I dibattiti televisivi raramente servono a chiarire le problematiche di cui parlano, ma in compenso servono a conoscere chi parla. In questi giorni in cui la guerra in Ucraina è oggetto di mille dibattiti, è possibile individuare 3 categorie di persone: le vittime, gli esperti e gli opinionisti.
Gli esperti sono invitati a parlare, perché da loro ci si aspetta che sappiano quel che dicono; se poi, oltre che a essere esperti sono anche saggi (cioè umili), non pretenderanno di spiegare tutto, anche perché, essendo la guerra nemica della logica, le spiegazioni troppo logiche non convincono.
Insomma un buon esperto sa quel che dice e lo dice con ponderazione. Le vittime (in questo caso gli ucraini) sono i soli a potersi permettere di parlare senza contraddittorio: non si è obbligati ad accettare i loro pareri, ma a rispettare il loro dolore, sì.
Gli opinionisti infine li riconosci subito, perché per loro non contano i fatti, ma le opinioni, soprattutto le loro, che difendono con una foga e un ardore inversamente proporzionali alla sincerità delle loro intenzioni…sanno infatti di essere stati invitati affinché anche l’ascoltatore più fuori di testa si senta rappresentato.
Infine c’è il conduttore al quale a volte (non sempre, grazie a Dio) interessa solo il talk “show”, lo spettacolo e il cui livello di credibilità è quindi pari a zero. Infine un consiglio: chi vuol capire, legga, si documenti, studi e usi la testa, la sua: ne bastano due dita infatti, per ragionare meglio di certi personaggi televisivi.
– don Davide Rota
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