della Compagnia di Gesù e diede grande impulso all’attività missionaria dell’Ordine in India, Brasile e Giappone. Morì a Roma il 30 settembre 1572.

     

    La Parola di Dio del giorno (Luca 10,1-12)

    I settantadue discepoli tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

     

    Riflessione per il giorno (Alberto Caprotti)

    Abbandonare i vestiti sulla sabbia e infilarsi dentro le onde che sono ancora timide, quando il mare luccica e il sole fa appena chiaro. Lasciarsi asciugare un po’ dal vento, e tornare a casa con la camicia bagnata e la sabbia nelle scarpe. Scegliere di preparare la colazione a chi vuoi bene, senza far rumore, perché la mattina è ancora lunga e il silenzio intorno è una musica da ascoltare. Riscoprire un romanzo di Calvino, uno qualunque, che tanto non si sbaglia mai. Provare la libertà di pranzare quando hai fame, o qualcosa che sembra fame, e non quando te lo dice l’orologio. E poi camminare per il gusto di farlo, senza un posto preciso dove andare, perché certi giorni il posto sei tu. Fermarsi a memorizzare un tramonto, uguale a quello di un giorno prima, ma che ieri avevi guardato distrattamente perché ti eri dimenticato che tutti abbiamo diritto a una dose minima di meraviglia quotidiana. Infine chiudere il giorno con due amici, quelli belli, che ti trovi bene sempre, e che basta un biliardino e una tisana per fare serata, più e meglio di una festa di gala. Ecco, non so bene cosa sia la serenità. Se c’entri l’estate, oppure no. E nemmeno se questa cosa che ti prende dopo un giorno così sia una sensazione che si avvicini alla felicità. Ma mi basta e avanza per sorridere. E dire grazie.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i giovani perché non si lascino condizionare troppo dalle mode passeggere…

     

    Don’t Forget! Foto della Settimana

    Quando il veleno dell’invidia si insinua nella mente. “Li ho uccisi perché erano troppo felici e per questo mi è montata la rabbia”. Avrebbe detto durante l’interrogatorio Antonio De Marco, il 21enne che ha confessato di aver ucciso l’arbitro Daniele De Santis e la sua fidanzata, Eleonora Manta, nella loro casa di Lecce.

     

     

     

     

     

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