Sabato 8 marzo 2025

     

    Tempo di Quaresima

     

    Avvenne l’8 marzo…

    1618 – Giovanni Keplero scopre la terza legge del moto dei pianeti.

    1817 – Viene fondata la Borsa di New York.

    1911 – Viene celebrata per la prima volta la giornata internazionale della donna.

    1948 – Corte suprema degli USA decreta che la religione nelle scuole pubbliche viola la costituzione

    1950 – L’Unione Sovietica annuncia di possedere la bomba atomica.

     

    Aforismi della quaresima Isaia 58

    «Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio.”

     

    Preghiera

    Dio onnipotente ed eterno, guarda con paterna bontà la nostra debolezza, e stendi la tua mano potente a nostra protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    S. GIOVANNI DI DIO

    Nato a Montemoro-Novo, presso Lisbona in Portogallo nel 1495, Giovanni di Dio – che allora si chiamava Giovanni Ciudad – si trasferì in Spagna, dove visse disordinatamente passando dalla pericolosa carriera militare alla vendita di libri.

    Ricoverato nell’ospedale di Granada per presunti disturbi mentali legati alle manifestazioni “eccessive” di fede, scopre la drammatica realtà dei malati, abbandonati a se stessi ed emarginati e prende la decisione di consacrare la vita al servizio degli infermi. Fonda il suo primo ospedale a Granada nel 1539.

    Muore l’8 marzo del 1550. Nel 1630 viene dichiarato Beato da Papa Urbano VII, nel 1690 è canonizzato da Papa Alessandro VIII. Tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 viene proclamato Patrono degli ammalati, degli ospedali, degli infermieri e delle loro associazioni e, infine, patrono di Granada.

    Giovanni di Dio raccolse i suoi collaboratori nell’ordine dei Fratelli Ospedalieri, noti come Fatebenefratelli e morì a 55 anni l’8 marzo 1550, nel giorno del suo compleanno. È patrono degli ospedali e di quanti operano per restituire la salute agli infermi.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 5,27-32

    In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola.

    I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

     

    Riflessione del Card. Angelo Comastri

    Oggi, è bene ricordarlo, la parrocchia, a motivo della maturazione della società civile, sta perdendo tanti ruoli di supplenza (sociali e culturali). Non piangiamo per questo, ma cogliamo l’occasione propizia per rimettere la fede al centro dell’identità e della missione della parrocchia.

    Il cardinale Walter Kasper, quando era vescovo di Stoccarda, scrisse: «Forse questo ci è successo negli anni del concilio e del dopo concilio: mentre discutevamo su modi nuovi e più efficaci di presentare la fede, mentre ci arrovellavamo per incarnarla al meglio nel mondo moderno, è proprio quella fede stessa che perdevamo di vista. Forse, la fede ci abbandonava mentre costruivamo complesse e raffinate metodologie per ripresentarla, mentre ci dilaniavamo per darne una lettura conservatrice o progressista.

    Oggi non è in questione solo il modo di trasmettere la fede, ma la fede stessa. Non soltanto il “come” della mediazione, ma anche il “che cosa” e il “perché” della fede. Se non fossimo, spesso segretamente, insidiati dal dubbio, forse non ci preoccuperemmo tanto, così come abbiamo fatto in questi anni, di come trasmettere la fede». È vero! Tutto questo è accaduto e può accadere ancora, esponendo la comunità cristiana al rischio di diventare sale insipido, che «a null’altro serve che a essere gettato via e calpestato dagli uomini» (Mt 5,13).

    E dal sale insipido non può uscire il sapore di una vocazione! Però – anche questo sia ben chiaro – quando la fede languisce, il problema non si risolve gettandosi in un frenetico attivismo, perché, in questo caso, ci appartiene il rimprovero che Gesù rivolge alla Chiesa di Sardi: «Conosco le tue opere: ti si crede vivo e invece sei morto» (Ap 3,1). La pochezza di fede si cura soltanto con più fede! Don Divo Barsotti, uomo di limpida fede, alcuni anni fa provocatoriamente disse: «Oggi la cosa più urgente è rimettere Cristo al centro del cristianesimo».

    È una provocazione, ma c’è del vero: e vale in modo particolare per la parrocchia. Continua don Divo Barsotti: «Cristo, spesso è marginale in tanto apostolato d’oggi; egli è diventato soltanto un pretesto per parlare d’altro e per condurre ad altri e per servire altri». Costantemente allora dobbiamo chiederci: questo… e questo… e questo… serve a far crescere la fede della comunità cristiana? Me lo devo chiedere anche quando faccio la spesa, anche quando indosso un vestito, anche quando compro la macchina, anche quando adopero un linguaggio, anche quando organizzo un viaggio! E lo stesso discorso vale per tutta l’attività della parrocchia.

    Che cos’è la parrocchia senza la fede? Significativa è la testimonianza di un agnostico parigino, direttore di un teatro, al quale venne domandato in pieno Sessantotto che cosa pensasse delle contestazioni che stavano affiorando anche nella Chiesa. Egli disse: «Se si tratta di un largo movimento che permette alla Chiesa di voler ritrovare la sua vera funzione, ossia che vuole ridare priorità alla gente che vede, ai mistici, la cosa mi sembra interessante e importante.

    Non è togliendo la veste talare o sposandosi che si giungerà a risolvere i problemi della fede. Se si tratta di un salto in avanti, se il prete si libera dei suoi incarichi di patronato…per dirsi: “Sono un uomo di Dio e devo testimoniarlo”, allora il fatto mi interessa. In altri termini, se si tratta di un’avventura mistica, trovo la cosa appassionante. Se si tratta di un’avventura sociale secondo il gusto del tempo, la cosa mi dà noia: trovo che si tratti di un regresso». Oggi la gente può trovare tutto altrove: la fede in Gesù può trovarla soltanto da noi.».

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per tutte le donne nella loro giornata affinché il ruolo delle donne sia più apprezzato e valorizzato in ogni nazione del mondo.

    E i più cordiali e affettuosi auguri di bene auguri a tutte le mamme, le figlie, le giovani e le anziane donne del mondo.

     

    Don’t Forget! Foto della settimana

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