Sabato13 dicembre 2025

     

    2.a settimana tempo di Avvento

     

    Avvenne il 13 dicembre…

    1545 – Si apre il Concilio di Trento.

    1937 – 2.a guerra sino-giapponese: dopo Shanghai, cade Nanchino dove l’esercito giapponese perpetra uno spaventoso massacro (300.000 uccisi).

    1939 – Inizia la battaglia del Río de la Plata, 1° grande scontro navale della 2.a guerra mondiale.

    1949 – La knesset vota lo spostamento della capitale d’Israele a Gerusalemme.

    1974 – Malta diventa repubblica.

    2003 – L’ex presidente iracheno Saddam Hussein viene catturato nei pressi di Tikrit.

     

    Aforisma di Madre Teresa di Calcutta

    “Non dovremmo permettere a nessuno di allontanarsi dalla nostra presenza, senza sentirsi migliore e più felice.”

     

    Santo del giorno

    La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana ed è una delle 7 donne menzionate nel Canone Romano della S. Messa. Vissuta a Siracusa, Lucia sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all’anno 304). Da ragazza volle dedicare la sua vita al Signore, mettendo in pratica le parole di Gesù: rinunciò al matrimonio, elargì la sua cospicua dote ai poveri di Siracusa e iniziò ad assistere con dedizione e spirito caritatevole i bisognosi, gli orfani e le vedove.

    Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dal prefetto Pascasio, che non voleva piegarsi ai segni straordinari che in lei Dio mostrava. Nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata ritrovata un’epigrafe marmorea del IV secolo che è la testimonianza più antica del culto di Lucia. Una devozione diffusasi rapidamente: nel 384 S. Orso le dedicava una chiesa a Ravenna, papa Onorio I un’altra a Roma. Oggi in tutto il mondo si trovano reliquie di Lucia e opere d’arte a lei ispirate.

     

    Preghiera Colletta

    Riempi di gioia e di luce il tuo popolo, o Signore, per l’intercessione gloriosa della santa vergine e martire Lucia, perché noi, che festeggiamo qui in terra la sua nascita al cielo, possiamo contemplare con i nostri occhi la tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

     

    Parola di dio Matteo 11,16-19

    Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

     

    Riflessione don Arturo Bellini commenta don Bepo

    «La povertà, l’umiltà, la preghiera chi le apprezza? Eppure il Vangelo rimane il Vangelo. La salvezza, il vivere la vita come Dio vuole, richiede una vita di preghiera, di abnegazioni, nel distacco dalle ricchezze, da sé stessi, vivere per Iddio, nell’olocausto del corpo e dello spirito. Chi crede e chi vive nello spirito del Vangelo? Eppure il Signore mi è vicino, è buono e mi illumina». don Giuseppe Vavassori (20 dicembre 1970). Don Bepo nel periodo segnato dalla contestazione sessantottina si interroga sulla costellazione di tante virtù cristiane che hanno accompagnato il suo cammino sacerdotale e il suo stile di educativo nella scia di don Bosco. «La povertà, I ‘umiltà, la preghiera chi le apprezza?».

    Interrogativi di oltre mezzo secolo fa e interrogativi di oggi. Max Pezzali, cantautore, nella canzonetta “La strada” canta: «Molti non ci credono, se glielo racconti ridono, quando te ne vai ti sfottono, però è la verità.  Ma quelli che girano, e che in tanti posti viaggiano, e che su di lei ci vivono, sanno che è la verità.  Ci sono importanti regole. Non sono scritte dentro un codice.  Lei è molto capricciosa, sa essere pericolosa più quando si è vicino casa di quanto non lo sia a continenti di distanza. Perché talvolta l’esperienza fa avere troppa confidenza, fa uscire dalla scia.  Ci sono importanti regole. Non sono scritte dentro un codice. 

