Sabato della settimana santa
Sabato Santo
Dal Preconio Pasquale
“Signore, questo cero sia trovato acceso dalla stella del mattino, questa stella che non conosce tramonto: Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti fa risplendere sugli uomini la sua luce serena e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen”.
Preghiera del giorno
O Dio, che illumini questa santissima notte con la gloria della risurrezione del Signore, ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione, perché tutti i tuoi figli, rinnovati nel corpo e nell’anima, siano sempre fedeli al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
La Parola di Dio del giorno
Nella Veglia Pasquale letture
1. Genesi 1,1-2,2 e Salmo 103;
2. Genesi 22,1-18 e Salmo 15;
3. Esodo 14,15-15-1 e Esodo 15
4. Isaia 54,1-14 e salmo 29
5. Isaia 55,1-11 e Isaia 12 (cantico)
6. Baruc 3, 9-15. 32 – 4,4 e Salmo 18
7. Ezechiele 36,16-17.18-28 e Salmo 41
8. Romani 6,3-11 e salmo 117;
9. Matteo 28,1-10
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Riflessione di Enzo Bianchi sul sabato santo
“Il sabato santo è caratterizzato dal silenzio e dall’attesa, silenzio e attesa che ci stringono il cuore, ma nelle profondità del cuore stesso continuiamo però a credere che Gesù Cristo è sempre operante anche quando non vediamo nulla e constatiamo solo che “recessit Pastor noster” (=se n’è andato il nostro Pastore).
Proprio allora lui, il Signore dei vivi e dei morti, è sceso negli inferi, nelle profondità irredente dell’uomo, a portare quella salvezza che noi non possiamo darci. In quel sabato santo è sceso per incontrare tutti gli umani già morti, ma ancora oggi scende nelle nostre profondità non evangelizzate, abitate dalle nostre ombre e dalla morte, per operare ciò che noi non possiamo operare.
Sì, nella vita spirituale prima o poi si va a fondo, ma andando a fondo troviamo Gesù che ci ha preceduti e ci attende a braccia aperte. Allora la nostra attesa finisce, il nostro lamento si cambia in cantico nuovo, il nostro giacere su terre di morte in una danza di gioia: lui, Gesù risorto, asciugherà le lacrime dai nostri occhi e con la sua mano nella nostra ci condurrà al Padre nel Regno eterno.
E la tomba, che il terzo giorno risulta vuota, sarà eloquente: “Non è qui, è risorto da morte, come aveva detto!”. Così, dopo il sabato santo inizia quel giorno senza fine, senza tramonto: la Pasqua di Gesù e la nostra Pasqua, un’unica Pasqua!”.
Intenzione di preghiera
Preghiamo che la gioia pasquale abiti nei cuori, nelle case e nella vita dei battezzati nella certezza che nessuno potrà mai strapparci dalle mani di Gesù che ha vinto la morte.
Don’t Forget!
Veglia Pasquale: ore 20,30 in chiesa grande del P.S.V. di via Gavazzeni 3, celebrazione della Veglia Pasquale con i riti della Luce, della Parola, dell’Acqua e dell’Eucaristia.
Santo del giorno
S. Dionigi di Alessandria
Nacque ad Alessandria e fu discepolo di Origene. Eletto patriarca di Alessandria dal 247 al 265, scampò alla persecuzione di Decio e si rifugiò nel deserto libico. Nel 257 fu esiliato al tempo di Valeriano, ma tornò ad Alessandria dopo l’editto di tolleranza di Galieno nel 260.
Sviluppò una grande attività nella sua lotta contro gli eretici: S. Atanasio lo definisce: “maestro di tutta la Chiesa”. Ebbe un’intensa corrispondenza con papa S. Dioniso I e mantenne un atteggiamento moderato con i cristiani che, sotto minaccia di persecuzioni, fecero atti di adorazione agli dèi pagani.
Fu il primo vescovo di Alessandria a indirizzare annualmente le cosiddette “Lettere festive” alle chiese d’Egitto, in cui l’indicazione della data esatta della Pasqua di quegli anni era occasione di esortazione pastorale. Morì ad Alessandria dopo aver governato la diocesi con prudenza e santità per 17 anni.
Nessun commento
È possibile postare il commento di prima risposta.