    La strada è viva, e comanda sempre lei. Non sopporta chi la sfida, i superbi e i falsi eroi». «La strada è dura e punisce chi non ha chiaro il senso basilare di rispetto e umiltà.  Qui non valgono i nicknames non ci si può disconnettere non si può prendere e andarsene quando il gioco non ci va. Qui le azioni contano, qui le conseguenze pesano, qui alla fine i conti tornano, ché lei non dimentica.  Ci sono importanti regole. Non sono scritte dentro un codice. Strada portaci lontano a vedere ciò che non abbiamo mai visto e neanche immaginiamo, dacci la libertà. Cercheremo di aver cura di farci amica la paura, che non c’è rotta più sicura, non c’è e mai ci sarà. 

    La strada è viva, e comanda sempre lei. Non sopporta chi la sfida, i superbi e i falsi eroi. La strada è dura e punisce chi non ha chiaro il senso basilare di rispetto e umiltà, il rispetto e l’umiltà, il rispetto e l’umiltà». In un mondo di parole che veicolano il non senso, volgarità cattiverie, atteggiamenti di bullismo, di maltrattamento delle donne, trovare il richiamo al rispetto e all’umiltà, fa bene all’anima. Umiltà e rispetto sono virtù dei piccoli. Ha scritto papa Benedetto: «L’umiltà è… vivere nella verità, imparare la verità, imparare che la mia piccolezza è proprio la grandezza, perché così sono importante per il grande tessuto della storia di Dio con l’umanità. Proprio riconoscendo che io sono pensiero di Dio, della costruzione del suo mondo, e sono insostituibile nella mia piccolezza, e solo in questo modo, sono grande. Questo è l’inizio dell’essere cristiano: è vivere la verità».

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per i bambini bergamaschi ai quali S. Lucia stanotte ha portato insieme ai doni anche la benedizione e protezione divina, affinché crescano buoni e sani.

     

    Don’t Forget! SANTA LUCIA: LA PIU’ BELLA DELLE TRADIZIONI BERGAMASCHE

    La diffusione del culto di S. Lucia nel nord Italia è legato al dominio della Serenissima Repubblica di Venezia. Le spoglie della Santa furono portate dai Bizantini a Costantinopoli dopo la liberazione della Sicilia dai musulmani. Quando nel 1024 Costantinopoli cadde durante la 4.a crociata, il Doge Enrico Dandolo portò le reliquie a Venezia dove furono riposte nella chiesa di S. Geremia.

    Il culto della Santa, nella provincia bergamasca, si diffuse a partire dal XIV secolo, e fu abolito solo dai napoleonici nel 1798, ma con la fine del loro dominio il culto riprese. Negli anni trenta ebbe inizio l’usanza che per ricevere i doni i bambini debbano scrivere una letterina coi loro pensieri e richieste. La letterina viene poi messa nella cesta nella chiesa dedicata a Santa Lucia in via XX Settembre a Bergamo, dove si trova la sua statua (vedi foto). 

    Santa Lucia nella notte del 12 dicembre dopo aver letto le letterine con il carretto e il fedele asinello prende il volo consegnando i doni nelle case dei bimbi, lasciandoli sui tavoli e accompagnandoli con dolci. Nell’800 e nei primi del ‘900 si usava mettere una scarpetta di stoffa sul davanzale della finestra e durante la notte la Santa vi riponeva i “bùn bù”, ossia i dolci come: nocciole, una mela, fichi secchi, torroncini e i zuccherini, i cosiddetti “basì de zöchèr” e i più fortunati del cioccolato.

    Chi osava però sbirciare la Santa mentre stava consegnando i regali avrebbe ricevuto una manciata di cenere negli occhi diventando cieco, quindi si doveva andare a letto presto e dormire! Ma si doveva anche pensare all’asinello che dopo tutta quella fatica aveva fame e quindi si metteva del fieno fuori casa o sulla finestra, oppure della crusca con farina gialla. Si usava anche offrire qualcosa alla Santa che indossa un bel vestito bianco e un velo che gli copre il viso, perché non vuole far vedere che è senz’occhi. Nei tempi passati Santa Lucia amava portare ai bambini anche le arance i “portogài”. Per i bimbi che invece non si erano comportati bene durante l’anno, anziché regali la Santa portava solo carbone!

     

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